Qualche giorno fa WeProtect Global Alliance (che riunisce governi, settore privato, società civile e organizzazioni intergovernative per sviluppare politiche e soluzioni per proteggere i bambini dallo sfruttamento sessuale e dagli abusi online) ha pubblicato il suo quarto Global Threat Assessment Report, dal quale emerge un aumento dell’87% dal 2019 dei casi concreti di abuso sessuale sui bambini segnalati, con oltre 32 milioni di segnalazioni a livello globale (National Center for Missing & Exploited Children). Dati particolarmente allarmanti, che evidenziano l’urgente necessità di una risposta coordinata e multiforme per proteggere i bambini di tutto il mondo da questa minaccia crescente.
Il Rapporto sottolinea un aumento del 360% delle immagini sessuali autogenerate di bambini di 7-10 anni dal 2020 al 2022 (Internet Watch Foundation) e mette in guardia dal fatto che le conversazioni con i bambini sulle piattaforme di social gaming possono degenerare in situazioni di adescamento ad alto rischio nel giro di 19 secondi, con un tempo medio di adescamento di soli 45 minuti. Gli ambienti sociali di gioco che facilitano la mescolanza tra adulti e bambini, lo scambio di regali virtuali e il sistema di classifiche online pubbliche aumentano significativamente questi rischi.
Un dato particolarmente allarmante riguarda l’aumento significativo delle estorsioni sessuali a scopo di lucro: si è passati da 139 segnalazioni nel 2021 a oltre 10.000 nel 2022. I bambini vengono adescati e manipolati in modo da indurli a condividere immagini e video a sfondo sessuale e per estorcere loro del denaro. Spesso gli estorsori si spacciano per ragazze online, rivolgendosi prevalentemente a ragazzi di età compresa tra i 15 e i 17 anni attraverso i social media. Un fenomeno che spesso ha portato a una serie di casi tragici, culminati nella decisione da parte delle vittime di togliersi la vita. Con le nuove tecnologie crescono poi in maniera esponenziale anche le minacce che i bambini affrontano ogni giorno online: dall’inizio del 2023 sono anche aumentati, per esempio, i casi di criminali che utilizzano l’Intelligenza Artificiale per creare materiale di abuso sessuale infantile e sfruttare i bambini.
“Il nostro ultimo rapporto mostra la portata della minaccia che i bambini affrontano online: lo sfruttamento e l’abuso sessuale dei bambini, facilitato dal web e della tecnologia, richiede la nostra attenzione e il nostro intervento immediato”, ha dichiarato il direttore esecutivo di WeProtect Global Alliance. “I nuovi strumenti tecnologici aggravano ulteriormente i rischi esistenti, e la situazione non è diversa in Italia. La sicurezza dei bambini non deve essere negoziabile. Per evitare che altri bambini diventino vittima di queste pratiche, i governi, i fornitori di servizi online, gli enti di beneficenza e le aziende devono intensificare gli sforzi e collaborare per promuovere il cambiamento e assicurare la loro protezione“.
Per invertire la pericolosa deriva in atto occorre che la questione diventi prioritaria e coinvolga l’impegno di tutti, a partire dai legislatori, che devono intervenire con nuove regole per prevenire e combattere gli abusi sessuali infantili.
WeProtect Global Alliance propone a tutte le parti interessate, compresi i governi, i fornitori di servizi online e le organizzazioni della società civile, di: investire in interventi per la salute pubblica, dando priorità alla prevenzione e a interventi mirati a coloro che hanno o rischiano di commettere o subire abusi (se investiamo solo per rispondere al problema dopo che l’abuso è avvenuto, stiamo già trascurando e deludendo i bambini); focalizzarsi sui diritti e sulle prospettive dell’infanzia, progettando interventi che sensibilizzino i bambini, facilitino l’identificazione degli abusi e permettano loro di rendere responsabili i fornitori di servizi online; implementare una legislazione allineata e coerente a livello globale in grado di impedire che gli autori dei reati sfruttino le scappatoie legali, emanando norme su Internet coerenti a livello globale; adottare un approccio alla sicurezza che parte della progettazione, implementando approcci innovativi alla progettazione tecnologica, che diano priorità alla sicurezza degli utenti fin dall’inizio, non a posteriori.
Dal Report è anche emerso che esiste un divario significativo tra la percezione dei rischi online da parte dei bambini e l’effettiva manifestazione degli abusi in rete, con evidenze che dimostrano che gli autori dei reati sono spesso conosciuti dal bambino e che le piattaforme private sono il luogo in cui si verifica la maggior parte delle molestie. Ciò evidenzia la necessità di migliorare le informazioni sulla sicurezza online in base all’età e di rendere accessibili le procedure di segnalazione. Non solo, ma il rapporto evidenzia le prove emergenti di una correlazione tra la visione frequente di materiale pornografico e l’accesso a materiale di abuso sessuale infantile.
Infine, il Report ha evidenziato come le minoranze vulnerabili e i gruppi emarginati, compresi quelli basati sull’orientamento sessuale, l’etnia o la disabilità, siano esposti in modo sproporzionato ad abusi sessuali in rete e che la povertà, la disuguaglianza e le crisi globali, come la pandemia COVID-19, la guerra in Ucraina e i cambiamenti climatici, contribuiscano all’aumento dello sfruttamento sessuale e degli abusi sui bambini.
Qui per approfondimenti: https://www.weprotect.org/global-threat-assessment-23/#full-report.