Il movimento BDS (Boicottaggio, Disinvestimento e Sanzioni) ha ottenuto un’importante vittoria: la PUMA è stata costretta a rinunciare alla sponsorizzazione dell’Associazione calcistica israeliana.
La Campagna palestinese per il boicottaggio accademico e culturale di Israele (PACBI), parte fondante del movimento BDS, accoglie con favore la notizia che la PUMA non rinnoverà il suo contratto con la Israel Football Association (IFA).
Dal 2018 la PUMA è bersaglio di una campagna BDS globale per il suo sostegno all’apartheid israeliano che opprime milioni di palestinesi. L’IFA gestisce e sostiene le squadre in insediamenti israeliani illegali su terre palestinesi rubate.
Le e-mail interne trapelate hanno rivelato che la PUMA ha subito enormi pressioni per ritirare il contratto.
Mentre Israele porta avanti il suo genocidio contro 2,3 milioni di palestinesi nella Striscia di Gaza occupata e assediata, uccidendo finora più di 18.000 persone, tra cui decine di calciatori, la pressione del boicottaggio è aumentata.
Gli anni di implacabile pressione globale del BDS sulla PUMA e il danno alla sua immagine dovrebbero essere una lezione per tutte le aziende che sostengono l’apartheid israeliano: la complicità ha delle conseguenze. È anche una lezione per la FIFA, profondamente complice e dominata dall’Occidente, che continua a proteggere Israele dalle sue responsabilità anche se le azioni dei coloni violano i suoi statuti.
Ringraziamo le centinaia di gruppi di solidarietà di base, atleti e squadre di tutto il mondo che hanno sostenuto l’appello di 215 squadre palestinesi a sfidare la PUMA. Questa vittoria del boicottaggio è amara perché la pulizia etnica dei palestinesi da parte di Israele continua, ma ci dà speranza e determinazione nel ritenere responsabili tutti i sostenitori del genocidio e dell’apartheid, finché tutti i palestinesi non potranno vivere in libertà, giustizia e uguaglianza.
Fonte: BDS con l’aiuto di BDS Grecia
Traduzione dall’inglese di Thomas Schmid.
Revisione di Anna Polo