A poco più di un mese dall’ingresso della polizia nell’Università e dalle violente cariche effettuate il 27 ottobre per mettere un’iniziativa dei neofascisti del Fuan al riparo da azioni di disturbo, il copione si è ripetuto. Questa volta davanti al Campus Einaudi, in occasione di un tentativo di volantinaggio da parte di uno sparuto gruppo di attivisti del Fuan, contestato da studenti e studentesse dell’Ateneo. Di nuovo cariche e manganellate estese anche a due docenti di Giurisprudenza, che, dopo essersi qualificate, si sono interposte tra gli agenti e gli studenti per evitare incidenti e che sono finite al Pronto Soccorso con lesioni al capo e alle braccia. La gravità del fatto è accentuata dalla circostanza che le cariche sono avvenute “a freddo”, quando gli attivisti del Fuan si erano ormai allontanati, accompagnati dalla dirigente di polizia intervenuta, e, dunque, era venuta meno – anche ammesso che fosse esistita in precedenza – ogni esigenza di tutela dell’ordine pubblico.
A fronte di ciò il Coordinamento Antifascista torinese esprime la più ferma protesta per l’operato della polizia e la piena solidarietà agli studenti, alle studentesse e alle docenti gratuitamente colpite e segnala alla città e alle forze politiche e sindacali alcuni aspetti particolarmente preoccupanti.
La polizia è arrivata in forze e in tenuta antisommossa contestualmente agli attivisti del Fuan e prima di qualsivoglia contestazione: non, dunque, per garantire, in caso di necessità, un’equilibrata e imparziale tutela dell’ordine pubblico ma in un’anomala funzione di “scorta” del gruppo neofascista. Non solo: le cariche contro le studentesse e gli studenti antifascisti (e le docenti intervenute per contribuire a un pacifico sviluppo della situazione) sono avvenute – come si è detto – “a freddo”, senza alcuna esigenza di ripristinare un ordine pubblico compromesso. L’intervento, dunque, appare non solo eccessivo e sproporzionato ma radicalmente immotivato e improprio. Né è casuale che ciò sia accaduto all’indomani della presentazione di un disegno di legge governativo teso, tra l’altro, a restringere il diritto di manifestare e di dissentire e dopo che, nei giorni immediatamente precedenti, alcune iniziative non violente di protesta per l’inerzia della politica di fronte al cambiamento climatico e per gli investimenti militari in città hanno provocato denunce, fogli di via e trattenimenti prolungati in Questura. Una cosa è, a questo punto, chiara: non siamo di fronte a episodi gravi ma isolati bensì a un deterioramento complessivo del quadro politico e all’attacco sistematico a diritti fondamentali. Ciò impone a chi ha a cuore le libertà di tutte e di tutti un’accresciuta vigilanza e una conseguente mobilitazione.
per il Coordinamento Antifascista Torino
Livio Pepino