Dal fine settimana della festa del 4 luglio, una sessantina di grandi hotel della California meridionale, e soprattutto di Los Angeles, sono interessati da scioperi articolati, picchetti mobili e manifestazioni.

32.000 lavoratrici e lavoratori (governanti delle camere, cuochi, lavapiatti, baristi e addetti alle reception) stanno cercando di rinnovare i loro contratti di lavoro scaduti il 30 giugno scorso.

Chiedono un aumento di 11 dollari della paga oraria nel corso del contratto triennale (5 dollari/ora dalla firma dell’intesa), miglioramento dell’assistenza sanitaria e delle prestazioni pensionistiche, diminuzione dei carichi di lavoro, possibilità di accesso al lavoro per le persone che hanno scontato pene carcerarie e per gli immigrati privi di documenti.

Tutti aspetti normali della vita negli Stati Uniti, dove l’affitto di un alloggio nelle grandi città, come Los Angeles, è proibitivo per i lavoratori, l’assistenza sanitaria è a carico dei contratti di lavoro se non si è poverissimi, la pensione da costruire con accantonamenti ottenuti negli stessi contratti e i carichi di lavoro sono aumentati a causa dei molti licenziamenti o dimissioni nel picco della pandemia, dopo il quale l’organico non è stato ricostituito. E dove le persone senza documenti sono assai numerose e molte donne e uomini, appartenenti ad etnie emarginate, sono passate con varie motivazioni, anche non gravi, nella grande quantità di prigioni gestite dallo Stato o dai privati.

Sabato scorso la sezione territoriale (local) del Sindacato Unite Here, che rappresenta questi lavoratori alberghieri, ha annunciato ulteriori accordi, che riguardano 7.000 addetti di 10 grandi hotel: un Hilton e nove del gruppo Marriott. Sono ora venti in totale gli hotel in cui è stata raggiunta un’intesa, dei 60 interessati dalla vertenza.

Restano in ballo soprattutto gli hotel gestiti da Aimbridge Hospitality, in alcuni dei quali il Sindacato ha denunciato nei mesi scorsi l’assunzione temporanea di sostituti degli scioperanti (peraltro prevista dalla normativi vigente negli USA nel caso di scioperi per il contratto).

In questo caso, i crumiri a loro insaputa sono stati reperiti tra i rifugiati venezuelani e colombiani ospitati nei rifugi per senza tetto, come quello di Union Rescue Mission a Skid Row.

Sulla vicenda ha aperto un’indagine il Distretto della Contea di LA, il cui responsabile, l’Avvocato George Gascón, si è detto preoccupato per il potenziale furto di salari e per le violazioni della legge sul lavoro minorile.

Così come sono ancora aperte le denunce sindacali contro le dirigenze di alcuni hotel, che hanno utilizzato, in casi documentati da foto e video, gli agenti della propria sicurezza per intimidire e/o malmenare i lavoratori in sciopero.

Questa vertenza ha avuto un esplicito appoggio della Vice Presidente degli Stati Uniti, Kamala Harris, che in un messaggio dell’agosto scorso, pubblicato sul sito del Sindacato, precisa che “i lavoratori, anche nel mio Stato natale, la California, stanno lottando per ottenere una retribuzione equa, buoni benefici e voce sul posto di lavoro. Come il Presidente e io diciamo sempre, ogni lavoratore – dagli scrittori, agli attori, ai lavoratori del settore alberghiero e municipale – merita un contratto equo”. Dei contratti citati, che si riferiscono alla California, solo gli alberghieri non hanno ancora tutti raggiunto il rinnovo contrattuale.

Fonti principali:
https://www.unitehere11.org/

S.Hussain, Unite Here Local 11 reaches deal with Beverly Wilshire, strikes Sheraton near Disneyland – Progress builds toward L.A. hotel strike settlement as union reaches deals with 10 more hotels, Los Angeles Times, 15.12 – 16.12