Il leader politico palestinese Marwan Barghouti è stato trasferito ma non si sa in quale carcere israeliano si trovi attualmente.
Lo denunciano l’organizzazione per i diritti dei prigionieri politici palestinesi, un ong indipendente, insieme all’ente pubblico per gli affari dei detenuti (ANP).
Scrivono: “è stato trasferito da Ofer, ma non è stata comunicata la sua destinazione”. Barghouti è in isolamento da diversi mesi, molto prima dell’inizio dell’invasione israeliana di Gaza.
Ai suoi legali è stato detto che era stato trasferito ad Ayalon-Ramla, ma lì la direzione del carcere ha negato di fornire qualsiasi informazione.
I parenti dei prigionieri israeliani in mano palestinese hanno compiuto una grande manifestazione a Tel Aviv, sostenuti da migliaia di persone solidali che chiedono un cessate il fuoco e dare priorità alla trattativa per riportare a casa i loro cari.
“Li vogliamo indietro vivi, non nelle bare”, hanno gridato.
I manifestanti hanno bloccato la strada principale che collega Tel Aviv con Gerusalemme. La loro protesta sarà permanente con un presidio fisso davanti alla sede del governo.
Il governo israeliano è diviso sulla trattativa.
Netanyahu vuole proseguire la guerra.
Nella riunione di ieri ha letto una lettera scritta dai familiari dei soldati morti in combattimento a Gaza che incitano a continuare fino in fondo la battaglia e a non tradire il sacrificio dei loro figli.
Galant e Gantz invece propendono per una trattativa che riporti a casa i militari prigionieri in mano di Hamas e Jihad islamica.
La missione del capo del Mossad a Oslo, dove si è incontrato due giorni fa con il premier del Qatar, non sembra abbia portato risultati concreti.
Il vice presidente di Hamas a Gaza, Yahia, ha dichiarato che non ci sarà nessuna trattativa con il governo Netanyahu prima di una tregua definitiva e fine dell’aggressione.