Oltre mille intellettuali europei e internazionali hanno sottoscritto un appello a boicottare gli enti culturali pubblici tedeschi, vista la discriminazione antipalestinese in corso dall’inizio della guerra israeliana a Gaza. Tra i firmatari la premio Nobel per la Letteratura 2022, Annie Ernaux. Ha firmato l’appello anche la scrittrice bosniaca Lana Bastašić, che ha sciolto il rapporto con la sua casa editrice tedesca. I promotori dell’iniziativa contestano il doppio standard che i circoli culturali ufficiali tedeschi compiono a danno della cultura palestinese e contro tutti coloro che esprimono solidarietà al popolo palestinese o chiedono il cessate il fuoco a Gaza.
A metà ottobre, la Fiera del Libro di Francoforte si era schierata sfacciatamente con Israele e contro la cultura, cancellando l’assegnazione di un premio alla scrittrice palestinese Adania Shibli, che nel romanzo “Un dettaglio minore”, pubblicato in Italia da La nave di Teseo, racconta di una ragazza palestinese rapita e uccisa da soldati israeliani nel 1949.
Nei primi due mesi di guerra a Gaza, in Germania sono stati vietati almeno 10 eventi culturali con riferimento alle posizioni di condanna all’aggressione contro Gaza espresse da artisti e autori. È stata annullata la mostra di un artista haitiano per un post sui social nel quale chiedeva il cessate-il-fuoco. La Biennale della fotografia moderna ha annullato una mostra di tre artisti bengalesi, perché uno di loro è un attivista pro Palestina.
Il senso di colpa radicato nella società tedesca si trasforma in un razzismo anti palestinese e straripa fino a diventare una censura sulla creatività, alla faccia della libertà d’espressione e di opinione.