Inviamo una richiesta di chiarimenti sull’atteggiamento che sta tenendo il PD in merito alla presunta crisi energetica, riflessione che sentiamo sempre più urgente fare.
Nello scritto sono citate situazioni particolari e concrete ma la nostra domanda investe un ambito più generale, di rispetto per la Costituzione, per l’ambiente e per i cittadini, rispetto che si riflette nella coerente applicazione dei programmi elettorali.
La prima domanda è questa: quanti PD esistono in Italia?
Ci riferiamo all’atteggiamento a dir poco schizofrenico tenuto dal PD nei confronti dei rigassificatori e in generale della transizione energetica.
A Vado Ligure il partito è a fianco dei cittadini che non vogliono il rigassificatore; a Spezia il PD ha sempre difeso a spada tratta il rigassificatore di Panigaglia considerandolo un suo figlio prediletto; a Piombino il PD definisce strategico per la salvezza dell’Italia il rigassificatore; a Ravenna il sindaco PD lo accoglie a braccia aperte e la Corrado, si spinge a magnificare la procedura seguita che, secondo lei, avrebbe coinvolto tutti gli interessati. La stessa Corrado che si scaglia contro la scelta di portare un rigassificatore a Vado, definisce “una risposta a un’emergenza” il rigassificatore previsto a Ravenna. E così via a Trieste, Brindisi, Cagliari, Sulmona, ecc, in ogni luogo d’Italia dove si vuole costruire un rigassificatore, realizzare un deposito gnl, posare un gasdotto o mettere in funzione una trivella, il PD è quasi sempre a fianco delle società che sfruttano le fonti fossili.
Non dimentichiamo soprattutto che il PD ha firmato il Decreto Legge n. 50 del 17 maggio 2022 convertito con modificazioni con la Legge 91 del 15 luglio 2022, che ricopre d’oro le società che prolungheranno l’uso delle fonti fossili, art. 5 e 5 bis, scaricando il costo del provvedimento sulle bollette dei cittadini.
Seconda domanda: il PD ha una sua politica energetica NAZIONALE?
Non sembrerebbe, oscilla da atteggiamenti nimby a sperticato favore. A noi sembra anche molto opportunista, adatta la sua strategia da luogo a luogo, senza farla discendere da una riflessione sulla emergenza climatica e la necessità di abbandonare le fonti fossili. Forse a Vado è contrario al rigassificatore perché ha visto 16000 persone in piazza, ci sono le elezioni a primavera e il governatore/commissario (altra bella pensata cui ha partecipato anche il PD e alla quale dedicheremo un prossimo scritto) è di parte opposta?
Forse il diverso atteggiamento a Piombino e a Ravenna è dovuto al fatto che lì le elezioni sono ancora lontane e inoltre bisognerebbe andare contro Giani in Toscana, così come bisognerebbe andare contro Bonaccini in Emilia e Romagna, entrambi governatori/commissari del PD? Del tutto incomprensibile rimane l’atteggiamento diverso tra levante e ponente ligure, a meno che non si considerino i numeri dei manifestanti, e ritorniamo così all’atteggiamento opportunista.
Confidiamo di avere pubblicamente, così come è pubblica la nostra richiesta, una risposta chiara che definisca in modo univoco la politica energetica del PD, teoria e pratica. Siamo nel bel mezzo di una emergenza climatica e di una emergenza democratica ma non di un’emergenza energetica e spereremmo, per il bene e per il futuro di tutti, che il PD non si facesse complice di questa falsa narrazione.
RETE NO RIGASS NO GNL
(alla quale aderiscono più di 115 realtà tra comitati, associazioni e persone)
lettera inviata a:
Segretario Provinciale PD La Spezia
segreteria@pdlaspezia.it
Al Segretario Regionale PD della Liguria
davide.natale@regione.liguria,it
Al Segretario Provinciale PD Savona
segretario@partitodemocraticosavona.it
Al Segretario Provinciale PD Piombino Elba Val di Cornia
pd@pdvaldicornia.com
Al segretario Provinciale PD Ravenna
contatti@pdravenna.it
Al Responsabile Transizione Ecologica
braga_c@camera.it
A Annalisa Corrado, Segreteria Nazionale
Conversione ecologica, Clima
ambiente@partitodemocratico.it