“Il futuro appartiene a coloro che credono nella bellezza dei propri sogni” (Eleanor Roosevelt)
Non esiste frase più appropriata per descrivere ciò che si è svolto tra il 29 settembre e il 1 ottobre al Bella Italia Efa Village di Lignano Sabbiadoro, sede del primo Mondiale di Ultimate in carrozzina al mondo.
Nonostante tutte le difficoltà del caso per uno sport nato da poco, il sogno è diventato realtà. Un evento storico composto da quattro squadre di cui due italiane, la nazionale tedesca e una squadra internazionale composta per lo più da giocatori giapponesi.
Come l’Ultimate, anche la versione in carrozzina si basa sullo Spirito del Gioco che pone la responsabilità del “fair play” su ogni persona. Auto-arbitrato e senza contatto fisico, in cui tutti i giocatori e le giocatrici sono responsabili della conduzione del gioco e del rispetto delle regole.
4 contro 4, in cui si gioca con il frisbee, facendolo avanzare da una parte all’altra del campo, fino alla ricezione finale dentro l’area di meta avversaria.
Le quattro nazionali si sono sfidate in un girone unico che ha decretato la classifica per l’accoppiamento delle semifinali.
A causa della concomitanza con altri tornei nel villaggio, di giorno gli spalti erano vuoti per poi riempirsi durante le partite serali, come nelle due finali dove il pubblico per la prima volta ha potuto ammirare la bellezza dei movimenti, l’agonismo e il fair play che Wheelchair Ultimate sa dare.
Sotto lo stesso tetto, giocatori, staff volontari, hanno condiviso tutti i momenti, da quelli conviviali a quelli sportivi. Si sono consumati abbracci, confronti e sorrisi. Non sono mancate anche le lacrime, come quelle inconsolabili di un ragazzino tedesco per la gioia di una medaglia conquistata. La concentrazione e il sudore di una partita e il divertimento nel giocarla.
l’Italia “White” è la prima nazionale campione del mondo di Wheelchair Ultimate, battendo in finale la selezione internazionale, la Germania chiude il podio battendo l’Italia “Blue” vincitrice della medaglia spirito del gioco. Già perché alla fine di ogni partita, le varie squadre compilano un modulo sul fair play dell’avversaria. Questo è Ultimate.
La domenica mattina i nomi dei giocatori e le loro azioni, erano sulla bocca di tutte le persone che si incontravano sulla spiaggia.
L’evento appena disputato non è il punto d’arrivo, ma la tappa di un percorso che possa coinvolgere sempre più persone e diventare una disciplina di primo livello.
Foto di Andrea Mancuso