Pubblichiamo il diario degli eventi intorno alla Conferenza Internazionale degli Stati Parte del Trattato di Proibizione delle Armi Nucleari che si svolge in questi giorni a New York; il diario è redatto per Pressenza da Sandro Ciani della delegazione di Mondo Senza Guerre e Senza Violenza.

Domenica 26 Novembre, 10:00-17:00
Brick Church
62 E 92nd St, New York, NY 10128, Stati Uniti

Tale incontro ha lo scopo di preparare gli attivisti della Campagna internazionale per l’abolizione delle armi nucleari (ICAN) al secondo incontro degli Stati parti (2MSP) del Trattato sulla proibizione delle armi nucleari (TPAN). All’incontro hanno partecipato circa 250 persone in rappresentanza di 100 paesi.

La direttrice esecutiva di ICAN Melissa Parke ha ricordato come il rischio di un’esplosione nucleare per un possibile errore, incidente o sabotaggio incomba quotidianamente sull’umanità; gli impatti sulle popolazioni che hanno subito i test nucleari (come, ad esempio, il Kazakistan) aprono gli approfondimenti relativi agli articoli 6 e 7, come l’assistenza alle vittime e la bonifica ambientale.

La nascita del trattato nel 2017 a NYC e la conseguente istituzionalizzazione, sta permettendo la sua universalizzazione come perno fondante del disarmo nucleare anche nei confronti del trattato di non proliferazione, pur nella consapevolezza che la pressione sugli Stati nucleari dovrà essere continua ed incessante.

Gli interventi della prima parte si concludono con l’ottima notizia che l’Indonesia sta per ratificare il trattato nei prossimi giorni.

Notizie meno positive emergono durante la seconda parte a causa delle recenti crisi internazionali: di fatto, sia Russia che USA stanno modernizzando i loro arsenali, spingendo conseguentemente anche gli altri 7 Paesi nucleari a seguirli, determinando di fatto un effetto domino anche sui reciproci alleati che verrebbero dotati delle cosiddette bombe tattiche.
Addirittura il numero di nuovi Paesi che acconsentirebbero ad ospitare gli ordigni nucleari in Europa potrebbe aumentare, sino ad un massimo di 9 (6 o 7 in più nella Nato, un paio quelli sotto l’influenza Russa).

Ciò comporta notevoli investimenti economici, rischi per la salute nelle aree dove si sviluppano e si stoccano i nuovi ordigni, il tutto in nome di una deterrenza che usa impropriamente la parola sicurezza ammantandola di significati ideologici; non esiste compatibilità tra le armi nucleari e la sicurezza.

L’incontro si chiude con la denuncia che la Russia sta cercando di espandere il suo programma atomico nel continente Africano; da qui la proposta in discussione presso l’Unione Africana di consentire l’uso e la vendita del loro uranio solo e soltanto a scopo pacifico.

Al contempo negli USA, per chiudere la porta all’influenza dell’industria nucleare, si sta pensando di incidere sui livelli educativi di ogni ordine e grado dando coscienza e consapevolezza agli studenti dei catastrofici impatti di tali armamenti.

Sandro Ciani