“Fermate il genocidio a Gaza, liberate la Palestina”. Questo il grido di Angela, la coordinatrice di Robin Hood e della Fenice, le basi della provincia di Ascoli Piceno della Rete degli Studenti Medi. L’occasione è il presidio per la pace promosso a San Benedetto del Tronto dall’Anpi insieme a Pd, Articolo Uno, Nos, Sinistra Italiana, Rifondazione Comunista, Movimento Cinque Stelle, Verdi, Psi, Buon Vento, Sos Missionario, Cgil, Cisl e Uil. Un modo per sottolineare, secondo gli organizzatori, che non esiste più una guerra limitata agli eserciti, ma che qualsiasi guerra colpisce in modo più o meno devastante le popolazioni civili. Tante le bandiere della pace e della Palestina, oltre a vari striscioni e cartelli. “Fermiamo le guerre, la pace prima di tutto”, era il messaggio più visibile, accompagnato da “Palestina libera, fermate il massacro” e “Cessate il fuoco”.
Angela ha dichiarato: “Come sindacato studentesco, dunque in qualità di portavoce dei diritti degli studenti, è fondamentale per noi essere presenti qui, oggi, perché noi studenti non possiamo restare a guardare. Non possiamo ignorare le responsabilità primarie dei Paesi occidentali nella promozione di politiche colonialiste e nell’evolversi della situazione geopolitica in Medio Oriente, con il conseguente impedimento della costituzione dello Stato palestinese. Con la complicità del mondo occidentale, che decide di voltarsi dall’altra parte facendo finta di niente, il governo israeliano continua a perpetrare soprusi e violenze disumane ai danni della popolazione palestinese. Stiamo assistendo a un vero e proprio genocidio: i civili palestinesi vengono sterminati e i governi continuano a non agire”.
Governi come quelli quell’Italia, che si è astenuta il 27 ottobre all’Onu sulla richiesta di una tregua umanitaria. Ma ce n’è anche per l’opposizione: “Il tacito assenso del centrosinistra sulla questione si somma a una generale incapacità di elaborare analisi o proposte concrete che diano un chiaro segno internazionalista e di solidarietà”. Grandi critiche anche agli organi di stampa, accusati di rappresentare i fatti troppo spesso in modo non corretto.
Importante l’accenno sulla scuola, in cui “l’analisi critica di quanto sta accadendo non viene considerato una priorità. Questa è la dimostrazione di un necessario cambiamento strutturale del sistema educativo, le cui problematiche -lasciate da parte come un qualcosa di poco conto- sono estremamente preoccupanti”.
Combattive le parole finali, con una presa di posizione netta: “Per questo come studenti, lavoratori e pensionati ci schieriamo a favore di un cessate il fuoco immediato, ribadendo in maniera non negoziabile e non rinnegabile le nostre posizioni pacifiste”.