Pressenza riproduce, in 10 capitoli, il dossier «Palestina : la pace passa attraverso il diritto» pubblicato a luglio 2022 da ritimo. Ecco il capitolo 4:
La storia dei Palestinesi risale lontano nel passato del Vicino Oriente. Tuttavia, la storia tragica del popolo palestinese ha radici nel desiderio del popolo ebraico di creare il proprio Paese su un territorio già occupato e nelle promesse contraddittorie delle potenze coloniali dell’inizio del XX secolo. Il desiderio di creare uno Stato ebraico inizia a manifestarsi alla fine del XIX secolo e si accelera al termine della Seconda Guerra Mondiale.
Le origini del conflitto
1890 : Preoccupato dai pogroms in Russie, il giornalista Theodor Herzl dichiara necessaria la creazione di uno Stato ebraico in Palestina e pubblica, nel 1896, Lo Stato Ebraico.
1897 : Il Congresso di Basilea è considerato l’evento fondatore del movimento sionista. Viene istituito un fondo nazionale ebraico, incaricato dell’acquisto di terre in Palestina.
1915 : Accordi Hussein-McMahon : i Britannici promettono agli Arabi la creazione di un regno sull’insieme della penisola arabica, dopo la loro vittoria sull’impero Ottomano.
1916 : Accordi segreti Sykes-Picot : il Regno Unito e la Francia concordano di dividersi il Medio Oriente in violazione dell’accordo Hussein-McMahon. Si prevede di porre la Palestina, sede dei luoghi santi, sotto uno status internazionale.
1917 : Dichiarazione Balfour : il Regno Unito promette al movimento sionista di contribuire alla creazione di un focolare nazionale ebreo in Palestina.
Il mandato britannico
1922 : La Società delle Nazioni Unite attribuisce il mandato sulla Palestina al Regno Unito.
1933 : Hitler è nominato cancelliere della Repubblica di Weimar. La politica antisemita del III Reich stimola l’immigrazione ebrea in Palestina. L’accordo commerciale “Haavara” è firmato tra le autorità sioniste ed il regime nazista.
1936-1939 : Grande rivolta palestinese contro l’occupazione britannica e contro la colonizzazione sionista; la repressione decima l’élite palestinese. Le milizie sioniste, la Haganah e l’Irgoun, si strutturano in un vero e proprio esercito.
1937 : Plan Peel, primo piano di condivisione attribuendo il 30% della Palestina al Yishouv (comunità ebrea).
1938 : Fallimento della conferenza d’Évian, il cui obiettivo era di venire in soccorso ai rifugiati ebrei, tedeschi e austriaci in fuga dal regime nazista.
1939 : Il libro bianco britannico sostiene l’indipendenza della Palestina entro il 1947, la sottomissione dell’immigrazione ebraica all’accordo degli abitanti arabi e misure che limitino l’acquisizione di terre da parte dei sionisti.
1941-1945 : Genocidio degli ebrei europei.
1942 : Il Programma di Biltmore è adottato a New York. I sionisti rivendicano uno Stato Ebraico sull’insieme della Palestina mandataria.
1946 : Scontri diffusi in Palestina.
Creazione dello Stato d’Israele e le conseguenze per i Palestinesi
1947 : Le Nazioni Unite votano la risoluzione 181 che divide la Palestina in uno Stato ebraico (56% del territorio), uno Stato arabo (44%) e una zona sotto tutela internazionale (Gerusalemme e Betlemme). I sionisti accettano, i Palestinesi rifiutano.
1948 : A marzo, Ben Gourion mette all’opera il piano Daleth di epurazione etnica. La metà delle espulsioni si produce così prima della prima guerra arabo-israeliana.
Lo Stato d’Israele è proclamato il 14 maggio. L’indomani scoppia la prima guerra arabo-israeliana all’iniziativa dei paesi arabi vicini. Israele occupa il 78% della Palestina mandataria. In totale, 400 villaggi arabi sono distrutti, portando all’esodo di 800.000 Palestinesi. È la Nakba, la catastrofe.
L’Assembla delle Nazioni Unite vota l’11 dicembre la risoluzione 194 che “decide che vi è motivo di consentire ai rifugiati che lo desiderano di tornare alle loro case il prima possibile.”
1950 : La legge sul ritorno è votata. Qualsiasi ebreo che lo richieda può immigrare in Israele e diventarne cittadino. Israele diventa membro delle Nazioni Unite.
1956 : Crisi del Canale di Suez implicando la Francia ed il Regno Unito a fianco d’Israele e seconda guerra arabo-israeliana. Massacro degli abitanti del villaggio palestinese Kafr’Kassem.
Resistenze palestinesi
1964 : Creazione a Gerusalemme dell’Organizzazione per la Liberazione della Palestina (OLP) sotto l’egida dell’Egitto.
1965 : Prima operazione armata del Fatah in territorio israeliano.
1967 : Terza guerra arabo-israeliana innescata da Israele, chiamata “dei sei giorni”. Occupazione di Gerusalemme-est, della Cisgiordania e di Gaza ed anche del Golan siriano e del Sinaï egiziano. Gli israeliani proclamano Gerusalemme unificata la capitale d’Israele. Esodo di 200.000 Palestinesi e di 150.000 Siriani del Golan. Debutto della colonizzazione della Cisgiordania.
1968 : L’OLP ottiene l’indipendenza dagli Stati Arabi.
1969 : Al Fatah ed il Fronte di Liberazione della Palestina (FDLP) si dichiarano a favore di uno “Stato palestinese democratico e laico” in cui gli ebrei, i cristiani ed i musulmani sarebbero uguali.
1970 : Il conflitto detto “Settembre nero” inizia quando, su richiesta degli Stati Uniti, re Hussein di Giordania liquida le forze palestinesi nel paese. I combattenti palestinesi si rifugiano in Libano.
1972 : L’operazione del commando “Settembre Nero” ai Giochi Olimpici di Monaco porta alla morte di diversi atleti israeliani.
1973 : Quarta Guerra arabo-israeliana conosciuta come “Yom Kippur” iniziata da Egitto e Siria ma vinta da Israele.
1974 : La Liga araba e l’ONU riconoscono la rappresentatività dell’OLP ed i diritti legittimi dei Palestinesi.
1975 : Guerra civile in Libano. I palestinesi combattono a fianco delle forze islamico-progressiste contro le falangi della destra cristiana appoggiate da Israele.
La Risoluzione 3379 dell’Assemblea Generale delle Nazioni Unite equipara il sionismo a una forma di razzismo e discriminazione razziale. Questa risoluzione è stata revocata nel dicembre 1991 con la risoluzione 46/86 dell’Assemblea Generale delle Nazioni Unite.
1976 : Il 30 marzo, una nuova onda d’espropriazione delle terre provoca un’importante manifestazione ed uno sciopero generale. Quest’ultimo è violentemente represso. In memoria, la “giornata della Terra” è consacrata, ogni anno, a questa data.
1977 : In Israele, vittoria elettorale del Likoud e intensificazione della colonizzazione. Menahem Begin afferma la sua volontà di realizzare “Eretz Israele”, ovvero “la Grande Israele”. Visita storica del presidente egiziano Anwar al-Sadat in Israele, primo dirigente arabo a metterci piede. Nascita del movimento Shalom Akhshav (“La pace adesso!”).
1978 : Israele invade il Libano del Sud. Gli accordi israelo-egiziani di Camp David firmati a Washington sotto l’egida del presidente degli Stati Uniti segnano la pace “separata” tra Egitto e Israele.
1980 : Annessione di Gerusalemme Est da parte d’Israele.
1981 : Annessione del Golan siriano. Assassinio del presidente egiziano Anwar al-Sadat.
1982 : Israele evacua il Sinaï e invade il Libano.
1982-1983 : Operazione “Pace in Galilea”, l’esercito israeliano assedia Beirut. L’OLP è costretta a lasciare il Libano. I Falangisti, una milizia libanese, massacrano i palestinesi nei campi di Sabra e Shatila in Libano, con l’appoggio degli israeliani.
1987-1989 : Prima « Intifada » (sollevamento) detta “la rivolta delle pietre”, una resistenza popolare che durerà più di quattro anni. La repressione da parte dell’esercito israeliano porta la morte di più di 2000 palestinesi.
1988 : Durante la 19a sessione del Consiglio Nazionale Palestinese, l’OLP proclamò lo Stato indipendente di Palestina, dichiarò la sua adesione alle risoluzioni 181, 242 e 338 delle Nazioni Unite e ribadì la sua condanna del terrorismo. Yasser Arafat conferma il riconoscimento di Israele davanti all’Assemblea Generale delle Nazioni Unite.
Il tempo delle negoziazioni
1991 : Guerra del Golfo. Conferenza di pace arabo-israeliana a Madrid, iniziata dagli Stati Uniti e dall’URSS.
1992 : Vittoria elettorale del partito Laburista. Yitzhak Rabin diventa Primo ministro d’Israele.
1993 : Accordi detti “d’Oslo”, a seguito di alcune negoziazioni segrete tra l’OLP ed il governo Rabin. Mettono fine alla prima Intifada.
1994 : Installazione dell’Autorità Nazionale Palestinese (ANP) a Gaza e Gerico. Massacro di 29 palestinesi da parte di un colono israeliano nella Grotta dei Patriarchi a Hebron. Accordi di Parigi su questioni economiche. Trattato di pace tra Israele e Giordania.
1995 : Accordo di Taba, “Oslo II”. Le zone A, B e C sono delimitate nei Territori occupati. Yitzhak Rabin è assassinato per mano di un ultra nazionalista israeliano.
1996 : Creazione ed elezione del Consiglio legislativo palestinese. Yasser Arafat è eletto presidente dell’ANP, il quale elimina dalla Carta Nazionale Palestinese gli articoli che mettono in discussione l’esistenza di Israele. Vittoria elettorale per Benyamin Netanyahu (Likud).
1997 : Protocollo sul ridispiegamento israeliano a Hebron. Intensificazione della colonizzazione a Gerusalemme Est.
1998 : Progetto israeliano di una municipalità unica per Gerusalemme che equivale all’annessione delle colonie della “Grande Gerusalemme”.
1999 : Fine del periodo di autonomia provvisoria durante il quale le parti dovevano trovare una soluzione definitiva a grandi questioni (Gerusalemme, profughi, confini, ecc.). Vittoria elettorale per Ehud Barak, laburista e Primo ministro israeliano.
2000 : Ritiro israeliano dal Libano. Fallimento del vertice di Camp David. La provocazione di Ariel Sharon sull’Esplanade des Mosques portò alla seconda Intifada. Israele distrugge le strutture dell’Autorità Palestinese a Gaza. In Israele si verificano molti attacchi suicidi. Fallimento degli accordi di Oslo.
2001 : L’intransigenza di Ehud Barak su Gerusalemme, le frontiere e la questione dei rifugiati porta al fallimento dei negoziati di Taba. Ariel Sharon vince le elezioni e diventa Primo Ministro. Detenzione forzata di Yasser Arafat a Ramallah. Attentato al World Trade Center di New York.
2002 : Ariel Sharon respinge l’iniziativa di pace araba adottata all’unanimità dagli Stati della Lega Araba. Il giorno successivo, l’operazione “Rampart” portò alla brutale rioccupazione delle zone autonome palestinesi. Inizia la costruzione del muro di “separazione”. George W. Bush condiziona la creazione di uno Stato palestinese a una “nuova e diversa leadership palestinese”.
2003 : Gli Stati Uniti impongono la nomina di Mahmoud Abbas a primo ministro dell’ANP. Presentazione del Patto di Ginevra. L’Unione Europea (UE) inserisce il ramo politico di Hamas nella lista delle “organizzazioni terroristiche”. Risoluzione dell’Assemblea Generale delle Nazioni Unite che chiede di fermare la costruzione del muro. Invasione dell’Iraq da parte degli Stati Uniti.
2004 : Esecuzioni extra-giudiziarie da parte d’Israele dello sceicco Ahmed Yassine e di Abdelaziz Al-Rantissi, capi spirituali di Hamas. Marwan Barghouti, militante palestinese e deputato, è condannato cinque volte all’ergastolo. La Corte internazionale di giustizia dichiara la costruzione del muro contrario al diritto internazionale. Decesso di Yasser Arafat.
2005 : Mahmoud Abbas è eletto presidente dell’ANP. Israele si ritira dalla Striscia di Gaza, di cui tuttavia controlla tutta la gestione, trasformandola in un ghetto. La società civile palestinese lancia l’appello BDS (Boicottaggio, Disinvestimento e Sanzioni).
2006 : Vittoria di Hamas alle elezioni legislative nei Territori occupati. Nonostante il riconoscimento dell’equità del processo elettorale, l’UE sospende i suoi aiuti all’ANP. Israele sospende la retrocessione dei dazi doganali all’ANP. L’esercito israeliano lancia le operazioni “Pioggia estiva” contro la Striscia di Gaza e “Punizione adeguata” contro il Libano.
2007 : Nonostante un accordo sulla formazione di un governo d’unione, gli scontri interpalestinesi a Gaza portano alla presa del territorio da parte di Hamas.
Vicolo cieco: la colonizzazione continua nella totale impunità
2008 : Dopo cinque mesi di tregua, Israele riprende gli omicidi extragiudiziali di membri di Hamas che risponde con il lancio di razzi. Operazione “Piombo Fuso” contro la Striscia di Gaza.
2009 : L’esercito israeliano fa uso d’armi proibite contro gli abitanti di Gaza. Rapporto del giudice Goldstone sull’attacco israeliano contro Gaza. L’ONU cede alle pressioni degli Stati Uniti e rinvia il voto sul deferimento alla Corte penale internazionale.
2010 : L’esercito israeliano attacca la Freedom Flotilla avviata dal movimento internazionale di solidarietà con il popolo palestinese con l’obiettivo di rompere il blocco di Gaza; l’assalto provoca la morte di almeno nove passeggeri. Barack Obama costringe Mahmoud Abbas a riprendere i colloqui diretti con Benjamin Netanyahu a Washington, senza risultato.
2011 : Richiesta di adesione dello Stato palestinese all’ONU. Voto della Palestina per l’adesione all’UNESCO. Gli Stati Uniti pongono il veto al Consiglio di Sicurezza dell’ONU sulla condanna della colonizzazione.
2012 : La Palestina diventa Stato osservatore all’ONU. Assassinio, per mano dei servizi israeliani, di Ahmed Jabari, responsabile di Hamas e principale interlocutore del governo israeliano. Operazione israeliana “Colonna di nuvola” contro la striscia di Gaza.
2013 : Ripresa dei colloqui tra le forze israeliane e palestinesi a Washington.
2014 : Nuovo fallimento dei negoziati di pace israelo-palestinesi guidati dal segretario di Stato americano John Kerry. Operazione israeliana “Protective Edge” contro Gaza. Rivolta dei palestinesi di Gerusalemme per protestare contro la colonizzazione.
2015 : Benjamin Netanyahu vince le elezioni con il programma “No allo Stato palestinese”. Rapporto dell’organizzazione “Breaking the silence” sui crimini di guerra israeliani. Aumento degli attacchi ai villaggi palestinesi in Cisgiordania da parte di gruppi di coloni. La colonizzazione israeliana continua. La Palestina diventa il 123esimo membro della Corte Penale Internazionale (CPI). Ora può agire come Stato all’interno di questa organizzazione internazionale e votare lì.
2016 : Il Consiglio di Sicurezza dell’ONU adotta la risoluzione 2334 che condanna, come nel 1980, la colonizzazione israeliana nei Territori palestinesi occupati.
Un popolo in piedi che resiste
2017 : Il governo israeliano, l’esercito e i coloni accelerano le violenze. I palestinesi, attraverso mobilitazioni nonviolente, riconquistano il potere. In particolare, ottengono la rimozione dei cancelli di controllo agli ingressi dell’Esplanade des Mosques. Il presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, riconosce Gerusalemme come capitale di Israele ma l’Assemblea Generale dell’ONU disapprova, a larga maggioranza, questo riconoscimento unilaterale.
2018 : 30 marzo: in occasione della Giornata della Terra in Palestina (giornata di protesta contro la confisca delle terre palestinesi da parte di Israele) iniziano a Gaza le “Grandi Marce del Ritorno” [1]. Queste manifestazioni, organizzate ogni venerdì fino a dicembre 2019, vengono represse violentemente dall’esercito israeliano. Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), 348 palestinesi sono stati uccisi dal fuoco dell’esercito israeliano e altri 7.800 sono rimasti feriti da colpi di arma da fuoco.
14 maggio: Gli Stati Uniti inaugurano ufficialmente la loro ambasciata a Gerusalemme.
19 luglio: Promulgazione da parte di Israele della legge conosciuta come “Stato nazionale del popolo ebraico” che fa della colonizzazione un valore nazionale da incoraggiare e adotta misure discriminatorie contro gli arabi israeliani che rappresentano il 20% della popolazione, in particolare ritirando all’arabo il suo status di lingua ufficiale alla pari dell’ebraico.
2019 : La Corte di Giustizia dell’Unione Europea (CGUE) conferma che i prodotti provenienti dagli insediamenti israeliani nei territori occupati devono contenere un’indicazione esplicita della loro origine.
2020 : A gennaio il piano di pace del presidente degli Stati Uniti Donald Trump, che prevede l’annessione degli insediamenti, viene immediatamente respinto dai palestinesi.
17 maggio: Il governo di unità nazionale di Benjamin Netanyahu e Benny Gantz dichiara che Israele intende annettere, nel luglio 2021, la Valle del Giordano e gli insediamenti situati in Cisgiordania.
15 settembre: Accordi di Abraham, trattati di “pace” firmati tra Emirati Arabi Uniti (EAU), Sudan, Bahrein, Marocco e Israele, sotto la supervisione degli Stati Uniti, con l’obiettivo di “normalizzare” le relazioni tra alcuni leader arabi e Israele.
2021 : A maggio aggressione israeliana contro il popolo palestinese: pulizia etnica ed espulsione delle famiglie palestinesi da Gerusalemme Est, repressione dei fedeli nella moschea di Al Aqsa, azioni violente di gruppi sionisti contro i giovani palestinesi, offensiva israeliana nella Striscia di Gaza. Le elezioni legislative palestinesi di maggio sono rinviate a tempo indeterminato dall’Autorità Palestinese finché non sarà “garantito” lo svolgimento del voto a Gerusalemme Est, annessa da Israele. I palestinesi divisi dal potere coloniale israeliano in tre frammenti separati (Gaza, Cisgiordania e palestinesi all’interno di Israele), rivendicano di lottare insieme contro la violenza di cui sono vittime da parte di Israele.
Giugno: Insediamento del nuovo primo ministro israeliano, Naftali Bennett (estrema destra, partito Yamina). Le elezioni presidenziali palestinesi, che avrebbero dovuto svolgersi il 31 luglio, vengono rinviate a tempo indeterminato. Inaugurata la prima ambasciata degli Emirati Arabi Uniti (EAU) in Israele.
2022 : Febbraio: rapporto di Amnesty International sull’apartheid imposto da Israele ai palestinesi in Israele, già denunciato da B’Tselem e Human Rights Watch.
12 maggio: Shireen Abu Akleh, giornalista del canale arabo Al-Jazeera, viene ucciso in Cisgiordania dal fuoco dell’esercito israeliano.
Traduzione dal francese di Angelica Mengozzi. Revisione di Thomas Schmid.
I precedenti capitoli del dossier già pubblicati in italiano:
Capitolo 1: https://www.pressenza.com/it/2023/11/palestina-la-pace-passa-attraverso-il-diritto-introduzione-1/
Capitolo 3: https://www.pressenza.com/it/2023/11/palestina-la-pace-passa-attraverso-il-diritto-glossario-3/