Sabato 18 Novembre: diverse centinaia di attivisti sfilano per la città di Torino. Vogliono far sapere quello che troppo pochi sanno: dal 28 al 30 Novembre si terrà all’Oval di Torino “Aerospace & defence meetings”, mostra mercato internazionale dell’industria aerospaziale di guerra.

Gli anarchici, quando vogliono, sanno essere seri, precisi, documentati. Una manifestazione lunga, tre ore di cammino, in cui si alternano slogan contro l’industria di morte, contro gli stati, i loro eserciti e le loro guerre, musica (una parte degli Ottoni a Scoppio è arrivata da Milano), tamburi e percussioni, ma soprattutto interventi che elencano le malefatte, i numeri della spesa militare, i progetti che dal Pisano, alla Sicilia, alla Sardegna vedono crescere spese e territori dedicati agli eserciti.

E poi la statale Leonardo, le università che collaborano con questa fabbrica di armi, e la Rai (nei pressi della quale ci si ferma a ricordare che troppo poco si dice sull’opposizione popolare a queste scelte politiche che vedono tagli alla sanità e incremento della spesa militare).

Un corteo per sostenere i disertori, coloro che si rifiutano di sparare in guerre fratricide, per gridare un No potente ai mercanti di armi che si raduneranno presto in questa città.

Cito dal volantino dell’assemblea militarista:

“La mostra mercato è riservata agli addetti ai lavori: fabbriche del settore, governi e organizzazioni internazionali, esponenti delle forze armate, compagnie di contractor. All’Oval si sottoscriveranno accordi commerciali per le armi che distruggono città intere, massacrano civili, avvelenano terre e fiumi. (…) In occasione del mercato delle armi verrà posta la prima pietra della Città dell’Aerospazio, nuovo polo bellico nel cuore di Torino.

L’Italia è in guerra.”

Nei prossimi giorni si terranno altre iniziative per contrastare questa terribile fiera, cercate le informazioni seguendo il sito: www.anarresinfo.org

E come conclude il loro volantino: “Fermarli è possibile: dipende da ciascun@ di noi. Gettiamo sabbia nel motore del militarismo!”