In una causa di cambiamento climatico “senza precedenti”, sei giovani provenienti da aree del Portogallo colpite da ondate di calore e incendi devastanti hanno recentemente portato in tribunale 32 governi europei, sostenendo che l’incapacità dei Paesi di agire rapidamente sulla crisi climatica ha violato i loro diritti umani.
La Corte europea dei diritti dell’uomo (CEDU) esaminerà la denuncia presentata nel settembre 2020 da giovani di età compresa tra gli 11 e i 24 anni, come riporta l’Agenzia Reuters. Si tratta della più grande causa riguardante il clima mai esaminata dalla CEDU.
Six Portuguese youth have accused 32 European nations of violating their human rights by not doing enough on climate change.https://t.co/nEPD0VTTbI
— Foreign Policy (@ForeignPolicy) September 27, 2023
“Questo è davvero un caso di Davide contro Golia, senza precedenti per la sua portata e per i suoi potenziali impatti”, ha dichiarato alla CNN Gearóid Ó Cuinn, direttore di Global Legal Action Network (GLAN), un’organizzazione no-profit che ha sostenuto la causa dei ricorrenti. “Mai prima d’ora così tanti Stati hanno dovuto difendersi da un’accusa di questo genere”.
L’argomentazione dei ricorrenti riguarda l’inazione dei Paesi citati sul cambiamento climatico, che secondo loro minaccia i loro diritti alla vita e al benessere fisico e mentale, come riporta la Reuters.
“Quello che ho provato è stata paura”, ha detto Claudia Duarte Agostinho, 24 anni, ricordando il caldo estremo e gli incendi che hanno ucciso più di 100 persone in Portogallo nel 2017, come riportato da BBC News. “Gli incendi mi hanno reso estremamente ansiosa sul tipo di futuro che avrei avuto”.
La causa è stata presentata contro tutti i 27 Stati membri dell’Unione Europea, oltre a Svizzera, Norvegia, Gran Bretagna, Russia e Turchia.
Se la CEDU accoglierà il ricorso, i tribunali nazionali potranno ordinare ai governi di accelerare i tempi per la riduzione delle emissioni di anidride carbonica. I tribunali nazionali sarebbero poi responsabili dell’applicazione delle sentenze, secondo quanto riportato dall’avvocato di GLAN Gerry Liston, come riporta Reuters.
Sempre la Reuters ha anche riportato che prima dell’udienza, un documento presentato dalla Grecia affermava che “gli effetti del cambiamento climatico, così come sono stati registrati finora, non sembrano avere un impatto diretto sulla vita o sulla salute umana”. Ó Cuinn ha tacciato questa dichiarazione di “negazionismo climatico”.
“Voglio un mondo verde senza inquinamento, voglio essere in salute”, ha detto l’11enne richiedente Mariana Agostinho, come ha riportato BBC News. “Partecipo a questa causa perché sono davvero preoccupata per il mio futuro. Ho paura di come diventerà il posto in cui viviamo”.
Sei avvocati rappresentano i giovani ricorrenti nella causa, mentre più di 80 avvocati difendono i Paesi accusati.
The European Court of Human Rights will hear an “unprecedented” lawsuit on Wednesday, brought by six young people against 32 European countries accusing them of failing to tackle the human-caused climate crisis. https://t.co/4JZECnNwv6
— Svein Tveitdal (@tveitdal) September 28, 2023
“Senza un’azione urgente da parte dei governi, i giovani richiedenti coinvolti in questa causa rischiano di subire le conseguenze di un caldo estremo insopportabile che danneggerà la loro salute e il loro benessere. Sappiamo che i governi hanno il potere di fare molto di più per fermare tutto questo, ma stanno scegliendo di non agire”, ha dichiarato Ó Cuinn, citato da BBC News.
Cristen Hemingway Jaynes è una scrittrice di romanzi e saggi. Si è laureata in Legge, si è specializzata in Legislazione relativa agli oceani e le coste (Oregon School of Law) e diplomata in Scrittura Creativa al Birbeck College (Università di Londra). E’ autrice della raccolta di racconti The Smallest of Entryways, e della biografia di viaggio Ernest’s Way: An International Journey Through Hemingway’s Life.
Traduzione dall’inglese di Daniela Bezzi. Revisione di Thomas Schmid.