Da Agenzia DIRE Esteri
“Non abbiamo avuto connessione internet né telefonica per quasi due giorni; non sappiamo se i soldati israeliani sono in città, sappiamo solo che siamo vivi e che siamo insieme”: così all’agenzia Dire suor Nabila Saleh, missionaria a Gaza City, con un messaggio audio condiviso con l’agenzia Dire via WhatsApp oggi.
Di un ripristino dei servizi è stato riferito anche da altre fonti. Paltel, la compagnia che opera nella Striscia di Gaza, ha sottolineato che “le telecomunicazioni via rete fissa, mobile e internet bloccate venerdì 27 ottobre a causa dell’aggressione in corso sono in fase di graduale ripresa”.
Giovedì Israele ha intensificato la sua campagna di bombardamenti sulla Striscia, ampliando anche le operazioni militari via terra nella regione.
Suor Saleh, di nazionalità egiziana, si trova presso la chiesa cattolica della Sacra famiglia di Gaza City insieme con altri parrocchiani e persone sfollate.
“Sentiamo bombardamenti ovunque”sottolinea la missionaria.
“Nel mondo c’è chi prega per noi ma ci crea grande sofferenza sapere che nessuno dei politici che comandano si ricordano di Gaza; nel mondo c’è chi parla di diritti umani ma qui i diritti umani non esistono più”.
Suor Saleh aggiunge: “Siamo nelle mani di Dio”.
Secondo il ministero della Sanità di Gaza, dall’inizio dei bombardamenti di Tel Aviv a seguito degli assalti di Hamas nel sud di Israele del 7 ottobre sono state uccise più di 7mila persone.
Migliaia di residenti hanno fatto irruzione in magazzini dove sono custodite scorte di farina e generi alimentari gestiti nel centro e nel sud della Striscia di Gaza dall’Agenzia dell’Onu per i rifugiati in Palestina e in Medio Oriente (Unrwa).
L’informazione è stata diffusa oggi da responsabili dell’organismo, attraverso un comunicato.
“Questo”, si legge nel testo, “è un preoccupante segno che le norme giuridiche e civili stanno cominciando a collassare dopo tre settimane di guerra e un assedio serrato su Gaza”.
I responsabili di Unrwa sottolineano: “Le persone sono spaventate, frustrate e disperate; le tensioni e la paura sono aggravate dal taglio delle linee e delle comunicazioni internet e telefoniche”.
Nel testo non si specifica dove si trovino i magazzini presi d’assalto. Martin Griffiths, vicesegretario generale dell’Onu a capo dei servizi di assistenza umanitaria dell’organizzazione, ha riferito che gli aiuti attraverso l’Egitto e il valico di Rafah stanno arrivando nella Striscia “goccia a goccia”.