Dopo il 7 ottobre, l’aggressione israeliana contro i palestinesi in Cisgiordania è senza freni. Esercito e coloni si scagliano sui civili. Jenin è sotto costante attacco.

Wisam Baker, direttore dell’ospedale governativo di Jenin, torna a parlare delle criticità vissute dal nosocomio, nosocomio che, oltre a vivere inperenne stato di accerchiamento dalle forze israeliane, subisce assalti ogni volta che queste fanno irruzione nel campo profughi, con cui la struttura confina.

Dottore può descrivere la situazione?

Da qualche giorno l’ospedale è circondato da veicoli militari, presenti fin nel cortile interno dell’ospedale: i mezzi sono stati posizionati in modo da impedire alle ambulanze e ai civili di raggiungere l’ospedale stesso.

Anche laddove un’ambulanza ottenesse il permesso di transito dell’ospedale, le procedure sono estenuanti e i mezzi sono fermati e ispezionati dentro e fuori, compresi il personale e i feriti trasportati.

L’”autorizzazione” per le ambulanze da parte delle forze israeliane è una pratica illegale secondo il diritto internazionale, impunemente perpetrata.

L’obiettivo delle forze sono i feriti. Devono essere arrestati e non ricevere servizi salvavita, men che mai se, per ricevere le cure, devono essere raggiunti in un’area remota dall’ospedale.

Si attaccano i presidi ospedalieri per attaccare la popolazione?

Questa è ormai la legge non scritta. I soldati israeliani hanno posto l’ospedale sotto assedio rendendo difficile a chiunque raggiungerlo. Oltre a essere esso stesso un obiettivo per i soldati israeliani con i proiettili che entrano dalle finestre.

In più di un’occasione le forze israeliane hanno colpito con razzi la parte anteriore dell’ospedale.

Ci sono cecchini di stanza nell’area intorno. Durante un recente raid, un dipendente dell’ospedale stava lavorando in esterno, nel cortile, ed è stato improvvisamente colpito alla testa dalle forze israeliane. È morto.

Come è possibile verificare quanto sta affermando?

I fatti sono documentati dalle telecamere dell’ospedale, a disposizione della comunità internazionale.

Le vittime sono per lo più giovani uomini, ma ci sono anche adolescenti, bambini e donne.

Il livello di violenza è inimmaginabile.

Comprensibilmente al momento c’è molta attenzione su ciò che sta accadendo a Gaza ma il mondo deve sapere che il popolo palestinese vive un assedio continuo e estenuante anche nella Cisgiordania occupata.

Anche qui è in corso un genocidio e trovare riparo è quasi impossibile. I bulldozer distruggono strade, infrastrutture, vita.

L’efferatezza coinvolge tutti, figli, madri, anziani. Le disabilità permanenti hanno infestato la popolazione.

C’è orrore ovunque si guardi.

Cosa si sente di dire alla comunità internazionale?

Finché laa comunità internazionale sarà silente, la ferocia indiscriminata per parte israeliana  non potrà che aumentare.

Gli ospedali stessi non hanno alcuna protezione dalla violenza militare. Mancano le tutele per le ambulanze e il personale medico.

Le minacce alla sicurezza aumentano quando il personale sanitario deve spostarsi tra ospedali o deve uscire all’esterno del nosocomio. I soldati israeliani lo costringono a terra, sparando, urlando, intimidendo.

Non vige il diritto ma il terrore, esercitato dall’esercito e rafforzato dai coloni, posizionati altrettanto lungo le strade principali a vigilare per impedire alle ambulanze di raggiungere i feriti, ai media di documentare la violenza e ai civili palestinesi di vivere in pace.

 

 

Nota: questa intervista è basata sulla testimoninaza resa dal dottor Wisam Baker a Paul Salvatori, Senior Producer di TRT World), la traduzione è a cura della redazione. E’ possibile consultare l’articolo originale qui