I movimenti territoriali non hanno niente a che vedere con la rappresentanza politica. Sono espressione della società. Sono protagonismo degli abitanti
Si erano illusi di trovare un territorio pacificato. Si erano illusi che sarebbero bastate poche balle per convincere gli abitanti dello Stretto. Si erano illusi che ci saremmo bevuti il ponte green e i 100.000 posti di lavoro. Insomma, si erano illusi che il movimento No ponte non ci fosse più. E invece si sono ritrovati 3 manifestazioni in pochi mesi con migliaia di persone in piazza e una promessa: ci vediamo sui cantieri.
Ci sarà ora, come sempre, la girandola dei numeri. A noi non importa nulla. L’abbiamo detto a Torre Faro, l’abbiamo detto il 12 agosto. Lo diciamo oggi. Eravamo una marea.
All’interno di questa moltitudine abbiamo scelto di esserci con le modalità di sempre. Facendo prevalere le bandiere No ponte su quelle delle singole identità organizzate, portando in piazza le bandiere degli altri movimenti in lotta, secondo un pensiero intersezionale che non scinde i mille conflitti che attraversano la società.
Di questa giornata portiamo, però, con noi un dispiacere. Quelle prime file sotto il palco con sole bandiere di partito non rendono conto della storia del nostro movimento e non promettono nulla per il futuro.
La lotta contro il ponte verrà vinta dalla mobilitazione degli abitanti dei territori dell’area dello Stretto e dalla partecipazione degli altri movimenti territoriali con i quali intratteniamo un rapporto di reciprocità.
Andremo avanti così, continuando a organizzare la resistenza al mostro sullo Stretto.
ORA E SEMPRE NO PONTE
comunicato Movimento NoPonte