In comune, nessi per un’antropologia ecologica è un volume uscito quest’anno da Castelvecchi e firmato da Carlo Perazzo.
La prima sensazione che mi ha dato leggere questo volume è stata quella di ritornare in seno all’antropologia e comprenderne il senso profondo.
“Che sciocchezza!” direte voi: di cosa potrebbe parlare un volume scritto da un antropologo, così come si definisce l’autore?
Il problema è che sono anni che mi imbatto in versioni computerizzate delle Scienze Sociali e che leggerne una che mi riporta ai problemi di fondo dell’Umanità mi pare quasi un miracolo.
L’autore, come suggerisce il sottotitolo, cerca legami tra i grandi problemi che sta affrontando l’umanità e lo fa, innanzi tutto, con un chiaro schieramento dalla parte di chi vuol cambiare radicalmente il mondo e a partire da una definizione dell’Essere Umano che perfino gli antropologi sembrano avere perso.
Il tema cruciale è, Per Perazzo, capire come ci siamo cacciati, come specie umana, in questo casino di crisi ecologica e nonsenso sociale. Per farlo l’autore esplora varie categorie e varie teorie che, come ogni buono studioso, dovrebbero aiutare lui stesso e il lettore a comprendere.
Un tema decisivo è quello della partizione, cioé dell’essersi separati artificialmente dal proprio ambiente, credendo di esserne separati, con le conseguenze antropologiche, scientifiche e sociali del caso.
Lo scopo ultimo è un’antropologia ecologica dell’essere in comune, tema ricorrente in molte espressioni dei movimenti di base che stanno caratterizzando un nuovo paradigma di lotte che anche quando sono locali guardano al bene comune come marrssimo valore.
Un libro che contrasta nella pratica la tendenza alla parcellizzazione e ri-costruisce una ragnatela di legami tra fenomeni che normalmente si tende a tenere separati e che invece servono a una comprensione più profonda della crisi che stiamo vivendo. Una crisi che, come sempre, ci offra una nuova opportunità.
Il libro si arricchisce di una vasta bibliografia molto citata dall’autore e che quindi diventa non uno sfoggio di sapere ma l’occasione per il lettore di altre letture e riletture nei numerosi campi che il libro esplora: poesia, filosofia, antropologia, ecologia, scienza.