Abbiamo ricevuto e vi riproponiamo questa riflessione del giornalista italo-palestinese Milad Jubran Basir
“Le drammatiche notizie che arrivano dal Medio Oriente rappresentano una percentuale molto ridotta di ciò che sta accadendo veramente in quei territori in termini di distruzione, di perdite di vite umane e di disperazione.
I numeri della guerra in termini di morti, di feriti e dispersi e di distruzione non rispecchiano ancora quello che alla fine sarà il tragico bilancio.
Quello che già sappiamo però è che si sta giocando una partita di importanza storica non solo per la Striscia di Gaza ma per la questione palestinese nel suo complesso.
Ad oggi secondo il Ministro della Sanità palestinese sono 2800 i palestinesi uccisi e di questi 1002 i bambini: fra gli israeliani 1350.
Oltre 8500 i feriti palestinesi mentre oltre circa 3500 gli israeliani.
11 ambulanze palestinesi e 11 operatori sanitari colpiti, oltre 24 scuole dell’Unrwa, l’agenzia della Nazione Unite che si occupa dei profughi palestinesi, distrutte, 4 giornalisti uccisi, 15 funzionari della Nazione Unite, 150 soldati e ufficiali israeliani in mano ad Hamas oltre ad un numero imprecisato di civili, oltre 26582 palazzi palestinesi rasi al suolo a Gaza di cui 14 moschee.
Fino alla data odierna 5000 missili partiti da Gaza hanno colpito il territorio israeliano: l’aviazione israeliana dichiara invece di avere sganciato sulla striscia di Gaza 6000 bombe, pesanti 4000 tonnellate.
Le fonti sono diverse: il Ministero della sanità Palestinese, Medici senza Frontiera, Al Jazira , e portavoce esercito israeliano e la stessa ONU .
Questa contabilità si arricchisce poi dei numeri degli sfollati palestinesi, oltre 450.000 persone sono sfollate e non sono sanno dove trovare rifugio.
L’ONU afferma che dopo l’ultimatum dell’esercito israeliano che intimava gli abitanti di abbandonare le loro abitazioni sono oltre un milione di persone che sono messi in marcia in auto, a piedi e con tutti i mezzi disponibili sono alla ricerca di un rifugio.
È in atto un disegno pianificato da attori ancora nell’ombra per realizzare quello che era il vecchio piano di Ben Gurion, ovvero la deportazione di massa della popolazione dalla Striscia di Gaza verso altre zone del Medio Oriente.
Tale piano, sponsorizzato dagli USA e dall’Europa, prevederebbe lo svuotamento completo di Gaza e la creazione di una zona cuscinetto, controllata da Israele.
La popolazione palestinese verrebbe distribuita nel seguente modo: 1 milione di palestinesi nel deserto del Sinai, 1 milione e mezzo invece distribuiti tra Giordania, Qatar, Arabia Saudita ed Emirati Arabi Uniti. I paesi del golfo dovranno finanziare questa operazione.
Si deve precisare che gli abitanti di Gaza sono al 70% rifugiati del 1948, la famosa Nakba, e il 48% minori.
Una volta terminata questa operazione di deportazione della popolazione di Gaza toccherà la Cisgiordania, il che significa mettere fine alla questione palestinese una volta per sempre.
Come è noto a tutti da diversi giorni la Striscia è senza acqua, elettricità e cibo per cui molte organizzazioni dei diritti umani e diversi Ministri e stati in tutto il mondo stanno mettendo in evidenza questo comportamento che può essere classificato come un crimine contro l’umanità .
Diversi segnali erano nell’aria: il Primo Ministro israeliano, qualche giorno fa, all’Assemblea Generale della Nazione Unite, ha mostrato la cartina d’Israele dove ha detto al mondo intero che la Palestina non esiste.
Spesso la storia si ripete: 50 anni fa al Presidente egiziano Sadat Henry Kissinger disse: “…per poter parlare di un piano di pace attraversa il canale di Suez e rioccupa un solo km quadrato. Allora io posso muovermi.” Qualche anno fa qualcuno ha dato semaforo verde a Saddam Hussein per occupare il Kuwait. In entrambi i casi sappiamo come è andata.
Il mondo occidentale pensava che con un pugno di euro dati all’Autorità palestinese avrebbe risolto il conflitto, girando la testa altrove e facendo finta di non vedere.
In questi anni la popolazione palestinese ha subito violenze, umiliazioni, discriminazioni, deportazioni di massa e la comunità internazionale con in testa l’Occidente ha fatto finta di non vedere nulla.
Il Presidente Abu Mazen all’Assemblea Generale dell’Onu in tutti questi anni ha supplicato il mondo intero chiedendo aiuto e protezione, senza trovare ascolto.
Cosi facendo il mondo occidentale consapevolmente regala ai movimenti integralisti l’intero mondo arabo ed islamico e demolisce quel poco di moderazione e di laicismo che è nel mondo Arabo e in Palestina è rappresentata dall’OLP.
Il Segretario Generale delle Nazioni Unite, Antonio Guterres, oggi ha dichiarato: “Ciò che è accaduto non viene dal vuoto, Israele occupa i territori palestinesi”.
La Direttrice dell’Istituto d’Affari Internazionali nonché professoressa onoraria all’Università di Tubingen, Nathalie Tocci, qualche giorno fa, ospite dell’emittente La7, si è dichiarata stupita che l’Occidente si sia sorpreso di ciò che è accaduto, dato che lo si può considerare responsabile di una politica fallimentare che ha trascurato questo conflitto lasciandolo irrisolto per anni.
La stessa aggiungeva che solo l’anno scorso centinaia di palestinesi sono stati uccisi nel disinteresse dell’Occidente.
In conclusione, non è necessaria la flotta americana, non servono soldi.
L’Occidente deve riconoscere le sue responsabilità e le sue colpe: c’è bisogno di mediatori, di diplomazia, di gente di buon senso che faccia il possibile per il raggiungimento urgente del cessate il fuoco e per aprire una trattativa che assicuri una pace duratura attraverso il rispetto dei diritti umani delle popolazioni che vivono nella regione nessuno è escluso.”