In un mondo che corre all’impazzata sul binario dell’individualismo, con una memoria sempre più a breve termine, appare più che mai importante fermarsi a riflettere su quanto sia vitale salvaguardare la memoria storica collettiva. Rievocare e affermare la memoria significa infatti estendere i confini del presente e costruire sulla storia le basi del futuro. Questo tentativo diviene più che mai importante se affidato ai giovani, non solo in quanto cittadini del domani, ma anche come veicolo informativo all’interno delle famiglie e trova un riflesso naturale nella Giornata della Memoria del 27 gennaio.
Ecco che allora risulta particolarmente bella e importante la storia che vede coinvolti dei giovani ragazzi in Germania. Questo virtuoso esempio di cura della memoria storica e di rispetto delle minoranze arriva dalla città di Kassel, dove in occasione del 10° anniversario di una fondazione istituita appositamente per la salvaguardia della memoria delle vittime del nazismo gli studenti sono stati invitati a raccontare le vicende di una o più vittime e a spiegare quali lezioni hanno saputo trarne.
Un gruppo formato da 15 giovani testimoni di Geova ha deciso di sviluppare un progetto che aveva come obiettivo quello di ricordare il coraggio di due vittime della persecuzione nazista. Nello specifico questi ragazzi hanno saputo dedicare le proprie attenzioni e le loro energie per raccogliere diverse testimonianze storiche, utili per ricostruire le vicende che purtroppo hanno visto protagonisti Wilhelmine Pötter, una testimone di Geova uccisa a motivo della sua fede dalla persecuzione nazista, e suo marito Justus Pötter.
Il lavoro di questi ragazzi è stato inoltre molto apprezzato dalla fondazione Stolpersteine in Kassel, che il 6 luglio 2023 ha deciso di premiarli per il loro progetto. La fondazione è molto attiva nel salvaguardare la memoria storica delle vittime del nazismo e per farlo ha posizionato in vari punti della città di Kassel delle “pietre d’inciampo”, ovvero delle piccole targhe commemorative in memoria delle vittime del nazismo. Grazie all’operato di questi ragazzi, a Wilhelmine e a suo marito Justus è stata dedicata un’apposita targa celebrativa. Inoltre a Wilhelmine è stata anche dedicata una via nella vicina cittadina di Niestetal.
Degno di nota è inoltre il fatto che i ragazzi che hanno composto questo “team” di lavoro avevano un’età variabile compresa tra i 13 e i 23 anni. Collaborando perfettamente tra loro, dopo aver scelto la storia di questa donna, hanno prodotto un video di 24 minuti che racconta la vita di Wilhelmine e la sua forte fede cristiana. Il video è intitolato “Ubbidiente solo a Dio” e racconta la sua deportazione nel campo di concentramento di Ravensbrück nel 1937, dove rimase fino alla sua morte avvenuta nel 1942, all’età di 49 anni. I ragazzi hanno anche creato dei poster con le foto delle lettere che Wilhelmine scrisse a suo marito e alla sua famiglia mentre era detenuta. Questi poster sono poi stati esposti alla fermata dell’autobus della via dedicata a Wilhelmine.
Dalle lettere emerge il grande coraggio di questa donna, che in una lettera indirizzata al marito, il 25 aprile del 1937, scrisse:
“Caro Justus, sono felice di sapere che entrambi siamo rimasti calmi e coraggiosi quando sono state emesse le nostre sentenze. Ora lasciamo tutto nelle mani del Signore, così che lui possa continuare a guidare i nostri passi. Più di ogni altra cosa, chiedo al Signore che ci rafforzi spiritualmente e fisicamente; così potremo mantenere la promessa che gli abbiamo fatto di rimanere fedeli fino alla fine. Lui non permetterà che veniamo schiacciati da un peso che va oltre ciò che possiamo sopportare. Quindi ci affidiamo al nostro Signore e Maestro con grande fiducia“.
Wilhelmine e suo marito erano animati da una fortissima fede che gli ha permesso di rimanere fedeli al loro Dio fino al giorno della loro ingiusta morte. Questo concetto è ben espresso dalla giovane Alexandra, una dei 15 studenti, che nel video ha spiegato che Wilhelmine e suo marito sapevano che la loro scelta di mantenersi fedeli ai principi di pace e amore per il prossimo senza schierarsi a favore della guerra nel loro caso avrebbe significato “affrontare la persecuzione, l’arresto e forse perfino la morte“, in quanto ritenuti “colpevoli” dal regime a causa delle loro credenze religiose. Il giovane Ole ha invece aggiunto che l’esempio di questi coniugi gli ha permesso di riflettere su quanto è preziosa e di grande aiuto un’amicizia con Dio.
Durante la premiazione il video è stato presentato davanti ad una platea di 180 persone che includeva il sindaco, l’assessore alla cultura, il responsabile del distretto scolastico e molti studenti. L’impegno di questi ragazzi può sembrare un piccolo gesto, se comparato con il mare magnum dei comportamenti che dovrebbero salvaguardare la memoria storica delle vittime nel nazismo, ma racchiude un grande e potente messaggio: ricordare a tutti la necessità di salvaguardare i valori del rispetto e della tolleranza reciproca attraverso la memoria del passato perché, per dirla con le parole di Primo Levi, “È successo. Dunque può succedere di nuovo“.
L’auspicio è quindi che un’iniziativa come quella della fondazione Stolpersteine in Kassel possa essere imitata e replicata in tanti altri luoghi e scuole, anche in Italia, in modo da affermare con determinazione la necessità di promuovere tra i giovani una cultura del rispetto e della tolleranza per un futuro migliore per tutti.