Verte, com’è noto, sulla lesione del diritto alla salute il ricorso intentato da una ventina di residenti di Vanchiglietta contro il Comune di Torino, per impedire l’abbattimento dell’intera alberata di corso Belgio.
Basandosi sulla letteratura scientifica riguardante i benefici della presenza di alberi in ambiente urbano, i ricorrenti ritengono che la rimozione delle piante esistenti possa arrecare un danno alla loro salute. Tale danno non si eviterebbe sostituendo gli alberi con un numero pressoché uguale di altri che, ammesso che attecchiscano, dovranno crescere prima di pareggiare i servizi ecosistemici dei predecessori.
I ricorrenti si sono affidati a un esperto di fama internazionale, il dott. Daniele Zanzi, che ha rimesso in piedi alberi colossali come il cipresso del Kashmir sradicato da una tempesta sull’Isola Madre del Lago Maggiore. L’approccio di Zanzi è conservativo, non solo per un profondo amore verso gli alberi e in ossequio ai dettami classici dell’ecologia, ma perché l’entità dei servizi ecosistemici svolti dagli alberi è proporzionale alla grandezza dell’esemplare e della specie.
Il Comune di Torino ha scelto come proprio CTP il prof. Francesco Ferrini dell’Università di Firenze, arboricoltore pure autorevole (nonché Presidente del Distretto Rurale Vivaistico Ornamentale di Pistoia), favorevole alla sostituzione delle alberate come prassi di agronomia urbana. Una prassi di cui il progetto di corso Umbria e corso Belgio rappresenterebbe un “tentativo sperimentale” (secondo un tecnico comunale), mirante a superare l’avversione (“tabù”) dei cittadini.
In effetti la scelta di un consulente importante come Ferrini da parte del Comune sembra implicare che in gioco ci sia molto di più della settantina di esemplari di Acer Negundo (tutti sani) già abbattuti in corso Umbria e dei 241 di corso Belgio per i quali il ricorso ha sospeso l’indiscriminata condanna a morte: è forse in essere un confronto tra due visioni opposte sul futuro del verde urbano.
Il tentativo di conciliazione esperito dal CTU su richiesta del Giudice nelle settimane scorse non è andato a buon fine, perché il Comune non ha receduto dal proprio disegno di sostituire l’intera alberata, proponendo soltanto di spalmarne su più anni la realizzazione: poiché la tempistica indicata era sostanzialmente quella con cui l’Amministrazione procederebbe a realizzare il progetto se dovesse vincere la vertenza, i ricorrenti hanno respinto tale offerta inconsistente.
Il fatto più significativo, tuttavia, è stato che il 28 novembre il Giudice ha accolto l’istanza presentata dall’Avv. Virginia Cuffaro, che difende i ricorrenti, con cui si chiedeva l’estensione del quesito peritale originariamente formulato dal Giudice, che si concentrava sullo stoccaggio e l’assimilazione dell’anidride carbonica, gas le cui emissioni impattano sul clima del nostro pianeta.
La riduzione dell’assorbimento della CO2 conseguente all’abbattimento di un viale cittadino non ha quindi rilevanza immediata sulla salute dei residenti, ma un (minimo, ma non per questo trascurabile) impatto globale e può quindi essere compensata deasfaltando suolo o piantando alberi anche a grandissima distanza. Molti altri servizi ecosistemici degli alberi, invece, tra i quali quelli importanti per la salute umana citati nel ricorso, hanno effetto locale, e quindi il loro depauperamento non si risolve con interventi in altre zone.
Pertanto, l’Avv. Cuffaro nell’istanza ha presentato un elenco dei servizi ecosistemici da valutare oltre alla CO2 e, nonostante l’opposizione del Comune, il Giudice ha determinato che siano considerati i seguenti: la rimozione degli inquinanti, l’ombreggiatura e l’abbassamento della temperatura (rilevante per l’isola di calore urbana), anche in relazione all’età delle piante.
Il Comitato Salviamo gli Alberi di corso Belgio che affianca i ricorrenti invita quindi nuovamente la cittadinanza a seguire gli sviluppi e a sostenere la vertenza (saranno avviate varie iniziative di raccolta fondi per le spese legali anche online), perché l’esito del procedimento può creare un importante precedente cittadino e nazionale, e non riguarda quindi soltanto chi abita in corso Belgio e dintorni.
Comitato Salviamo gli Alberi di corso Belgio