Martedì 21 novembre a Vibo Valentia gli studenti di tutte le scuole della città e dei dintorni hanno organizzato una manifestazione pubblica in memoria di Giulia Cecchettin, barbaramente trucidata con ben 20 coltellate da chi sosteneva di amarla e di volerle bene. Una vita spezzata, una famiglia, anzi due famiglie distrutte e in lacrime perché impossibilitate a comprendere, come tutti noi, l’orrore e l’inaudita violenza a cui la ragazza è stata sottoposta.
L’evento si è svolto in Piazza Martiri di Ungheria, dove sorge la casa comunale e su cui affacciano anche alcune delle scuole superiori coinvolte nell’evento. Alla manifestazione hanno dato il loro contributo sul palco (improvvisato per l’occasione) il Primo Cittadino, Avvocato Maria Limardo e alcuni Dirigenti scolastici quali la Professoressa Maria Gramendola dell’Istituto di Istruzione Superiore di Vibo Valentia e l’Ingegner Raffaele Suppa del Liceo Aristico-Classico di Vibo Valentia; ma, i veri protagonisti dell’evento sono stati gli studenti che sono intervenuti con i loro appassionati discorsi e con le loro letture di testi in prosa e di poesie sull’argomento. Tutte parole struggenti ed emozionanti e tra il pubblico non sono mancati coloro che si sono commossi fino alle lacrime; dal pubblico, inoltre, molti studenti hanno innalzato cartelloni con frasi altrettanto incisive e commoventi.
Le scuole e gli studenti sul palco sono stati i seguenti: Istituto Nautico di Pizzo, Istituto di Istruzione Superiore, IPSEOA, (Tina Guzzo), ITE (Francesco Cariello), Liceo Artistico (Nadia Cupitò, Antonino Di Capua, Maria Pia Lico, Francesca Murfuni), Liceo Capialbi (Giada Belvedere, Francesca Lo Tartaro, Noemi Puscas), Liceo Classico (Anna Collia, Marinella Daffinà, Roberta Demasi) e Liceo Scientifico (Michele Farfaglia, Antonio Naso).
Una giornata molto bella di vera condivisione di emozioni e sentimenti, di dolori e angosce, ma anche di speranze che questi fatti non si ripetano più e che il patriarcato (a cui spesso si è fatto cenno nei discorsi pronunciati) possa essere solo un brutto ricordo e di impegno perché gli uomini e le donne possano intraprendere un cammino comune in cui ciascuno si senta fratello e amico dell’altro, in cui uomini e donne convivano in parità, armonia e pace.
Come diceva un aborigeno australiano ad un “bianco” che voleva salvarlo “se sei venuto a salvarmi io non ci sto, ma se la mia liberazione è anche la tua, allora sono pronto a tenderti la mano”. Gli studenti e le studentesse si augurano che il percorso di liberazione della donna passi anche attraverso la liberazione dell’uomo dalla sua smania di potere e di possesso.
Un bacio lassù, un bacio a Giulia Chechettin, sei una stella del nostro firmamento come tutte le vittime innocenti di violenza efferata.