L’Alta Corte del Regno Unito ha confermato che il 20-21 febbraio 2024 si terrà un’udienza pubblica. L’udienza di due giorni potrebbe essere l’ultima possibilità per Julian Assange di evitare la sua estradizione negli Stati Uniti. Se estradato, Assange rischia una condanna a 175 anni per aver denunciato i crimini di guerra commessi dagli Stati Uniti nelle guerre in Afghanistan e in Iraq.
Subito dopo la comunicazione della data del processo, i supporters hanno risposto annunciando una protesta di massa presso il tribunale il giorno dell’udienza, a partire dalle 8:30 del mattino. Inoltre, invitano tutti coloro che sostengono la libertà di stampa a unirsi a loro a Londra e in tutto il mondo.
L’udienza si terrà davanti a un collegio di due giudici che riesaminerà una precedente decisione dell’Alta Corte presa da un giudice unico il 6 giugno 2023, il quale ha negato ad Assange il permesso di fare appello.
Questa fase decisiva determinerà uno dei due esiti: se Assange avrà ulteriori opportunità di discutere il suo caso davanti ai tribunali nazionali (del Regno Unito), o se avrà esaurito tutti gli appelli senza possibilità di ulteriori ricorsi in UK, e si attiverà quindi il processo di estradizione. Un ricorso alla Corte europea dei diritti dell’uomo rimane una possibilità.
La campagna per la libertà di Assange è sostenuta da Amnesty International, dall’Unione nazionale dei giornalisti, da Reporter senza frontiere e da quasi tutti i sindacati dei diritti civili, della libertà di stampa e dei giornalisti del mondo. Più di 70 politici federali australiani hanno chiesto agli Stati Uniti di ritirare l’accusa. Negli Stati Uniti, i rappresentanti del Congresso che chiedono l’archiviazione del caso crescono costantemente; attualmente la risoluzione 934 promossa da Paul Gosar sta raccogliendo firme da tutti gli schieramenti politici.
John Rees, della campagna Free Assange, ha dichiarato:
“Gli Stati Uniti stanno cercando di condannare Julian Assange in base alla legge sullo spionaggio del 1917. Se la faranno franca, saranno riusciti a ridefinire il giornalismo come spionaggio. Ogni giornalista sarà intimidito. Tutti i giornali e le emittenti avvertiranno una forte pressione in caso trovassero o pubblicassero materiale che si dimostri critico nei confronti del governo, per paura di essere perseguiti o incarcerati. Questo è il più importante caso di libertà di stampa del XXI secolo e dobbiamo assicurarci di non perdere nessuna libertà faticosamente conquistata“.
Stella Assange, la moglie di Julian, che ha sposato mentre era in prigione e che ha condotto una campagna incessante per la sua libertà, ha dichiarato:
“Gli ultimi quattro anni e mezzo sono stati molto pesanti per Julian e la nostra famiglia, compresi i nostri due figli piccoli. La sua salute mentale e il suo stato fisico si sono deteriorati in modo significativo. Con la miriade di prove emerse dall’udienza iniziale del 2019, come la violazione del privilegio legale e le notizie secondo cui alti funzionari statunitensi erano coinvolti nella formulazione di complotti omicidi contro mio marito, è innegabile che un processo equo, per non parlare della sicurezza di Julian sul suolo statunitense, sia impossibile se dovesse essere estradato. La persecuzione di questo giornalista ed editore innocente deve finire“.
Anche WikiLeaks ha sostenuto il suo fondatore durante l’intero processo, sottolineando l’importanza di questo caso per la libertà di stampa. Kristinn Hrafnsson, caporedattore di WikiLeaks, ha dichiarato:
“Non esiste stampa senza la protezione di operare liberamente. Il caso di Julian è una pietra miliare: il Regno Unito deve decidere se vuole essere un rifugio per la stampa libera o se vuole essere complice del degrado di un valore fondamentale della nostra democrazia. Questa è l’ultima possibilità per i giudici del Regno Unito di fermare questa ingiusta estradizione di un uomo innocente“.
Per maggiori informazioni sull’udienza e sulla successiva protesta, e su come partecipare, visitare il sito https://freeassange.org/.
Seguiranno aggiornamenti.