Un tribunale russo ha condannato l’artista e attivista Aleksandra Skochilenko a sette anni di carcere ai sensi dell’articolo 207.3 del codice penale sul “discredito delle forze armate”. L’accusa è di aver sostituito i cartellini dei prezzi in un supermercato di San Pietroburgo con messaggi sui crimini di guerra commessi dalle truppe russe a Mariupol, in Ucraina.
Per Amnesty International si è trattato di un processo vergognoso. Aleksandra Skochilenko è una prigioniera di coscienza che dev’essere scarcerata immediatamente e senza condizioni.
“Questo verdetto clamorosamente ingiusto chiude una vicenda giudiziaria in cui gli unici crimini commessi sono quelli rimasti impuniti. Uno è contro la stessa Aleksandra Skochilenko che, dopo essere stata arbitrariamente privata della libertà e detenuta in condizioni equivalenti a tortura per 19 mesi, ora rischia di passare sette anni in una colonia penale. L’altro è l’aggressione russa contro la popolazione dell’Ucraina, che Aleksandra Skochilenko ha semplicemente cercato di denunciare”, ha dichiarato Marie Struthers, direttrice di Amnesty International per l’Europa orientale e l’Asia centrale.
“La persecuzione di Aleksandra Skochilenko è diventata sinonimo dell’oppressione assurdamente crudele che subiscono coloro che in Russia si oppongono apertamente alla guerra criminale del loro paese”, ha aggiunto Struthers.
Dopo l’arresto, avvenuto l’11 aprile 2022, le condizioni di salute di Aleksandra Skochilenko si sono profondamente deteriorate. Pur essendo celiaca, non ha avuto accesso adeguato alla dieta che le era stata prescritta per motivi di salute e nelle prime due settimane di detenzione le sono state rifiutate le visite mediche. Durante il processo, il giudice le ha negato una pausa per mangiare e servirsi della toilette.
Aleksandra Skochilenko è la seconda persona condannata per aver sostituito i cartellini dei prezzi con messaggi contro la guerra.
Vladimir Zavyalov, un attivista di Smolensk, ha trascorso sei mesi agli arresti domiciliari e, nell’ottobre 2022, alla vigilia del processo in cui la pubblica accusa aveva chiesto sei anni di carcere, è riuscito a fuggire dalla Russia.
Da quando è entrato in vigore l’articolo 207.3 del codice penale, sono state incriminate oltre 750 persone e il numero sta salendo. Oltre 8000 persone hanno ricevuto sanzioni amministrative.