Don Paolo Mignani, il parroco-operaio di Mezzi Po (Settimo Torinese) che nel corso degli anni si è schierato contro le discariche, contro i supermercati, contro le multinazionali e per la pace nel mondo, negli ultimi tempi si è ripetutamente espresso in difesa del Movimento NoTav. Il 17 ottobre scorso era al cantiere-fortino di San Didero insieme al gruppo dei Cattolici per la Vita della Valle e altri attivisti NoTav, ospite di quel Presidio Leonard Peltier che nel frattempo è stato requisito. E non poteva mancare alla marcia del’8 dicembre da Susa fino a Venaus, dove ci siamo incontrati. Ed ecco arrivare in redazione questa bella lettera ai Vescovi, ai Parroci, ai Preti e ai Credenti tutti che volentieri pubblichiamo, il giorno dopo in cui il Ministro delle Infrastrutture Matteo Salvini (che non manca occasione di dichiararsi fervente credente) è in visita al cantiere-scempio di Chiomonte. Buona lettura!
Carissimi nostri responsabili della Parola di Dio,
è un caso di coscienza cristiana che sento il dovere di porre alla vostra attenzione, in qualità di ultimo povero prete contadino e operaio, e per questo deciso a stare dalla parte evangelica degli umili, dei poveri.
Dopo aver letto con molta attenzione l’enciclica Laudato Sì e la sua nuova prosecuzione nella Laudate Deum, mi sono sentito profondamente interpellato nei miei valori di fondo e ho voluto documentarmi più seriamente su quelle scelte politiche che mi coinvolgono come cittadino e soprattutto come… “Chiesa-che-ho-scelto”.
Perché Papa Francesco si accalora così profondamente sui temi della distruzione – consapevole e colpevole – di quel bene grandioso che Dio ha voluto donarci, il CREATO? Perché deve sentirsi inascoltato o ignorato dalla sua Chiesa?
Come uomini-e-donne garanti del futuro delle nuove generazioni siamo chiamati a sentircene responsabili, ma sappiamo che sciaguratamente i forti interessi economici, di potere, e anche militari, tendono a mascherare le grandi operazioni in avveniristiche imprese, cosiddette di “innovazione e sviluppo”.
Ma noi?
Noi Cattolici, noi Cristiani, noi Credenti come ci poniamo di fronte a questo dualismo? “Non Possiamo avere due padroni: o DIO o Mammona”!
Ho incontrato dei fratelli straordinari che da 34 anni sono impegnati in ricerche scientifiche e sociali a partire dagli abitanti dei loro territori, portando avanti una resistenza non-violenta in una lotta che ci tocca molto da vicino: per mettere in atto cioè le parole di Papa Francesco, qui e ora, proprio vicino a noi, sul territorio in cui siamo chiamati a vivere: e mi riferisco alla Val di Susa, come esempio concreto di quello che avviene anche in molte altre parti del mondo.
Questi fratelli, che si firmano Gruppo Cattolici per la Vita della Valle, oltre ad aver informato la Chiesa di Susa nei Vescovi che si sono succeduti, per metterli al corrente di quanto stava avvenendo, hanno consegnato loro il libro che avevano appena pubblicato dal titolo Prendiamoci cura della Casa Comune e altre precedenti documentazioni, chiedendo di potersi confrontare con loro.
Mi sento in dovere tuttavia di riferire le reazioni che hanno ricevuto dai singoli Vescovi. Il primo Vescovo contattato si è detto interessato al problema, ma quando li ha ricevuti ha chiesto loro di sciogliere il gruppo in quanto divisivo all’interno della Chiesa, senza comprendere che a creare divisione è il progetto in sè e non il loro gruppo.
Così con il Vescovo successivo, giunto in Diocesi nel 2019, si sono sentiti in dovere, come gruppo di Cattolici No-Tav, di informarlo circa la situazione problematica del Tav per la Valle, portandogli il secondo libro da loro prodotto. Avrebbero voluto incontrarlo di nuovo al termine della lettura, ma non sono stati ricevuti.
Hanno fatto anche un ulteriore passaggio – e questo dimostra quanto questi fratelli si siano presi a cuore il problema della Valle! Hanno contattato il Vescovo Delegato Regionale per la pastorale sociale e del lavoro, la giustizia e la PACE, per informarlo del problema, consegnandogli il libro e chiedendo che ne parlasse con i Vescovi piemontesi. Dopo qualche tempo hanno saputo che, data la “non disponibilità” di alcuni Vescovi verso questo tema, il tutto veniva accantonato.
Perdonatemi per il mio sentimento di sdegno, per non dire affronto alla sua delega alla “Pace”. Come mai non erano disponibili a “parlare di Pace nella Valsusa”?!?… Non sanno che questo progetto definito “strategico” investe un patrimonio per rendere transitabili i percorsi militari europei ai mezzi pesanti di trasporto di ordigni di deterrenza, per armamenti anche nucleari, e comunque di guerra? Non sanno che tutti i cantieri sono militarizzati? Non sanno che gli scavi sperimentali intrapresi hanno già deviato sorgenti e corsi d’acqua dai paesi delle montagne anche sul versante francese, e che l’assedio dell’acqua è uno strumento di guerra alle popolazioni residenti? Stessa cosa per lo “smarino”, cioè detriti prodotti dagli scavi e polveri irrespirabili (anche di amianto!): tutto ciò è guerra per le popolazioni disarmate.
Vanno scacciate dalle loro montagne, vanno espropriate, vanno combattute con lacrimogeni e manganelli se osano protestare anche solo con cartelli e volantini, vanno esasperate, imprigionate, e i loro pacifici presidi vengono posti sotto sequestro.
Sarà pur vero che in alcune occasioni si sono verificate delle sassaiole in direzione dei cantieri, in risposta alla crescente militarizzazione del territorio, ma è soprattutto vero che i media enfatizzano solo queste manifestazioni (di pochi) per NON parlare delle ben più condivise ragioni dell’opposizione al TAV sotto il profilo dei gravissimi impatti ambientali, nel quadro di una crescente emergenza climatica.
Un elemento di speranza lo abbiamo avuto dal Vescovo di Pinerolo che ha scritto una seria postfazione a una edizione della pubblicazione di Papa Francesco della “Laudate Dominum”, sul mettere in atto azioni specifiche di coerenza nel rispetto del Creato. Noi le abbiamo interpretate come invito a non ignorare la gravità della situazione nei nostri territori in Valsusa, per mettere in atto concrete azioni di Pace. Anche a lui i Cattolici hanno inviato il loro libro e proposto un incontro. Ci ha risposto recentemente che sarebbe disposto a parlarne anche col nuovo Vescovo di Susa il quale, peraltro, ha da poco incontrato il gruppo Cattolici per la Vita della Valle.
Fiduciosi in un prossimo incontro-confronto anche con lui, serio e costruttivo, vogliamo ora suggerire la volontà di accompagnarli entrambi in una visita sul posto perché sia dato loro di vedere con i propri occhi il livello di distruzione che sta andando avanti, lungo tutta la lunghezza della Valle, per toccare con mano il monito di papa Francesco: “Il mondo si sta sgretolando”.
Ora, in ascolto della Parola della Creazione e dei continui appelli di Papa Francesco per la salvaguardia del Creato, dinanzi al reale rischio di essere sull’orlo del precipizio, in un punto senza ritorno, chiedo alla mia Chiesa, laici, preti e vescovi tutti, di superare i silenzi, le rimozioni e le paure di questi problemi scottanti, per affrontare i rischi di non essere capiti dalla mentalità dominante, che poggia solo sul profitto e sul potere (e sulle strategie di deterrenza armata di guerra, basate sulle potenzialità di traffico di mezzi militari sempre più distruttivi).
Chiedo di impegnarsi invece con le proprie forze in tutte le scelte di PACE, con i popoli e con la Terra, con la gente di queste stupende montagne, che in questi anni sono stati sentinelle vive, sullo stile del Profeta Ezechiele, per la salvaguardia della Creato.
Il lavoro di PACE non è – come molti vorrebbero credere – una non-belligeranza passiva, che non affronta l’ostacolo, lascia correre, subisce e non prende posizione sulle imposizioni dei potenti.
Il lavoro di pace è impegnato e serio, si documenta a fondo, si fa carico dei problemi della propria gente, agisce disarmato, con animo mite, che ama anche il “nemico” e prega per lui, con la forza persuasiva della nonviolenza attiva, con la fede convinta nel Dio-della-Vita (non della Morte, non del Profitto, non dell’Imposizione armata).
Pensate che bello sarebbe agire in Valsusa – e nel mondo – con gli strumenti Cristiani alternativi
della: PACE = Nonviolenza + Comprensione + Disarmo + Amore per il Creato + per gli Uomini che lo abitano, lo curano e lo vivono come dono di Dio!
Vorremmo anche osare invitare il Papa stesso in questa visita e celebrare con lui e con tutti una Messa di PACE, magari di fronte a uno di quei presidi militarizzati.
I fratelli della Valsusa ci aspettano sul posto da 34 anni. Aspettano i loro Vescovi sognando che si affianchino alla loro pacifica lotta creativa e fedele, che parlino insieme col loro Papa ai cuori delle forze militarizzate: dai poveri soldatini morti di freddo, lontani dalle loro famiglie, a guardia armata dei Presidi NO-TAV, fino ai generaloni, ai Signori della Guerra, che hanno la sventura di credere solo nella forza delle ARMI, della DETERRENZA, del SOPRUSO e del TERRORE.
Mi piace chiudere con la famosa frase romanesca di Papa Wojtyla ai vescovi:
“Dàmose da fa’ e volémose bene” chiedendo a tutti noi credenti di prendere sul serio questa discriminante questione del TAV, che riguarda tutta la Valle e il nostro Piemonte, e rinnovando il richiamo a operare per la salvaguardia del Creato proposta da Papa Francesco, prima che sia troppo tardi.
Vi ringrazio, vi garantisco la mia preghiera e vi auguro ogni benedizione per il vostro Ministero.
Don Paolo Mignani
Operaio-prete e Prete-spazzino
Parroco di Mezzi Po (Settimo Torinese)
Convintamente deciso NO-TAV,
schierato con il coraggioso gruppo dei Cattolici per la Vita nella Valle
Settimo Torinese, Natale 2023