Lunedì 11 dicembre un gruppo di anziani ebrei si è incatenato ai cancelli della Casa Bianca, chiedendo all’amministrazione Biden di smettere di finanziare il genocidio dei palestinesi di Gaza da parte di Israele e di sostenere un cessate il fuoco permanente. L’azione è avvenuta poche ore prima della prevista accensione della Menorah alla Casa Bianca per la festività ebraica dell’Hanukkah.
I membri di Jewish Elders for Palestinian Freedom hanno anche tentato di leggere i nomi dei 17.000 palestinesi che le Forze di Difesa Israeliane (IDF) hanno ucciso da ottobre, a partire da Mahdiya Abdullah Abdul Wahab Halawa, 93 anni, sopravvissuto alla Nakba del 1948.
Diciotto membri del gruppo sono stati arrestati per la loro azione di protesta, organizzata in parte con Jewish Voice for Peace e accusati di reati federali per violazione di domicilio.
Nelle dichiarazioni rilasciate a Truthout, i manifestanti hanno spiegato i motivi della loro azione.
“Gli Stati Uniti stanno armando e finanziando il massacro di palestinesi, non per la sicurezza degli ebrei ma per i propri interessi”, ha dichiarato Sarah Schulman, 65 anni, borsista del Guggenheim. “Biden, smettila di usarci. I palestinesi dovrebbero essere liberi”.
“Non lasciate che vi dicano che è complicato. I palestinesi vengono massacrati”, ha detto Karen Ackerman, 70 anni, ex direttrice politica dell’AFL-CIO (la più grande organizzazione sindacale degli Usa), sottolineando che il massacro dei palestinesi da parte di Israele comprende anche il blocco degli aiuti umanitari, privando il popolo palestinese di cibo, acqua e supporto sanitario. “Non è mai stato così importante agire”.
“La mia famiglia è sopravvissuta all’Olocausto, quindi conosco il prezzo del silenzio. Ora mi rifiuto di tacere”, ha dichiarato Deb Kaplan, 69 ann, esperta di giustizia riproduttiva e sostenitrice della salute materno-infantile.
Gli Stati Uniti hanno recentemente saltato il consueto processo di approvazione del Congresso per l’invio a Israele di oltre 14.000 proiettili per la sua incessante campagna di bombardamenti contro Gaza. L’esercito israeliano ha già utilizzato più di 22.000 bombe fornite dagli Stati Uniti, comprese quelle al fosforo bianco, negli attacchi contro il Libano nel nord del Paese – un’azione che, secondo i sostenitori dei diritti umani, dovrebbe essere indagata come crimine di guerra.
Sempre lunedì, una dozzina di persone ha partecipato a un “die-in” davanti alla Casa Bianca, per ribadire la responsabilità del governo Usa rispetto alle atrocità che sta commettendo Israele, ormai riconosciute a livello mondiale.
La protesta, organizzata dalla fondatrice e attivista di Humanity Lab Hazami Barmada, si è svolta anche a sostegno dei funzionari dell’amministrazione che, pur essendo favorevoli al cessate il fuoco, temono di esprimere il proprio parere. “Abbiamo sentito dire dal personale dell’amministrazione che la nostra presenza qui ha contribuito a fare pressione su di loro, il che per noi è un segno di successo”, ha dichiarato Barmada.
Entrambe le proteste hanno avuto luogo poche ore prima di un ricevimento di Hanukkah alla Casa Bianca. All’evento erano attesi quasi 800 ospiti, tra cui i sopravvissuti all’Olocausto, ha riferito ABC News.
Alla data di lunedì, le forze israeliane hanno ucciso almeno 18.000 palestinesi a Gaza, tra cui 7.729 bambini. L’assedio israeliano ha inoltre ferito 50.000 palestinesi e smantellato sistemi sanitari critici.
Gli appelli per un cessate il fuoco e la fine dell’occupazione si sono moltiplicati nelle ultime settimane, con centinaia di migliaia di americani scesi in piazza in solidarietà con la Palestina, ma nonostante il diffuso sostegno al cessate il fuoco tra gli elettori statunitensi, i politici di entrambi i partiti sono rimasti fermi nel loro sostegno al genocidio di Israele a Gaza. La settimana scorsa, gli Stati Uniti sono stati l’unico Paese del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite, composto da 13 membri, a votare contro una risoluzione che chiedeva l’immediato rilascio di tutti gli ostaggi israeliani e il cessate il fuoco, ponendo così il veto alla risoluzione.
12 dicembre 2023
Traduzione dall’inglese di Gaia Sartori Pallotta