Israele
Netanyahu ha perso le staffe e la ragione; pur di salvaguardare la propria poltrona è capace di tutto.
Anche di pugnalare alle spalle i capi delle forze armate e dei servizi di sicurezza.
Lo ha fatto sui social e poi è stato costretto a cancellare le accuse e scusarsi.
Il premier israeliano aveva inizialmente puntato il dito, con un post su X, contro il capo dell’intelligence militare, Aharon Haliwa, e quello dello Shin Bet, Ronen Bar, sostenendo che prima del 7 ottobre “erano convinti che Hamas temesse di agire e cercasse un accordo”.
E poi parlando di sé in terza persona: “Mai, in nessuna circostanza, il primo ministro è stato avvisato delle intenzioni bellicose di Hamas. Al contrario, la valutazione di un Hamas sulla difensiva è stata sottoposta più volte a me e al governo da tutti i responsabili della sicurezza e la comunità di intelligence. Fino al momento in cui è scoppiata la guerra”.
La radio militare ha subito replicato sostenendo che Netanyahu era stato avvisato dell’eventualità di attacchi dell’asse Iran-Hezbollah-Hamas, “diventati più aggressivi per via delle lacerazioni interne a Israele, sorte con la sua contestata riforma giudiziaria”.
“Stasera Netanyahu ha oltrepassato la linea rossa”, ha affermato, indignato, il leader dell’opposizione Yair Lapid.
E l’ex ministro della difesa Gantz che ha partecipato al governo di emergenza ed entrato a far parte del Consiglio di guerra lo ha costretto, nel cuore della notte, a cancellare le gravi accuse.