L’Italia nel confronto europeo presenta numerose carenze nel comparto dell’Istruzione e Ricerca. Il tasso di abbandono scolastico nella scuola dell’obbligo nel nostro Paese è per esempio dell’11,5%, superiore alla media europea del 9,6%. Le percentuali più alte si riscontrano in Sicilia (18,8%), in Campania (16,1%) e in Sardegna (14,7%). In generale la dispersione implicita, sebbene diminuita dal 9,8% del 2021 all’8,7% del 2023, mostra ancora valori superiori a quelli registrati prima della pandemia.
Il tempo pieno rappresenta uno strumento fondamentale per combattere la dispersione e, come mostrato anche dalla letteratura accademica, può portare benefici di breve, medio e lungo periodo, sia agli alunni che ai loro genitori. E il servizio mensa nelle scuole diventa fondamentale non solo per garantire l’estensione del tempo pieno, ma anche per garantire ai minori, soprattutto quelli in condizioni di maggior bisogno, il consumo di almeno un pasto sano ed equilibrato al giorno. Oltre ai benefici sulla salute dei minori, la mensa rappresenta anche un momento di socialità che può contribuire a rafforzare le cosiddette “soft skill” dei bambini e delle bambine. Nonostante questo, come dimostrato nel policy paper di Save the Children e dell’Osservatorio sui Conti Pubblici Italiani “Mense scolastiche: un servizio essenziale per ridurre le disuguaglianze”, i minori che possono usufruire del servizio mensa sono ancora pochi e ci sono forti disparità territoriali.
In Italia poco più di un bambino su due (55,2% degli alunni della scuola primaria) ha accesso alla mensa scolastica, con differenze territoriali molto rilevanti: si passa infatti dai valori compresi tra il 6% e l’8% nelle province di Palermo, Ragusa e Siracusa, al 96% di Firenze. Sono 5 Regioni del Sud a registrare le percentuali più basse di alunni che usufruiscono del servizio di refezione scolastica: l’11,2% in Sicilia, seguito dal 16,9% in Puglia, il 21,3% in Campania, il 25,3% in Calabria e il 27,4% in Molise. Liguria (86,5%), Toscana (82,7%) e Piemonte (79,4%) sono invece le Regioni più virtuose.
Secondo i dati del dossier, inoltre, 2 alunni della scuola primaria su cinque nel nostro Paese (40%) beneficiano del tempo pieno, con le percentuali più basse in Molise (9,4%), Sicilia (11,1%) e Puglia (18,4%) le più alte nel Lazio (58,4%), in Toscana (55,5%) e in Lombardia (55,1%). Il tempo pieno – la cui estensione è legata alla dotazione di mense nelle scuole – è, come si diceva, uno strumento fondamentale per combattere la dispersione scolastica e comporta un aumento dell’offerta formativa che genera benefici sia per gli studenti, accrescendone le possibilità di risultati scolastici migliori, sia per i genitori, con effetti positivi in particolare sull’occupazione femminile.
Rendere gratuita la mensa scolastica comporterebbe una spesa di Bilancio che oscilla tra i 243 milioni di € l’anno e i 2,4 miliardi di € circa, a seconda che il servizio sia offerto gratuitamente al 10% degli studenti delle scuole primarie o alla totalità. E’ quanto calcola il policy paper di Save the Children, partendo dall’attuale frequenza del servizio nei diversi Comuni e dai costi rilevati dall’ultima indagine effettuata sulle mense scolastiche da Cittadinanzattiva.
Per questo, Save the Children evidenzia la necessità di rendere l’offerta di un pasto sano al giorno un servizio pubblico essenziale per il quale stabilire uno specifico LEP (livello essenziale delle prestazioni), in accordo con quanto previsto dal Piano di azione nazionale per l’attuazione della Garanzia Infanzia.
Save the Children propone inoltre che: 1. sia istituito un “Fondo di contrasto alla povertà alimentare a scuola”, con dotazione pari a 2 milioni di euro per gli anni 2024, 2,5 milioni per il 2025 e 3 milioni a decorrere dal 2026, da destinare ai Comuni che utilizzano una quota del proprio bilancio per consentire l’accesso ai servizi mensa degli studenti della scuola primaria facenti parti di nuclei familiari che, a causa di condizioni oggettive di impoverimento durante l’anno scolastico, non riescono a provvedere al pagamento delle rette previste per la fruizione del servizio di ristorazione scolastica (ai fini della ripartizione, si tiene conto della rendicontazione dei Comuni rispetto all’anno precedente); 2. al fine di incrementare la quota di minori che usufruisce del servizio di refezione scolastica alla scuola primaria e ridurre le disparità territoriali esistenti, il Fondo di solidarietà comunale sia incrementato di un importo pari a 45 milioni di euro per l’anno 2024 (per garantire, tenuto conto dell’inflazione stimata, l’accesso gratuito all’1,7% della popolazione scolastica di riferimento), 107 milioni nell’anno 2025 (per garantire, tenuto conto dell’inflazione stimata, l’accesso gratuito al 4% della popolazione scolastica di riferimento), 219 milioni per il 2026 (per garantire, tenuto conto dell’inflazione stimata, l’accesso gratuito all’8% della popolazione scolastica di riferimento), 419 milioni nell’anno 2027 (per garantire, tenuto conto dell’inflazione stimata, l’accesso gratuito al 15% della popolazione scolastica di riferimento), 854 milioni per il 2028 (per garantire, tenuto conto dell’inflazione stimata, l’accesso gratuito all’30% della popolazione scolastica di riferimento), 1.163 milioni per il 2029 (per garantire, tenuto conto dell’inflazione stimata, l’accesso gratuito all’40% della popolazione scolastica di riferimento), 1.482 milioni per il 2030 (per garantire, tenuto conto dell’inflazione stimata, l’accesso gratuito al 50% della popolazione scolastica di riferimento), assicurando un vincolo di destinazione di utilizzo ai fondi ripartiti; 3. siano garantite soglie di esenzione, tariffe minime e massime uniformi su tutto il territorio nazionale da applicare a tutte le famiglie – residenti e non – secondo il principio di contribuzione progressiva sulla base del livello economico della famiglia stessa (ISEE) e con la possibilità di modificare la fascia di contribuzione a favore dell’utenza anche durante l’anno scolastico, presentando l’ISEE corrente.
Qui per scaricare il Report: https://s3.savethechildren.it/public/files/uploads/pubblicazioni/mense-scolastiche-un-servizio-essenziale-ridurre-le-disuguaglianze_1.pdf.