E’ notizia di questi giorni che il Parco nazionale Val Grande, il secondo Parco Nazionale del Piemonte, proprio nell’anno del suo trentesimo anniversario, vede concretizzarsi il via libera del Governo, del Ministero e del Presidente Mattarella all’ingresso di nuovi territori dei comuni di Verbania, Mergozzo, Ornavasso, Caprezzo e Vogogna.
Ne siamo sinceramente compiaciuti e plaudiamo alla notizia. L’ampliamento dei confini di un Parco Nazionale, o di un’area protetta, è sempre un fatto positivo per l’Ambiente naturale e per chi ce l’ha a cuore.
Lo testimoniano, alla divulgazione della voce, tutte le condivisioni e le manifestazioni di interesse e d’affetto di una gran parte di opinione pubblica, espresse sui principali “social” e sulle “app” di comunicazione di massa.
Ciò significa, che molti di noi ancora credono che la difesa di quel residuo di Natura, rimastaci più o meno indenne dall’infrastrutturazione disordinata della montagna, sia prioritaria rispetto al consumo di suolo, alla cementificazione delle terre, all’urbanizzazione infinita, all’aumento disperato della CO₂ in atmosfera, alla corsa al riscaldamento climatico, al maltrattamento dei corpi idrici, siano essi ghiacciai, sorgenti, fiumi, laghi, mari, oceani o falde acquifere, all’abbattimento degli alberi “perché le foglie in terra sporcano”, alla soppressione della fauna selvatica a scopo ludico o per ataviche e ingiustificate paure, allo sfruttamento in generale delle risorse del Pianeta, come se non ci fosse un domani.
A nostro modesto parere, la crescita economica non può essere più un obiettivo primario, sia alla scala globale che a quella locale, se a farne le spese è l’Ambiente e se la sostenibilità degli interventi e dei programmi di sviluppo è solo apparente o pura speculazione. Questo vale per chi persegue da sempre l’ambientalismo, ma anche per chiunque abbia un minimo di coscienza e di ragionevolezza, compresa una percezione oggettiva di bellezza.
Leggiamo sui giornali che sottoporre a tutela ambientale una parte di territorio comunale affinché si passi nel Parco, sia una “nuova occasione di sviluppo” per le comunità locali. Siamo d’accordo, l’elemento naturale della nostra casa comune, La Terra, è il più importante patrimonio “bene comune” su cui investire energie, concentrare l’attenzione e le nostre cure per il benessere presente e futuro del genere umano, per garantire la vita e l’esistenza su di essa. Lo dicono tutti i saggi del mondo e lo afferma pure il Pontefice della Chiesa di Roma nella sua ultima enciclica, il seguito di “Laudato sì”. Proprio per queste finalità, i Parchi si occupano di ecologia, proteggono e conservano gli ambienti naturali, a garanzia dei servizi ecosistemici di cui beneficia l’intera umanità: aria, acqua, suolo, salute pubblica, habitat, biodiversità. Queste sono le uniche, vere, nuove occasioni di sviluppo.
E dunque, con il Decreto del Presidente della Repubblica pubblicato in G.U. l’undici ottobre scorso, Il Parco nazionale Val Grande passerà da 15.689 ettari a 18.112 (ha), accogliendo una richiesta dei territori formulata più di tre anni fa.
Finalmente una buona notizia!
Salviamo il Paesaggio VALDOSSOLA
Beura Cardezza, 16 ottobre 2023
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