Ci ho messo molto per decidermi a scrivere questo testo… ogni cosa a cui pensavo mi sembrava inadeguata, a tratti offensiva.
Poi però la consapevolezza che la gravità di quanto è accaduto a Giulia – e che accade a migliaia di altre Donne come lei ogni giorno – è stata tanta e tale da rendere non solo necessaria ma indispensabile una riflessione che si, parta proprio da un uomo, ha avuto la meglio e mi ha fato decidere di scrivere questo pezzo.
I femminicidi sono figli di una cultura patriarcale tossica e di una concezione di possesso che è intrinseca in ognuno di noi, non esistono maschi esonerati da questo. Ci riguarda tutti! Spesso, troppo spesso, si sentono uomini dire “ma io non sono così, io non muovo le mani, la cosa non riguarda me”….lo dico a tutti, a partire da me stesso, è una convinzione totalmente errata, non essere un violento non basta, e ciò che accade ci riguarda tutti.
Questi assassini non sono compiuti da “mostri” contro i quali non è possibile intervenire ma da figli di una cultura machista, del possesso e patriarcale che è possibile e doveroso combattere.
Bisogna aprire una vera riflessione sul disastro che compiono il patriarcato e la subcultura che gli gira attorno, una riflessione vera, atta a combattere con ogni mezzo quella mentalità machista drammaticamente radicata che si sviluppa fin da piccoli, nei piccoli gesti, nelle parole utilizzate, nei rapporti di lavoro gestiti dal potere maschile, fino ad arrivare alla violenza vera e propria che poi sfocia nei femminicidi.
Va aperta una riflessione che porti realmente ad un’inversione culturale e questa riflessione deve partire proprio dagli uomini, perché il problema siamo noi, tutti, nessuno escluso, e dobbiamo farlo subito. Siamo già in drammatico e colpevole ritardo.