Primo giorno senza bombardamenti israeliani sui civili palestinesi di Gaza. Lo scambio di prigionieri è avvenuto in ordine e secondo i protocolli concordati. 13 prigionieri israeliani contro 39 prigionieri palestinesi, donne e minorenni. La tregua è entrata in vigore ieri alle 7 del mattino ora locale di Gaza. Alle 10 sono cominciati gli ingressi dei camion di aiuti. Alle 16 sono stati consegnati alla CRI i prigionieri israeliani, insieme a 10 lavoratori thailandesi e un filippino che non rientravano nelle trattative, ma sono stati liberati come un segno di buone relazioni in seguito a una richiesta di Teheran e di Doha. I prigionieri liberati sono stati trasferiti al valico di Rafah e poi, dopo i controlli da parte egiziana, sono stati consegnati alle autorità israeliane tramite un altro valico. Sono stati trasferiti in elicottero a una base militare nel Negev e poi via terra a Tel Aviv, dove sono stati ricevuti dai membri del Consiglio di guerra. Gioia dei familiari e di molti cittadini solidali. A Tel Aviv si è tenuta anche una manifestazione di estremisti di destra contrari alla trattativa con Hamas.
A Betunia sono stati liberati 39 prigionieri palestinesi, donne e minori. Le forze di occupazione li hanno minacciato di riportarli in carcere se avessero festeggiato pubblicamente il loro rilascio. A Gerusalemme le case delle detenute sono state visitate dalla polizia israeliana, che ha minacciato i parenti, intimandogli di non organizzare festeggiamenti pubblici. In due casi hanno compiuto perquisizioni e vandalismi, buttando per terra librerie e libri, mobili e vestiti.
Davanti il carcere di Ofer, l’esercito israeliano ha impedito la presenza di parenti dei liberati e ha sparato contro i giornalisti che si erano avvicinati all’ingresso per riprendere foto e video dell’uscita dei detenuti minorenni.
Consegnate ieri sera le liste delle persone che saranno liberate oggi, sabato. Lo scambio dei documenti è avvenuto tramite i mediatori egiziani.
Il doppio standard dei media nei Paesi capitalistici di USA e UE riguardo alla copertura di questo evento si tocca con mano: tutti i dettagli possibili sugli ostaggi israeliani e non, mentre le storie dei palestinesi liberati sono state completamente ignorate.
Genocidio a Gaza
In un suo discorso pubblico il premier svedese Ulf Kristersson ha rivelato in un lapsus freudiano quello che pensa veramente: “Israele ha il diritto di compiere un genocidio”.
Due uomini sono stati assassinati dai soldati a un posto di blocco a sud di Gaza city dopo l’entrata in vigore della tregua, oltre a decine di feriti. I militari hanno sparato contro le persone che tentavano di tornare a controllare le condizioni delle loro case e recuperare qualche vestito per far fronte al freddo. Assassinii spietati contro civili disarmati. Migliaia di gazawi sono riusciti, seguendo percorsi alternativi, ad entrare a Gaza e alcuni sono andati oltre, fino a Jebalia e Beit Hanoun. Di fronte ai loro occhi si è materializzato l’incubo: distruzioni dappertutto, con palazzi interi trasformati in macerie di ferro e cemento.
Il fronte degli ospedali
I carri armati israeliani hanno messo fine all’assedio contro l’ospedale Shifà e le truppe si sono ritirate dalla struttura. Prima del ritiro hanno demolito con la dinamite diverse palazzine. Forti esplosioni sono state sentite dall’interno in seguito alla distruzione della centrale elettrica e dei macchinari medici per analisi e diagnosi. Il portavoce dell’esercito ha dichiarato di aver trovato e distrutto i tunnel sotto l’ospedale, una versione incredibile e menzognera.
Dopo aver sostenuto che quell’ospedale era la sede della direzione di Hamas, che sotto c’erano i famosi tunnel e che gli ostaggi erano nascosti là, hanno fatto la guerra ai malati, ai feriti e al personale sanitario, evacuandoli con la forza e hanno occupato completamente la struttura in violazione di ogni diritto internazionale. Dopo settimane di bombardamenti e dieci giorni di occupazione militare, se avessero trovato veramente i tunnel, logica vuole che li avrebbero mostrati ai giornalisti per rendere plausibili agli occhi di tutto il mondo le motivazioni di un crimine di guerra e contro l’umanità. Invece hanno distrutto con la dinamite parte dell’ospedale. Nessuno ha creduto alla versione dei generali israeliani e loro hanno glissato sulla vicenda. Un gruppo di avvocati palestinesi sta raccogliendo le documentazioni necessarie per presentare una denuncia contro questo crimine alla Corte Penale Internazionale.
All’ospedale indonesiano i bulldozer hanno causato enormi danni e l’ingresso è stato fatto saltare con la dinamite.