Quale che sia la conclusione dell’udienza TAR, siamo fermamente convinti che l’attacco ai crinali appenninici da parte delle imprese dell’eolico industriale non si smorzerà. Potrà avere qualche sospensione, potrà portarsi dietro ritardi e penali, ma la nostra battaglia contro la distruzione, che di crimine contro il paesaggio e l’ecosistema dell’ “Appennino tosco-romagnolo” si tratta, non si fermerà certo qui.
Siamo la gente che nel territorio ci vive, che sia nata qui o che ci sia arrivata per goderne le bellezze e la natura, per vivere dei suoi prodotti ottenuti curandola con dedizione e fatica, seguendo i ritmi delle stagioni e le sue tradizioni. Siamo coloro che si fanno carico della difficile e dura presa di coscienza di ciò che sta accadendo nei paesi e nei paesaggi più lontani e ignorati dai processi di sviluppo industriale del secolo scorso, ma che dai primi anni 2000, sono diventati appetibili e succosi oggetti di predazione per finanza e capitale, territori di conquista, giustificata dalla versione Eurocentrica (UE/€) della “transizione energetica”.
Il 18 dicembre, in concomitanza con l’udienza del TAR per il ricorso di Italia Nostra e CAI Firenze, Il Comitato per la Tutela dei Crinali Mugellani – Crinali Liberi è sceso a Firenze, in piazza SS Annunziata, per una veglia durata tutto il pomeriggio e gran parte della notte, con lo scopo di portare alla luce questo attacco al territorio e di condividere la lotta con coloro che come noi quotidianamente il proprio territorio lo difendono perché ci vivono e lo amano.
Abbiamo accolto l’adesione di numerose associazioni e comitati: Italia Nostra, il CAI Firenze, che hanno presentato il ricorso al TAR, l’Associazione Atto Primo: salute cultura ambiente, L’altra Italia Ambiente, Comitato No Tunnel Tav Firenze, Non Una di Meno Mugello, Liberamente a Sinistra Mugello, Apuane Libere, Altura Associazione di tutela degli uccelli rapaci e dei loro ambienti, Mountain Wilderness, Movimento per la Terra, Rete toscana a difesa del verde pubblico, Liberi pensatori a difesa della natura, Comunità delle Piagge, GRIG Gruppo d’intervento Giuridico, Genuino Clandestino Firenze, CPA – Centro Popolare Autogestito, Associazione Melograno. Alcuni rappresentanti delle stesse associazioni e comitati erano presenti all’evento e sono intervenuti portando la loro solidarietà contro l’impianto eolico “Monte Giogo di Villore”. Gli amici dell’Alta Val Marecchia e del Montefeltro, su cui incombono ben tre progetti di eolico industriale per un totale di 50 pale, ci hanno raccontato della loro Asta dal titolo “Fragile” di opere di artisti solidali con cui hanno raccolto una solida base di consensi e un buon autofinanziamento per la loro battaglia.
Hanno partecipato ad animare la serata tre gruppi musicali con tarante e tarantelle, Musica e Danze Popolari SUD, le percussioni dei Pulsar, le coreografie danzate dei Murga. Chiara ci ha coinvolto con il suo monologo sugli espropri. Il Comitato in versione teatrale ha portato le voci degli animali protetti messi a rischio dal progetto. In esposizione abbiamo portato un banco di prodotti alimentari degli agricoltori del Mugello del territorio circostante il fatidico progetto eolico.
Il 19 dicembre alle 10.30 ci ha visto di nuovo in città, in via Ricasoli 40, davanti al TAR, per un presidio silenzioso e dimostrativo. Noi ci siamo, siamo qui, siamo le sentinelle a difesa dei territori e ci aspettiamo una risposta! Ma la risposta non è ancora arrivata, aspetteremo dopo le feste il pronunciamento della corte. Erano presenti tutti: gli avvocati di AGSM-AIM e quelli della Regione Toscana, e tra i Ricorrenti, gli avvocati di Italia Nostra e CAI ed, ex-novo, quello del Comune di S.Godenzo, che ha presentato nuova e recente documentazione.
Noi abbiamo un’idea ben precisa di come stanno le cose: come l’art. 9 della Costituzione Italiana riconosce, e l’art. 3 della legge ambientale prevede, abbiamo il diritto e il dovere di difendere il nostro territorio dalla deturpazione “ingiusta e ingiustificata” di risorse naturali e paesaggistiche insostituibili e non rinnovabili. A maggior ragione quando la contropartita non è rivolta a favore
della comunità, come più volte abbiamo spiegato, ma del solo interesse privatistico che fa profitto. E tanto meno regge alla prova dei fatti la giustificazione della sbandierata emergenza energetica, continuando a vedere come nulla viene fatto a livello italiano e mondiale per risparmiare l’energia oggi sprecata copiosamente in attività dannose e controproducenti, pubblicamente e privatamente.
Distruggere ecosistemi montani naturali essenziali per la mitigazione climatica, le sorgenti e le vene di acqua potabile, la tenuta dei versanti appenninici instabili, fragili e franosi, per vendere elettricità non è la soluzione, ma e’ un gravissimo problema in più.
Comitato per la Tutela dei Crinali Mugellani – Crinali Liberi