Bodhgaya – Sandesh Meshram detto anche Samten Yeshi, amico del Tibet di lunga data, sta compiendo la sua quinta spedizione “Janjagaran Yatra” che prevede di coprire la distanza di circa 2500 km, da Calcutta a New Delhi, con lo scopo di portare in giro il messaggio “Free Tibet, Save India”, oltre a promuovere la campagna per il rilascio dell’ambientalista e filantropo tibetano Karma Samdrup, condannato a 15 anni di carcere con false accuse dalle autorità cinesi. La campagna chiede anche il rilascio di tutti i prigionieri politici tibetani condannati falsamente e torturati nelle carceri.
Samten Yeshi è segretario generale della India-Tibet Friendship Society in Nagpur, Maharashtra, i suoi raduni in bici sono diventati momenti di pubblica consapevolezza (Jannagaran) per riflettere e invitare a riflettere: “Chiedo al popolo indiano di esercitare un’enorme pressione sui parlamentari della propria regione e di farli parlare della questione del Tibet in parlamento, creando organizzazioni filo-tibetane nei loro paesi. Gli indiani dovrebbero sostenere i loro fratelli e sorelle tibetani, ovunque vadano, e sostenere la loro causa unendosi a loro nei movimenti e negli attivisti che organizzano regolarmente”. I raduni in bici sono iniziati nel 2014, poi 2016, 2017 e 2019 fino percorrere una distanza di 13.770 km in India.
Il 5° Janjagaran Cycle Yatra iniziato il 5 novembre 2023 a Calcutta, nel Bengala occidentale, passerà attraverso le città e i paesi del Bengala occidentale, Jharkhand, Bihar, Uttar Pradesh, Madhya Pradesh, Rajasthan, Haryana e Delhi si concluderà il 10 dicembre 2023 nella capitale di New Delhi. Spedizione che toccherà tante realtà, luoghi e persone con il fine di creare sempre maggiore consapevolezza tra gli indiani in generale sul Tibet e sulla situazione critica che avviene prevalente all’interno del Tibet, a causa delle politiche oppressive cinesi. Si dice soddisfatto della sua azione perché le persone iniziano a capire sempre più e porre domande sul Tibet; prima i tibetani erano considerati nepalesi in India, ma ora la loro identità e la loro cultura unica vengono riconosciute, raggiungendo le masse.
Ho incontrato Samten Yeshi per strada mentre si muoveva nel caos di Bodhgaya appena fuori dall’ingresso del Mahabodhi Temple con la sua bici, su cui sporgevano due bandierine, quella tibetana e quella indiana. Luogo sacro e più venerato nel buddismo, poiché essere il punto in cui il principe Siddhartha Guatama, mentre meditava sotto l’albero della Bodhi, raggiunse l’illuminazione e divenne il Buddha. Inoltre, Bodhgaya è luogo di rifugio per moltissimi tibetani, che con i loro mercati e botteghe, templi e monasteri, tradizioni e ritualità riescono a mantenere viva la loro identità. È anche luogo in cui periodicamente il Dalai Lama fa visita offrendo i suoi insegnamenti, come avverrà nel prossimo 29, 30 e 31 dicembre 2023.
Nella sua tappa a Bodhgaya, il 16 novembre, Samten Yeshi ha visitato tempio tibetano Gaden Phelgayling Namgyal Datsang, nonché residenza del Dalai Lama, dove è stato accolto con una piccola cerimonia da un gruppetto di monaci e civili tibetani e indiani che sostengono e supportano la sua azione e che in segno di ringraziamento e benedizione hanno donato delle khata, sciarpa cerimoniale tradizionale nel buddismo tibetano che simboleggia purezza e compassione, e quando data come gesto di addio simboleggia un viaggio sicuro. Samten Yeshi si è poi rimesso in sella alla sua bici per ripartire e continuare il suo viaggio, insieme alle bandierine sventolanti del Tibet e dell’India, che già da sé portano un messaggio.