Sorvoliamo sul conflitto d’interessi, noto sport nazionale, visto che il Comune, responsabile della mancata autorizzazione al Presidio, è lo stesso che con Milano controlla A2A e che quest’ultima potrebbe essere direttamente interessata a partecipare alla lucrosa operazione dei due inutili mega depuratori dallo stesso presidio contestati.
Ci corre l’obbligo di ricordare che A2A-giàASM vanta il più grande inceneritore d’Italia, costellato da infortuni e forzature nei confronti delle norme vigenti.
Si tratta di un impianto di dimensioni smisurate, fino a bruciare 800.000 tonnellate di rifiuti urbani e speciali provenienti da tutta Italia nelle attuali tre linee, in spregio alle solenni promesse all’epoca fatte alla cittadinanza bresciana e all’unica autorizzazione emanata dall’Autorità competente prima della costruzione (Delibera della Giunta della Regione Lombardia 40001/93, 2 agosto 1993), che prevedeva un impianto a due linee per un massimo di 266.000 tonnellate di rifiuti urbani provinciali a valle della raccolta differenziata.
Così l’allora ASM, dopo il primo anno di funzionamento a regime in cui con le due linee stava avvicinandosi a 500.000 tonnellate, fu costretta dall’Ordinanza del Tar del 1° dicembre del 2000 a bloccare per tutto il mese l’impianto, avendo largamente sforato le quantità autorizzate e, dunque, secondo il Tar, stava funzionando fuori legge.
Inoltre, alcuni anni dopo, con l’inutile terza linea del 20024, ASM venne condannata con sentenza della Corte di Giustizia europea, seconda sezione, del 5 luglio 2007 (in verità formalmente la sanzione pervenne allo Stato italiano per conto di ASM) per aver costruito e messo in funzione la terza linea dell’inceneritore senza la debita autorizzazione prevista dalla legge, ovvero senza la Valutazione d’impatto ambientale: in sostanza la terza linea, secondo l’Ue, avrebbe funzionato illegalmente per almeno tre anni.
Ma come accade sempre per i potenti, in questo Paese piuttosto malmesso, cosa fatta capo ha, e i bresciani si ritrovano oggi a doversi sorbire le emissioni di un impianto che brucia più di 730.000 tonnellate, prendendo bellamente in giro l’impegno dei bresciani stessi che con una discreta raccolta differenziata sono riusciti a ridurre a circa 150.000 tonnellate i loro rifiuti da spedire all’impianto.
E gli altri rifiuti?
A2A, così ligia alle normative per castigare il Presidio 9 agosto, dovrebbe spiegare come ha fatto a importare nel proprio inceneritore rifiuti urbani extraprovinciali e rifiuti speciali da ogni parte d’Italia aggirando la normativa europea e nazionale che prevede “l’autosufficienza dello smaltimento dei rifiuti urbani in ambiti territoriali ottimali” e che anche gli speciali debbano essere smaltiti “in luoghi più vicini a quelli di produzione” (art. 182 Dlgs 3 aprile 2006, n. 152).
Inoltre dovrebbe spiegare perché ha sempre sostenuto che si tratterebbe di un impianto ecologicamente virtuoso, di “economia circolare” (ultima intervista del Ceo di A2A Renato Mazzoncini al “Corriere della Sera” 26 settembre 2023), quando l’Unione europea ha sancito ufficialmente che la tecnologia dell’incenerimento non rientra nell’economia circolare (Comunicazione della Commissione Ue, Ruolo dei rifiuti per l’energia nell’economia circolare, del 26 gennaio 2017, http://ec.europa.eu/environment/waste/waste-toenergy.pdf).
Infine dovrebbe spiegare come, in barba alle normative europee che escludono l’incenerimento dall’economia circolare, è riuscita ad imporre ai propri utenti legati all’inceneritore con il teleriscaldamento un bizzarro meccanismo per cui formalmente le loro case, utilizzando acqua di A2A prodotta bruciando rifiuti presunti rinnovabili, sarebbero a consumo energetico (fossile) pressoché zero, dunque, sulla carta, virtuose ed in prima classe energetica A: di conseguenza non possono accedere al superbonus, ma sono costretti a pagare una super bolletta, perché in realtà la casa è rimasta un colabrodo energetico, ovvero con enormi consumi reali da ultima classe energetica G; inoltre A2A ha pensato bene di calibrare le stesse tariffe sull’andamento dei prezzi del gas, anche se in questo caso utilizza rifiuti (https://www.ambientebrescia.it/download/il-sistema-di-teleriscaldamento-da-cogenerazione-con-incenerimento-di-rifiuti-2/; Comunicato Legambiente Brescia del 10 agosto 2023)
Insomma, come si vede, tante belle e disinvolte gincane attorno alle normative pur di garantire facili utili grazie anche il regime monopolistico in cui opera.
Ma col Presidio 9 agosto A2A è assolutamente inflessibile: con le norme non si scherza, non c’è l’autorizzazione, allora, anche se le bollette sono regolarmente pagate, va assolutamente tagliata l’energia elettrica, anche perché si avvicina il generale inverno che spezzerà le reni ai presidianti!
Presidio 9 agosto