Sul “Giornale” del 6/12/2023 un articolo dal titolo l’Esercito di youtuber che tifa per Hamas mette, tra gli altri, sotto la gogna mediatica Matteo Saudino, docente di Filosofia e storia al liceo Gioberti di Torino.
Con Saudino, il Giornale prova a ripetere l’operazione già abbondantemente sperimentata durante la guerra in Ucraina con Alessandro Orsini, Donatella di Cesare, Fabio Mini, Barbara Spinelli, Manlio Dinucci e tanti altri: dal momento che non la pensano come loro sono dei nemici, peggio sono il nemico interno alleato dei nemici esterni. Ieri putiniani oggi filo Hamas. Non importa cosa dicono, quali siano gli argomenti, quale la credibilità della persona, oggi come ieri è importante dare la patente di nemico a chi non si allinea alla propaganda di guerra.
Il tempo è però galantuomo. Le menzogne anche se ripetute alla nausea non cambiano la realtà. Così come la guerra in Ucraina si poteva fermare con le trattative impedite nel marzo 2022 da Biden e Johnson, così oggi la guerra si può fermare riconoscendo i diritti del popolo oppresso palestinese e costringendo Israele a rispettare le risoluzioni internazionali.
Al “Giornale” però non interessa la pace e nemmeno la guerra, interessa soltanto rispettare l’ordine di scuderia: la fedeltà all’alleato americano viene prima di tutto.
La nostra solidarietà va al collega Matteo Saudino e a tutti coloro che fanno ancora informazione in un’epoca in cui il giornalismo è ridotto alle liste di proscrizione. Li ringraziamo e siamo accanto a loro nella lotta alla propaganda di guerra che uccide il confronto critico e si nutre di odiose discriminazioni.
La scuola per la pace di Torino