Il Coordinamento Nazionale Docenti della disciplina dei Diritti Umani, in occasione del 18 dicembre, data in cui ricorre la Giornata internazionale dei migranti (International Migrants Day), che è stata proclamata dall’Assemblea generale dell’ONU con risoluzione 55/93, intende proporre alcune riflessioni in merito al tema.
Già, in precedenza, nel 1990, sempre il 18 dicembre, l’Assemblea sanciva la Convenzione internazionale sulla protezione dei diritti di tutti i lavoratori migranti e dei membri delle loro famiglie, con risoluzione 45/158.
L’ONU e tutte le organizzazioni votate alla difesa dei diritti umani in tale giornata promuovono una serie di azioni finalizzate alla salvaguardia delle libertà fondamentali degli esseri umani, soprattutto di coloro che sono costretti a spostarsi dal proprio Paese d’origine per garantire a sé stessi e ai propri familiari condizioni di vita decorose.
Significative sono le parole del Segretario Generale delle Nazioni Unite, Antonio Guterres: “Nella Giornata internazionale dei migranti, evidenziamo l’urgente necessità di una governance della migrazione sicura, radicata nella solidarietà, nella partnership e nel rispetto dei diritti umani.”
Le migrazioni di popoli esistono da sempre e sempre esisteranno; innalzare barriere e vincoli non permette di eliminare un fenomeno storico connaturato al genere umano.
Quello che si può fare oggi è cercare di analizzare le cause che generano simili spostamenti di massa e intervenire mediante strumenti condivisi dalle organizzazioni umanitarie per contrastare sottosviluppo, regimi antidemocratici, conflitti e cambiamenti climatici.
“Negli ultimi dieci anni vi è stato un incremento delle migrazioni in tutte le aree del mondo, soprattutto in Asia e in Europa. Nel 2020 una persona su 30 risultava vivere in un paese diverso da quello di nascita.
Nello stesso anno il numero di persone in fuga da guerre, violenze, persecuzioni e violazioni dei diritti umani nel mondo ammontava, nonostante la pandemia, erano circa 281 milioni, il 3,6% della popolazione mondiale: di questi, circa 36 milioni sono minori.” (Save The Children)
Il destino di ciascuno di noi e dei nostri figli è tutt’altro che definito; molti giovani italiani, anche in tempi recenti e correntemente, sono costretti a cambiare città o a trasferirsi all’estero definitivamente, non solo per un periodo di apprendistato / studio.
Tutti potremmo conoscere da vicino la condizione del migrante; una condizione in alcuni casi drammatica perché correlata al traffico di esseri umani e a losche organizzazioni che traggono profitto dalla disperazione altrui.
Ancora più straziante è lo stato dei giovani migranti, frequentemente minorenni non accompagnati, in balìa di eventi e incontri spesso funesti. Chi è più vulnerabile subisce angherie di tutti i tipi.
A scuola, nelle nostre aule, incontriamo quotidianamente i visi e le storie di adolescenti di prima e seconda generazione in Italia; perché i giovanissimi costituiscono quasi un terzo di tutti coloro che giungono in Europa dalle più disparate regioni del pianeta.
Molte volte intorno ai nuovi arrivati si crea un muro di diffidenza, dettata proprio dalla scarsa conoscenza degli altri popoli. In tal senso, per avvicinare gli studenti e favorire l’inclusione si potrebbe nella settimana della giornata in questione promuovere una serie di attività tese a comprendere meglio chi ci sta vicino tra i banchi.
Il CNDDU propone il progetto trasversale “#StorieLontaneInMovimento” strutturato sulle vicende degli studenti stranieri presenti nelle classi per raccontarne il vissuto con le caratteristiche di ciascun Paese di provenienza.
(Ringrazia inoltre le studentesse per la gentile messa a disposizione della locandina).