Sotto il baobab, illuminati dal chiarore della luna, un anziano narratore intratteneva spesso bambini, ragazzi e giovani per trasmettere loro sotto forma di racconti e proverbi la saggezza tradizionale. Uno di questi proverbi dice: “Un anziano che muore è un baobab che è crollato”.
Il baobab viene infatti associato agli anziani che hanno superato gli uragani della vita e sono rimasti saggi, costituendo così un esempio per la gioventù. Lo si può considerare il simbolo della natura africana. È così forte, longevo e maestoso che solo possenti eventi naturali possono abbatterlo, le sue radici sono irremovibili e il tronco è indistruttibile. Sopporta il caldo torrido e le lunghe siccità e la sua corteccia ignifuga resiste agli incendi.
Virtù curative
Dato il suo alto contenuto di vitamina C, ferro, calcio e potassio, la medicina africana utilizza da secoli il frutto del baobab per curare febbre, problemi intestinali e malaria, depurare il fegato e riacquistare energia. Viene per questo definito “l’albero della vita”, in quanto aiuta le difese immunitarie ed è un ottimo ricostituente.
L’albero del dialogo
Nell’Africa subsahariana in caso di conflitto le famiglie si ritrovano intorno al baobab per riconciliarsi e perdonarsi dopo giorni di riflessioni, secondo pratiche che esistono da secoli. Per questo viene definito “l’albero del dialogo”, in grado di aiutare le comunità a uscire dai momenti bui che possono creare problemi e divisioni.
Fonte di nutrimento
In Senegal, Mali e altri Paesi dell’Africa occidentale un piatto molto diffuso è costituito da un misto di farina di miglio e polvere del frutto del baobab, da cui si ottiene una sorta di polenta famosa per le sue proprietà nutritive. L’olio di baobab si usa per cucinare; viene inoltre utilizzato nella preparazione di creme rigeneranti e protettive per il viso e il corpo.