Nelle ultime 24 ore Israele ha compiuto l’accerchiamento degli Ospedali al Shifa e Al Quds, mentre continuano i raid attorno all’ospedale indonesiano e alle altre strutture sanitari.
La mezzaluna rossa palestinese ha comunicato sabato pomeriggio che i carri armati israeliani si trovano a 20 metri dalle porte dell’ospedale Al Quds e sparano colpi diretti, creando panico e terrore tra i 14mila sfollati lì ospitati.
La situazione è ancora più catastrofica per l’ospedale Al Shifa, letteralmente sotto assedio. L’IDF ha schierato cecchini che sparano contro qualunque cosa si muova nel cortile della struttura. Nessuno può entrare e uscire. Inoltre sono state tagliate elettricità, acqua e internet.
Due bambini prematuri sono morti a causa delle interruzioni di corrente nel più grande ospedale di Gaza, afferma l’ONG israeliana Physicians for Human Rights Israel: “A causa della mancanza di elettricità, possiamo segnalare che il reparto di terapia intensiva neonatale ha smesso di funzionare. Due bambini prematuri sono morti e c’è un rischio reale per la vita di altri 37 bambini prematuri” all’ospedale Al-Shifa, ha detto in un comunicato il gruppo di medici israeliani”.
La morte dei due neonati è stata confermata anche da Medici senza Frontiere: “Nell’ospedale Al-Shifa oggi, da questa mattina, non c’è elettricità, anzi non c’è acqua, non c’è cibo. La nostra squadra è esausta. Abbiamo due pazienti neonati che sono morti, perché l’incubatrice non funziona, perché lì non c’è elettricità”.
Cecchini contri i pazienti dell’ospedale
Dopo una notte di intensi bombardamenti nel settore occidentale di Gaza City, nei quali l’IDF ha utilizzato munizioni al fosforo bianco contro l’area dell’ospedale Al Shifa e il campo profughi Al-Shati, era giunto il disperato comunicato di Medici senza frontiere: “Al momento non siamo in grado di contattare nessuno del nostro personale all’interno di Al-Shifa e siamo estremamente preoccupati per la sicurezza dei pazienti e del personale medico. I pazienti sono ancora in ospedale, alcuni in condizioni critiche e impossibilitati a muoversi, ci sono ancora gli operatori sanitari all’interno della struttura”.
Il black out delle comunicazioni è durato diverse ore. Dopo aver ripreso i contatti, MSD ha iniziato a documentare l’orrore dell’ospedale, in cui medici e pazienti vengono presi di mira dai cecchini dell’IDF e non si può né lasciare né entrare nella struttura.
“Nel momento in cui scriviamo, il nostro staff sta assistendo a colpi di arma da fuoco contro persone mentre tentano di fuggire dall’ospedale Al-Shifa”, così scrive MDF in uno dei primi messaggi inviati dopo aver ripreso i contatti con lo staff all’interno dell’ospedale.
Il dott. Mohamed Obeid, medico chirurgo, racconta di quattro pazienti attaccati dai cecchini: “Uno di loro ha una ferita da arma da fuoco direttamente al collo, ed è un paziente quadriplegico, un’’altro è stato colpito nell’addome”. In atto non è stata ancora resa nota la loro sorte.
In base alla testimonianza di Mohamed Obeid, il fumo ha avvolto l’ospedale a causa dell’intervento dell’IDF che ha colpito l’area circostante. Spiega anche che la struttura è stata bombardata “molte volte” compresi i reparti di maternità e ambulatoriali, provocando numerosi morti e feriti. Bombardate anche le persone che tentavano di lasciare il complesso per andare a Sud, investite dalle bombe assieme alle loro famiglie: “Siamo davvero esausti. Rimaniamo semplicemente vivi. Abbiamo visto bambini e persone innocenti uccise, intere famiglie distrutte. Un massacro. Attaccano le persone mentre si spostano in un luogo sicuro. Non esiste un posto sicuro”, afferma l’infermiere di MSF, Mohammad Hawajreh.
L’ospedale Al Shifa, che in italiano significa “Guarigione”, ha 700 posti letto per fornire cure di emergenza e chirurgiche. Al momento sono ricoverati circa 600 pazienti tra cui 17 in terapia intensiva e tra i 37 e 40 bambini prematuri.