Il 13 dicembre alle ore 11, una delegazione di 6 attivisti, in rappresentanza del coordinamento regionale per la pace, nelle persone dell’avv. Ugo Gianangeli, Beppe Corioni, Franco De Psquale, Aldo Calenda, Sergio Pietrobon e Marcella Ferrante, è stata ricevuta in Prefettura dal Capo di Gabinetto dott.ssa Maria Amabile. La necessità di questo incontro nasce in continuità con l’iniziativa partita da Brescia che ha depositato, il 2 ottobre, la Denuncia alla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Roma, contro la presenza illegale di armi nucleari in Italia, sia in termini di motivazioni che di contenuti e a fronte degli attuali scenari di guerra.

Premesso che Bergamo, unitamente ai Comuni di Almenno San Bartolomeo, Barbata, Castel Rozzone, Costa Volpino, Fara Olivana con Sola, Gandellino, Gandino, Rovetta e Scanzorosciate, è dal 2018 una delle oltre 500 città italiane “Mayors for Peace” (Rete internazionale nata in Giappone per proteggere le città da un destino come quello toccato a Hiroshima e Nagasaki) e che l’Italia ha ratificato, il 24 aprile 1975, il Trattato di non proliferazione (TNP) che si basa sul principio che gli Stati in possesso di armi nucleari si impegnano a non trasferire armi di tale natura a quelli che ne sono privi, mentre questi ultimi, Italia compresa, si obbligano a non ricevere e/o acquisire il controllo diretto o indiretto di ordigni nucleari, il Comitato Cittadino per la Pace e il Disarmo, vuole sottolineare al Prefetto come il rischio di conflitto nucleare non sia mai stato così elevato e che il tempo che abbiamo a disposizione per ridurre questo rischio è davvero poco ma, dal comportamento dei Governi, sembra che non ci sia la minima consapevolezza della pericolosità del “gioco a cui stanno giocando”, considerando anche l’applicazione della Intelligenza Artificiale a questi sistemi e tenendo conto che armi/ordigni nucleari come le B61-12, considerate ”armi di teatro guerra”, in realtà hanno potere distruttivo fino a 3 volte e mezzo quello delle bombe di Hiroshima e Nagasaki. Un’esplosione nucleare bellica o accidentale causerebbe, secondo Greenpeace, tra i 2 e i 10 milioni di morti in Lombardia, da questo discende che la popolazione debba essere informata dei pericoli che corre in caso di conflitto o incidente atomico.

Il Comitato Cittadino per la Pace e il Disarmo, a fronte dei rischi di un conflitto nucleare e considerata la presenza di questi arsenali di armi nucleari negli aeroporti di Ghedi e Aviano, dopo aver formalmente chiesto al Prefetto la visione del “Piano di Emergenza per la gestione delle emergenze radiologiche, radioattive e nucleari” per la popolazione di Bergamo e Provincia, ha chiesto per quanto sopra scritto in merito agli obblighi di cui è investito, che si attivi urgentemente nell’informare i cittadini del reale stato di “emergenza guerra” e si coordini con le Prefetture lombarde.