In Italia ci sono moltissime realtà con esperienze pluriennali sul contrasto alla violenza, ci sono anche reti di scuole, che quindi sono parte del Suo Ministero… (la rete ED.UMA.NA si occupa addirittura di relazioni nonviolente con una sperimentazione universitaria alle spalle). Questi enti ogni giorno lavorano e pensano come migliorare l’efficacia delle loro azioni.
Un po’ di tempo fa c’era anche un Tavolo: ci avevano convocato al Ministero “per il monitoraggio e la promozione delle iniziative in ambito educativo e formativo sui temi della parità tra i sessi e delle violenza contro le donne”. Siamo andat3, eravamo tante realtà, forse una cinquantina, ci siamo viste una volta e poi mai più… il Ministro successivo non l’ha ritenuto necessario, la mania di pensare da sol3 non è solo un problema suo, come vede, ma è comune anche a chi l’ha preceduta. Riconvochi quel Tavolo, si metta in ascolto e co-progetti con tutte le realtà che hanno massima esperienza sull’argomento e sul territorio…
Sarà un tavolo multidisciplinare – associazioni, scuole, reti, centri antiviolenza, case editrici, consulte e associazioni studentesche, forum genitori, università – che potrà iniziare finalmente un percorso sistematico di contrasto, grazie a tutte le esperienze, i fallimenti e i successi. Perché fare di testa sua? Come vede piovono mille critiche. Ci paghi il biglietto per vederci tutt3 a Roma.
Probabilmente confrontarsi produrrà conflitti, ma scaturiranno anche idee che possono soddisfare il bisogno di tutt3.
Coraggio, Ministro, prenda coraggio, quello vero, se vuole aiutarci a non finire in un altro dirupo.
È già passato un altro giorno, sta per scadere il terzo e ci sarà un altro femminicidio. Un’altra di noi non ci sarà più perché un uomo avrà deciso così.