Sono 149 gli Stati che aderiscono alla Convenzione sul Genocidio. Ognuno di essi ha il diritto di denunciare il genocidio in corso a Gaza e di segnalarlo alle Nazioni Unite. Nel caso in cui un altro Stato-membro contesti la rivendicazione del genocidio – e Israele, Stati Uniti e Regno Unito sono tutti Stati-membri – la Corte Internazionale di Giustizia è tenuta a giudicare “la responsabilità di uno Stato per genocidio”.
Gli articoli rilevanti della Convenzione sul Genocidio sono i seguenti:
Articolo VIII
Ogni Parte Contraente può invitare gli organi competenti delle Nazioni Unite a intraprendere le azioni che ritiene opportune ai sensi della Carta delle Nazioni Unite per la prevenzione e la repressione degli atti di genocidio o di qualsiasi altro atto previsto dall’articolo III.Articolo IX
Le controversie tra le Parti Contraenti riguardanti l’interpretazione, l’applicazione o l’adempimento della presente Convenzione, comprese quelle relative alla responsabilità di uno Stato per genocidio o per qualsiasi altro atto enumerato nell’articolo III, saranno sottoposte alla Corte Internazionale di Giustizia su richiesta di una qualsiasi delle parti in causa.
Si noti che qui per “parti in causa” si intendono gli Stati che contestano i fatti di genocidio, non le parti interessate dal genocidio/conflitto. Ogni singolo Stato-membro può invocare la Convenzione.
Non c’è dubbio che le azioni di Israele siano un genocidio. Numerosi esperti di diritto internazionale lo hanno affermato e l’intento genocida è stato espresso direttamente da numerosi ministri, generali e funzionari pubblici israeliani.
Questa è la definizione di genocidio secondo il diritto internazionale, tratta dalla Convenzione sul Genocidio:
Articolo II
Nella presente Convenzione, per genocidio si intende uno dei seguenti atti commessi con l’intento di distruggere, in tutto o in parte, un gruppo nazionale, etnico, razziale o religioso, in quanto tale:
(a) Uccidere membri del gruppo;
(b) Causare gravi danni fisici o mentali a membri del gruppo;
(c) Infliggere deliberatamente al gruppo condizioni di vita tali da provocarne la distruzione fisica, totale o parziale;
(d) Imporre misure volte a impedire le nascite all’interno del gruppo;
(e) Trasferimento forzato di bambini del gruppo ad un altro gruppo.
Non vedo alcun margine di dubbio sul fatto che l’attuale campagna israeliana di bombardamenti sui civili e di privazione di cibo, acqua e altri beni di prima necessità per i palestinesi, ammonti a genocidio ai sensi degli articoli II a), b) e c).
Vale la pena inoltre considerare gli articoli III e IV:
Articolo III
Sono punibili gli atti seguenti:
(a) Genocidio;
(b) Cospirazione per commettere genocidio;
(c) Incitamento diretto e pubblico a commettere genocidio;
(d) Tentativo di commettere genocidio;
(e) Complicità nel genocidio.Articolo IV
Le persone che commettono genocidio o uno qualsiasi degli altri atti enumerati nell’articolo III dovranno essere punite, sia che si tratti di governanti costituzionalmente responsabili, sia di funzionari pubblici o di privati.
E’ a prima vista evidente che le azioni degli Stati Uniti, del Regno Unito e di altri, nel fornire apertamente un supporto militare diretto all’attuazione del genocidio, rappresentino una complicità nel genocidio. Il punto dell’Articolo IV è che gli individui sono responsabili, non solo gli Stati. Quindi Netanyahu, Biden e Sunak hanno una responsabilità individuale. Così come tutti coloro che hanno invocato la distruzione dei palestinesi.
È dunque assolutamente necessario attivare la Convenzione sul Genocidio. Una sentenza della Corte Internazionale di Giustizia che dichiari Israele colpevole di genocidio avrebbe un effetto diplomatico di grande impatto e provocherebbe difficoltà all’interno del Regno Unito e persino degli Stati Uniti nel continuare a sovvenzionare e armare Israele. La Corte Internazionale di Giustizia è la più rispettata tra le istituzioni internazionali; mentre gli Stati Uniti hanno ripudiato l’obbligatorietà della sua giurisdizione, il Regno Unito non l’ha fatto e l’UE la accetta positivamente.
Se la Corte Internazionale di Giustizia stabilirà che si tratta di genocidio, non spetterà alla Corte Penale Internazionale ratificare l’avvenuto genocidio. Questo è importante perché, a differenza dell’augusta e indipendente Corte Internazionale di Giustizia, la Corte Penale Internazionale è un’istituzione fantoccio dei governi occidentali che, se può, si sottrae all’azione. Ma una decisione della Corte Internazionale di Giustizia sul genocidio e sulla complicità nel genocidio ridurrebbe il compito della Corte Penale Internazionale a determinare quali individui sono responsabili. Una prospettiva che può davvero modificare i calcoli dei politici.
È anche vero che un riferimento al genocidio costringerebbe i media occidentali ad affrontare la questione e a usare il termine, invece di limitarsi a fare propaganda sulle basi di combattimento di Hamas all’interno di ospedali. Inoltre, una sentenza della Corte Internazionale di Giustizia farebbe scattare automaticamente un rinvio all’Assemblea Generale delle Nazioni Unite – evitando il Consiglio di Sicurezza, che ‘gode’ del veto dell’Occidente.
Tutto ciò impone la domanda circa il fatto che nessuno Stato ha ancora invocato la Convenzione sul Genocidio, tanto più che la Palestina è uno dei 149 Stati che hanno aderito a questa Convenzione e, a tal fine, sarebbe legittimata ad agire sia presso le Nazioni Unite che presso la Corte Internazionale di Giustizia..
Ahimè il motivo per cui la Palestina non ha ancora invocato la Convenzione sul Genocidio ha risvolti inquietanti. Chiunque, come George Galloway e me, si sia fatto le ossa nella politica di sinistra a Dundee negli anni ’70, ha avuto (sarebbe una lunga storia) esperienze e contatti con Fatah, e le mie simpatie sono sempre state per Fatah piuttosto che per Hamas. Lo sono tuttora, con l’aspirazione a una Palestina democratica e laica. È Fatah che occupa il seggio palestinese alle Nazioni Unite, e la decisione per la Palestina di ricorrere alla Convenzione sul Genocidio spetta a Mahmoud Abbas.
Ma ogni giorno che passa il sostegno ad Abbas si fa sempre più difficile. Sembra incredibilmente passivo e il sospetto che sia più interessato a combattere la guerra civile palestinese piuttosto che opporsi al genocidio, è impossibile da scacciare. Invocando la Convenzione sul Genocidio potrebbe riportare se stesso e Fatah al centro della narrazione, ma non fa nulla. Non voglio credere che la corruzione e la promessa di ereditare Gaza siano le motivazioni di Mahmoud. Al momento non posso però aggrapparmi a nessun’altra plausibile spiegazione.
Ognuno dei 149 Stati-membri potrebbe invocare la Convenzione sul Genocidio contro Israele e i suoi co-cospiratori. Tra questi ci sono Iran, Russia, Libia, Malesia, Bolivia, Venezuela, Brasile, Afghanistan, Cuba, Irlanda, Islanda, Giordania, Sudafrica, Turchia e Qatar. Eppure nessuno di questi stati ha denunciato il genocidio. Perché?
Non perché la Convenzione sul Genocidio sia lettera morta. Non lo è. La Bosnia-Erzegovina l’ha invocata contro la Serbia e la Corte Internazionale di Giustizia si è pronunciata contro la Serbia in merito al massacro di Srebrenica. Questo ha portato direttamente ai procedimenti giudiziari della Corte Penale Internazionale.
Alcuni stati potrebbero semplicemente non averci pensato. Per gli Stati arabi, in particolare, il fatto che la stessa Palestina non abbia invocato la Convenzione sul Genocidio può costituire una scusa. Gli Stati dell’Unione Europea possono nascondersi dietro l’unanimità del blocco.
Ma temo che la verità sia che nessuno Stato ha sufficientemente a cuore le migliaia di bambini palestinesi già uccisi, e le altre migliaia che saranno uccisi a breve, per introdurre un altro fattore di ostilità nelle relazioni con gli Stati Uniti. Come in effetti è successo al vertice di questo fine settimana in Arabia Saudita, dove i paesi islamici non sono riusciti a concordare un boicottaggio del petrolio e del gas di Israele: la verità è che ai vertici al potere non importa nulla del genocidio a Gaza, essendo unicamente concentrati sui propri interessi.
Basterebbe un solo Stato per invocare la Convenzione sul Genocidio e per cambiare la narrazione e la dinamica internazionale. Ciò avverrà solo grazie al potere di pressione della gente sui propri governi. È qui che ognuno può fare qualcosa per aumentare la pressione.
Tanto di cappello all’instancabile Sam Husseini (scrittore e attivista politico giordano-palestinese, N.d.R.) che ha esercitato pressioni sulla Convenzione sul Genocidio alla Casa Bianca.
Traduzione dall’inglese di Daniela Bezzi. Revisione di Thomas Schmid.