La Commissione Europea ha deciso di non chiudere la petizione sul Depuratore del Garda presentata mercoledì dal Presidio 9 Agosto a Bruxelles, ma di voler effettuare approfondimenti sulla vicenda.

«Bene la richiesta della nostra europarlamentare Maria Angela Danzì alla Commissione Europea di non chiudere la petizione sul depuratore del Garda e anzi di venire in Italia per effettuare un’ispezione e acquisire i dati dagli enti locali. È sicuramente positivo che la voce dei rappresentanti del Comitato 9 Agosto sia arrivata anche in Europa» – ha dichiarato Paola Pollini (Consigliera regionale M5s Lombardia) – «Presto la loro petizione arriverà al Parlamento Europeo, anche grazie al parere unanime ricevuto dalla Commissione PETI. Se l’iter andrà avanti saremo i primi a metterci a disposizione dei territori, qualora invece le Istituzioni europee valutassero di ritornare la palla in mano alle Istituzioni italiane, torneremo a incalzarle affinché tutte le incongruità e le criticità di questo progetto emergano in maniera chiara, di modo da chiudere questo pericoloso capitolo per la tutela dell’ambiente e del territorio».

In PETI, la Commissione che si occupa delle petizioni, mercoledì pomeriggio sono stati auditi Piera Casalini e Sergio Aurora in rappresentanza del Comitato 9 agosto firmatario della petizione.
La case handler per la Commissione europea, Lucie Rollini, non ha dato le risposte ad alcuni punti in sospeso della vicenda del depuratore ma ha annunciato che presto le invierà al Parlamento europeo. La sua intenzione sembra essere quella di chiudere la petizione, nonostante il parere unanime della Commissione PETI di tenerla aperta e verificare dettagli mancanti. Durante l’audizione è stato rilevato da Casalini e da Danzì come sia venuto meno il coinvolgimento nei processi decisionali delle comunità e degli enti locali – sindaci della Valle del Chiese e Provincia di Brescia compresi – e di come vi siano nuove normative europee con le quali il progetto entrerebbe in ulteriore contrasto.

La Commissione, a cui le richieste sono state fatte dai presidianti e dai parlamentari che sostengono l’azione, si riserva di acquisire i dati dagli enti interessati, avendo già precedentemente espresso un parere di chiusura e rimandando il tutto alla giurisprudenza italiana. Per adesso la strada è ancora lunga da percorrere ed è tutto in alto mare.