Nella giornata conclusiva dei lavori della Conferenza dell’UNESCO sulle sfide del patrimonio culturale nel XXI secolo (27-29 novembre 2023) si è tratta una sintesi dei lavori svolti nei panel tematici e, insieme con le relazioni conclusive, sono stati presentati i risultati della tre giorni di lavoro. Come ha sottolineato, in tal senso, nelle sue osservazioni finali, Audrey Azoulay, direttrice generale dell’UNESCO, gli sviluppi della tre giorni di Napoli hanno corrisposto agli scopi e alle finalità dell’UNESCO, quale istituzione internazionale pensata durante la Seconda guerra mondiale e costituita subito dopo la guerra stessa. Il compito essenziale dell’UNESCO è, infatti, quello di «sostenere la pace attraverso la conoscenza», rispondendo, in tal modo, a quanto chiaramente enunciato sin nel suo Statuto, che ricorda, nella sua dichiarazione introduttiva, che «poiché le guerre nascono nella mente degli uomini, è nella mente degli uomini che le difese della pace devono essere costruite» e avverte, poco più avanti, che «una pace basata esclusivamente su accordi economici e politici tra i governi non raccoglierebbe il consenso unanime, duraturo e sincero dei popoli del mondo e, di conseguenza, la pace deve essere fondata sulla solidarietà intellettuale e morale dell’umanità».
In relazione, in particolare, alla Conferenza di Napoli, la stessa Direttrice generale ha sottolineato il fatto che, per la prima volta, una assise di esperti si è cimentata nel compito, strategico e complesso, di integrare i contenuti e gli approcci delle due Convenzioni di riferimento nel settore della tutela e della salvaguardia del patrimonio culturale, complessivamente inteso, in tutte le sue forme ed espressioni, vale a dire la Convenzione per la Protezione del Patrimonio Mondiale Culturale e Naturale del 1972 e la Convenzione sulla Promozione e la Protezione del Patrimonio Culturale Immateriale del 2003. Si tratta delle due dimensioni del patrimonio culturale che, per quanto caratterizzate e specifiche, sono naturalmente legate e correlate. Ciò vale, evidentemente, per il patrimonio mondiale, in quanto complesso di opere, prodotto della creatività umana, di carattere monumentale, dotate di valore universale eccezionale sotto il profilo storico, artistico e culturale; e vale, non diversamente, per il patrimonio intangibile, in quanto complesso delle «prassi, rappresentazioni, espressioni, conoscenze, saperi […] che le comunità riconoscono in quanto parte del loro patrimonio culturale; trasmesso di generazione in generazione, è costantemente ricreato dalle comunità e dai gruppi, in risposta al loro ambiente, alla loro interazione con la natura e alla loro storia, e dà loro un senso di identità e di continuità, promuovendo in tal modo il rispetto per la diversità culturale e la creatività umana».
Le sfide che tali patrimoni sono chiamati ad affrontare nel nostro tempo sono molteplici e complesse: guerre e catastrofi di origine naturale o antropica; effetti e conseguenze del cambiamento climatico; urbanizzazione e consumo di suolo; conseguenze e impatti delle trasformazioni economiche e delle nuove tecnologie; pressione del turismo di massa e dell’iperturismo. Il punto di partenza è dunque l’adozione del criterio di riferimento della cultura come «bene pubblico globale», concepita cioè, in base alla Dichiarazione Finale della Conferenza Mondiale UNESCO sulle politiche culturali e lo sviluppo sostenibile MONDIACULT 2022 (Città del Messico, 28-30 settembre 2022), come fattore trasversale di avanzamento dell’istruzione e della conoscenza, di promozione dello sviluppo sostenibile, di consolidamento della partecipazione e dell’inclusione sociale.
È la traccia sulla quale si muove il risultato finale della Conferenza, la chiamata all’azione denominata lo spirito di Napoli, vale a dire la «Carta di Napoli sulle sfide del patrimonio culturale nel XXI secolo». Undici i punti di azione registrati nella Carta: anzitutto, come fondamentale primo punto, «salvaguardare il patrimonio culturale, sia materiale sia immateriale, e naturale attraverso approcci olistici che comprendano la sua ricca diversità nel suo complesso, promuovendo la parità di accesso e di partecipazione per tutti e tutte, nonché basandosi su un nesso rafforzato tra patrimonio e comunità locali, poste al centro delle strategie culturali, come soggetti interessati e titolari di diritti»; quindi, sensibilizzare sull’importanza di sfruttare l’interconnessione tra natura e cultura e promuovere risposte innovative, basate sulla comunità, alle sfide che i siti del patrimonio devono affrontare; garantire il benessere e il sostentamento sostenibile delle comunità locali e delle popolazioni indigene che vivono all’interno e intorno ai siti del patrimonio; garantire un’istruzione di qualità e promuovere l’integrazione sistemica del patrimonio culturale, in tutte le sue dimensioni, in tutti i contesti educativi formali, non formali e informali; garantire l’inclusione sociale ed economica; rafforzare le capacità al fine di promuovere la cultura come «vettore di inclusione sociale, crescita economica e occupazione e come potente forza di trasformazione per lo sviluppo sostenibile, la resilienza e la costruzione della pace»; sostenere l’integrazione sistemica della cultura nell’azione umanitaria, riconoscendo l’importanza del patrimonio culturale per la pace e la sicurezza; sviluppare e attuare politiche turistiche sostenibili che diano priorità alla salvaguardia del patrimonio nel suo complesso, fornendo soluzioni per affrontare le sfide dell’eccesso di turismo; garantire un inserimento più armonioso, completo ed efficace dei beni e degli elementi del patrimonio relativamente ai meccanismi di iscrizione delle Convenzioni del 1972 e del 2003; favorire, di conseguenza, un approccio oggettivo, rigoroso e scientifico alla valutazione dei dossier di candidatura e fornire maggiore assistenza agli Stati membri sottorappresentati, al fine di garantire una Lista del Patrimonio Mondiale più rappresentativa, con particolare attenzione all’Africa e ai piccoli Stati insulari in via di sviluppo, promuovendo lo sviluppo di capacità ed esplorando approcci innovativi ai criteri di iscrizione.
La pagina della Conferenza UNESCO di Napoli sulle sfide del patrimonio culturale nel XXI secolo è al link: