L’immagine che mi resterà impressa, dello sciopero “generale” indetto da CGIL e UIL, è quella delle settanta persone presenti al sit-in davanti la prefettura che, subito dopo la foto di rito, finite le riprese televisive e le interviste da parte dell’emittente locale, ripiegano le bandiere dei sindacati, le consegnano all’organizzatore e tornano a casa.

Insomma il sit-in, le bandiere dispiegate al vento, come set scenografico di uno short film, di una grande finzione. Una finzione d’un ora, giusto il tempo che giunga la troupe televisiva e la giornalista, senza che neanche un sindacalista abbia “arringato” gli scioperanti ( rectius “le comparse” ).

Lo sciopero “generale” come cerimonia di un gioco delle parti:

  • il sindacato “alza la voce” ma solo in tivù,
  • i lavoratori che sono rimasti nei propri posti di lavoro – salvo qualche “comparsa” al sit-in -,
  • il governo che esulta per l’insuccesso della “chiamata” allo sciopero.

Quello che Matteo Salvini, capo del partito della Lega Nord, ha definito lo “sciopero del venerdì”, un “trucco” per allungare il week end, è infatti fallito.

Alle 14 i dati provvisori sul tavolo del governo rilevano una adesione nazionale allo sciopero indetto da CGIL e UIL, nonché dal minuscolo sindacato di base USB, di appena il 3,65% dei lavoratori del settore pubblico [1].

Nel privato, si sa, non sciopera mai nessuno.

Nel settore scuola, in particolare, la percentuale di adesione nazionale allo sciopero arrivava appena al 3,85% benché la stessa CGIL-FLC lì raccolga oggi il 20,44% di deleghe e la UIL-SCUOLA poco meno, il 15,34% [2].

In piazza, però, anche chi allo “sciopero a difesa dello sciopero” ci credeva, la CUB Scuola, come dichiarato negli scorsi giorni.

Sciopero generale CGIL – UIL : è mancata la mobilitazione !

In definitiva, sembrerebbe quasi che i delegati dei due grandi sindacati non abbiano promosso l’azione di sciopero neanche tra i propri iscritti. Oppure, che gran parte di quelle deleghe sindacali sono firmate solo al fine di ottenere “gratuitamente” i servizi di assistenza di CAF e Patronato.

Attenzione: questo non vuol dire che per i lavoratori approvino le gravi frasi pronunciate in questi giorni dal ministro Matteo Salvini e dalla presidente della commissione di garanzia Bellochi [3] ovvero l’azione del governo. E’ solo che i lavoratori non ritengono né più credibili i sindacati confederali e né utile lo strumento dello sciopero per come è oggi limitato “grazie” alla “concertazione” sottoscritta dalla “Triplice” sindacale CGIL-CISL e UIL in passato.

Alle commedie, i lavoratori preferiscono il dramma di dover arrivare “alla fine del mese” con salari bloccati ma prezzi che galoppano!


Fonti e Note:

P.S. Le considerazioni si basano sulla osservazione della manifestazione di Trapani e sull’adesione media nazionale. Esistono, ovviamente, “isoli felici” dove i lavoratori sono consapevoli del proprio potere, se uniti, e dove l’adesione è stata ben più alta della media: a Torino ad esempio, dove in testa – guarda caso – c’era un sindacato di base, la CUB scuola.

[1] Agenzia ARAN, “Accertamento rappresentatività (2022) – Comparto Istruzione e Ricerca”.

[2] Funzione Pubblica, “Cruscotto scioperi – sciopero del 17 novembre 2023”.
[3] Dinamo Press, 17 novembre 2023, “Inizia la guerra del governo contro il diritto di sciopero”.
Salvini ha dichiarato: « i lavoratori hanno il diritto di lavorare e devono poter raggiungere i propri luoghi di lavoro con il trasporto pubblico ».
La presidente della commissione di garanzia Bellochi ha annunciato che: « Ormai si indice uno sciopero generale persino l’8 marzo per la festa della donna. Lo sciopero generale invece deve essere un fatto eccezionale. Insomma, si devono filtrare un pò i criteri per la proclamazione ».