L’inquinamento atmosferico rappresenta una gravissima minaccia per la salute ed è tuttora il principale rischio ambientale nell’Unione Europea e soprattutto in Italia.
E’ Openpolis a lanciare ora l’allarme: In Italia il Pm2.5 causa più di 140 morti al giorno. A causa delle ridotte dimensioni delle sue particelle, il particolato fine (Pm2.5) è uno degli agenti inquinanti più pericolosi per la salute umana. Riesce infatti a penetrare in profondità nei sistemi respiratori e circolatorio, causando ischemie, infarti, asma e altre gravi patologie. Nel 2020, l’ultimo anno in cui sono disponibili i dati, quasi 238mila persone in Europa hanno perso prematuramente la vita a causa degli effetti di questa sostanza. E tra i Paesi Ue, l’Italia detiene il record per il maggior numero di decessi: oltre 52mila morti premature nel 2020. Anche se il valore è diminuito nel corso dell’ultimo decennio, il miglioramento è ancora poco significativo. Parliamo di una variazione del -21,3%, ben al di sotto della media europea del -39,4% e il secondo calo più contenuto d’Europa dopo quello spagnolo (-18,8%). Inoltre, tra 2019 e 2020 si è verificato un peggioramento.
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Come sottolineato nella lettera aperta del maggio scorso di alcuni medici ed esperti, con la quale si opponevano all’attacco alla proposta di Direttiva sulla qualità dell’aria presentata dalla Commissione Europea da parte delle Regioni della Pianura Padana: “La risposta dell’Italia ai problemi legati all‘inquinamento atmosferico è del tutto insoddisfacente, tanto che l’Italia (in particolare a causa dei fallimenti delle regioni del bacino padano oltre a Lazio, Toscana, Liguria e Sicilia) è stata ripetutamente condannata dalla Corte Europea di Giustizia per aver violato la direttiva sulla qualità dell’aria (i cui standards minimi dovevano essere raggiunti entro il 2010), e ha ancora una procedura di infrazione aperta. L’area più inquinata del Paese, e fra le più inquinate d’Europa, è la Pianura Padana. Sicuramente sono anche responsabili condizioni meteorologiche e geografiche, ma studi recenti condotti nell’ambito del progetto Life-Prepair confermano che sono tre i fattori responsabili dell’inquinamento da polveri sottili nella Pianura Padana: la combustione di combustibili fossili per riscaldamento (soprattutto legna e pellet), il trasporto stradale (con emissioni di NOx, precursori di particolato), l’agricoltura e gli allevamenti intensivi (emissioni di ammoniaca, precursori di particolato). Ovviamente, è da aggiungere il contributo degli impianti industriali alimentati con combustibili fossili”.
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Lo scorso 3 ottobre 2023 l’Associazione Genitori Antismog è stata invitata per un’audizione informale davanti all’ 8^ Commissione Ambiente, Transizione Ecologica, Energia, Lavori pubblici, Comunicazioni, Innovazione tecnologica del Senato della Repubblica sulla conversione in legge del decreto- legge n. 121/2023 recante “Misure urgenti in materia di pianificazione della qualità dell’aria e limitazioni della circolazione stradale”. L’Associazione ha potuto così sottolineare ancora una volta che:
- la Pianura Padana è una delle aree in Europa con la maggior concentrazione di particolato atmosferico fine (PM10 e PM2.5) e di ossidi di azoto (Nox);
- l’Italia è il Paese europeo con il maggior tasso di motorizzazione: 65 auto ogni 100 abitanti (e l’Italia di fatto non produce più auto!);
- il motore diesel è il “sorvegliato speciale”, perché i diesel sono i principali responsabili per ossidi di azoto (NOx) e particolato (PM); i camini a legna e le stufe a pellet sono delle terribili fonti di inquinanti dell’aria; l’agricoltura (con i fertilizzanti azotati) e gli allevamenti (con le emissioni di ammoniaca, NH3) sono fra i principali contributori di precursori del particolato e degli ossidi di azoto.
Qui la presentazione completa e il video.
Nella lettera di contrasto alla posizione delle regioni padane, gli scienziati, ricercatori, medici e operatori della sanità pubblica scrivevano che la riduzione delle emissioni è possibile subito attraverso i seguenti interventi radicali, come: il potenziamento radicale del trasporto attraverso l’intensificazione delle corse, la realizzazione di orari cadenzati e la riqualificazione del materiale rotabile, ovvero privilegiando lo shift modale verso le linee del ferro già esistenti (da migliorare ed efficientare, anche investendo in parcheggi di interscambio); l’incremento del trasporto pubblico che deve però accompagnarsi a rigorose politiche di riduzione del traffico su gomma e di blocco di qualsiasi finanziamento per nuove strade e superstrade; i cambiamenti radicali della mobilità entro le aree urbane con istituzione di ZTL, percorsi a 30Km e ciclo-pedonali sicuri (percorsi casa-scuola, piste ciclabili, strade scolastiche, etc.) e contestuale riduzione delle strade per i veicoli e la sosta urbana; la sostituzione dei sistemi di riscaldamento a legna con fonti e tecnologie sostenibili; l’attivazione di soluzioni tecnologiche per la riduzione delle emissioni di ammoniaca in agricoltura e negli allevamenti; la riduzione della componente proteica della dieta animale e la riduzione del consumo di carne.
Si tratta di una drammatica situazione, nota e scientificamente documentata, che meriterebbe di essere posta in cima a qualsiasi agenda di governo e che invece ci lascia in gran parte indifferenti e quasi del tutto inerti. Fatta eccezione per la diffusa ostilità nei confronti di coloro (soprattutto giovani) che con azioni nonviolente cercano di richiamare la nostra attenzione sui disastri che continuiamo a perpetrare.
Come scrive papa Francesco nella sua recente Esortazione Apostolica Laudate Deum: ”Poniamo finalmente termine all’irresponsabile presa in giro che presenta la questione come solo ambientale, “verde”, romantica, spesso ridicolizzata per interessi economici. Ammettiamo finalmente che si tratta di un problema umano e sociale in senso ampio e a vari livelli. Per questo si richiede un coinvolgimento di tutti. Attirano spesso l’attenzione, in occasione delle Conferenze sul clima, le azioni di gruppi detti “radicalizzati”. In realtà, essi occupano un vuoto della società nel suo complesso, che dovrebbe esercitare una sana pressione, perché spetta ad ogni famiglia pensare che è in gioco il futuro dei propri figli” (Punto 58).
Qui per leggere e scaricare l’Esortazione Apostolica di papa Francesco “Laudate Deum”: