22 gennaio 2021, entrata in vigore del Trattato di Proibizione delle armi nucleari. Come festeggiare il suo terzo anniversario mentre continuano ad aumentare gli Stati che lo ratificano e siamo già giunti al secondo incontro/confronto tra di loro? Nel mentre ricevo un messaggio da Luigi F. Bona, direttore di Wow, il  Museo del Fumetto di Milano “Ce l’abbiamo fatta… abbiamo realizzato la mostra su “La bomba”. La prima volta che ne sentii parlare fu mentre, come Mondo senza Guerre e senza Violenza, stavamo preparando il Cyberfestival nel 2021 proprio per celebrare il TPAN.

Dal lontano 1945, la bomba atomica ha fatto la sua entrata trionfale anche nella nostra immaginazione. Innumerevoli opere, dal fumetto al cinema, hanno descritto cosa potrebbe accadere in caso di un conflitto nucleare, ci hanno immerso in un futuro in cui l’energia atomica avrebbe potuto migliorare la vita di tutti o ci hanno rivelato i retroscena di eventi fondamentali del secolo scorso. La mostra “La bomba” ci racconta il fenomeno dell’atomica attraverso il fantastico mondo del fumetto e dell’immaginario, presentando tavole originali, manifesti cinematografici, riviste e giornali dell’epoca, video e oggetti simbolici. “Lo scopo dell’evento- sottolinea Bona– è quello di indurre a riflessioni sulla Bomba, che ritorna periodicamente di attualità come minaccia letale, sulla funzione della Scienza e sulla capacità seduttiva dell’orrore e della distruzione”.

Dopo la visita, proprio per festeggiare un anniversario così importante  ne è nata una simpatica mattinata. Abbiamo coinvolto una scuola primaria, circa 70 ragazzini e ragazzine tra quarte e quinte. Prima tappa, il kako di Nagasaki del Parco Galli. Circondati da un grande cerchio, abbiamo raccontato la storia di questo Hibakujumoku figlio dell’esemplare sopravvissuto all’attacco atomico del 1945. Mentre stavano assistendo a uno dei laboratori verdi organizzati nell’ambito del percorso di recupero sociale, alcuni bambini del quartiere avevano sentito parlare dell’albero della pace di Nagasaki ed espresso il desiderio di averne un esemplare nel giardino condominiale una volta che si fosse ultimata la riqualificazione edilizia. Purtroppo per tutta una serie di ragioni, questa era lontana. Si è pensato allora di intraprendere un percorso più complesso ma anche più coinvolgente. Attraverso il Comitato Inquilini si è cercato di adottare un esemplare. Il progetto è stato presentato nel settembre 2014 al Comitato Esecutivo Kaki Tree Project di Nagasaki, che ha accettato la candidatura. Dall’ottobre del 2015 il kaki sta crescendo all’interno del parco.

Seconda tappa, con le quinte siamo andati al Museo del Fumetto, dove c’era già ad aspettarti Chiara Bazzoli, autrice de “C’è un albero in Giappone”, illustrato da AntonGionata Ferrari (edito da Sonda). I ragazzini e le ragazzine sono stati divisi in due gruppi: uno visitava la mostra, l’altro ascoltava l’autrice. Una breve introduzione da parte di Mondo senza Guerre e senza Violenza dove si è ricordato come si è arrivati a conoscere il Kaki Tree Project. Durante la prima Marcia Mondiale per la Pace e la Nonviolenza (2/10/2009-2/1/2010) andando nel bresciano si è venuto a sapere che all’interno del Museo di Santa Giulia cresceva da anni un esemplare. Da quello tanti altri ne sono seguiti in Italia. Tra il pubblico un inaspettato spettatore, Charlie Brown e i suoi popcorn, che tanto ha affascinato gli alunni della primaria. Chiara  ha iniziato  a raccontare la storia ispirata al kaki di Nagasaki. La vita di una famiglia giapponese ruotava intorno al cachi che cresceva nel piccolo giardino di casa. La caduta della bomba atomica porterà morte e distruzione per tutti. Il cachi sopravvissuto parla ai bambini di guerra e di amore, di morte e rinascita.

La mostra “La bomba” si concluderà domenica 28/1  con l’evento “Pace e Disarmo Nucleare. Una storia vera in cui il supereroe sei tu”, con Alessio Indraccolo (Senzatomica) e Francesco Vignarca (Rete Italiana Pace e Disarmo).