Vogliamo informare cittadini ed istituzioni che si è costituito il coordinamento fiorentino per la Pace.
Una vasta coalizione di organizzazioni, associazioni e comitati che si riconosce nella iniziativa Europeforpeace che ha organizzato le grandi manifestazioni per il cessate il fuoco in Ucraina del 5 marzo e del 5 novembre 2022, ha partecipato alle Carovane di Stopthewarnow# per il sostegno umanitario alle popolazioni vittime della guerra in ucraina e il sostegno politico legale ed economico agli obiettori di coscienza, disertori e resistenti non armati non violenti in Russia, Ucraina e Bielorussia.
Europforpeace ha partecipato con tutte le altre coalizioni europee da 44 paesi alla elaborazione del documento politico condiviso a Vienna l’11 giugno 2023 per chiedere con forza ai belligeranti il cessate il fuoco e la soluzione negoziata del conflitto e organizzato la settimana di mobilitazione europea per il cessate il fuoco dal 30 settembre al 8 ottobre culminata con la partecipazione alla grande manifestazione di Roma di sabato 7 ottobre.
Cessate il fuoco e processi di dialogo vinci-vinci necessari anche in Terrasanta tanto più dopo l’attacco sanguinoso e spregiudicato condotto fuori dal recinto di Gaza da combattenti palestinesi che ha dimostrato il fallimento e l’inutilità di una politica di sicurezza basata su barriere, divisioni, armamenti, oppressione e negazione dei diritti.
Il coordinamento ha sollecitato attraverso la 7 Commissione del Consiglio Comunale un impegno del Comune di Firenze per il cessate il fuoco ovunque e in particolare in Ucraina e Terrasanta.
Chiediamo al Sindaco e Presidente della Città Metropolitana di Firenze di assumere in modo deciso l’iniziativa cittadina per il cessate il fuoco interpretando al meglio la volontà della stragrande maggioranza dei cittadini e il ruolo di Città Operatrice di Pace e impegnata contro le armi di sterminio, come da delibera del Consiglio del 7 luglio 1986 che ha consolidato la tradizione inaugurata dal sindaco La Pira con i viaggi di testimonianza a Mosca e a Hanoi e i convegni con i sindaci per la pace.
Proponiamo ai Consigli Comunali della Città Metropolitana di adottare la risoluzione di Vienna per chiedere il cessate il fuoco e la soluzione negoziata del conflitto in Ucraina e Terrasanta e premere sul governo italiano e le istituzioni europee per cessare ogni incoraggiamento, supporto e finanziamento alla prosecuzione dei combattimenti e di adoperare invece le proprie enormi risorse morali e materiali per sostenere il negoziato e prevenire l’estensione dei conflitti.
Insieme alle forze più lungimiranti della politica israeliana e palestinese siamo convinti che proprio l’attacco del 7 ottobre possa generare la consapevolezza che la rinuncia alla soluzione armata rappresenti la migliore garanzia per il futuro di Israele e della Palestina nelle forme istituzionali che vorranno darsi.
In questo quadro rimaniamo scandalizzati rispetto a scelte come la partecipazione delle autorità comunali ad iniziative rivolte al sostegno ad una delle parti in conflitto, ignorando e negando le ragioni e motivazioni delle altre parti. Grave inoltre che si senta il bisogno di cancellare la partecipazione ad eventi artistici quando i protagonisti sono di origine palestinese.
In particolare vogliamo stigmatizzare l’esposizione della sola bandiera israeliana accanto alla bandiera della pace invece di gesti che sottolineino l’importanza di assicurare un futuro di pace libertà e prosperità a tutti i popoli della Terrasanta.
La Città operatrice di pace ed impegnata contro le armi di sterminio non può non elevare una protesta contro la dislocazione di un comando Nato sul suo territorio. Siamo esterrefatti delle risposte superficiali fornite in Consiglio Comunale ai consiglieri che hanno espresso disaccordo e preoccupazione per la presenza di un comando dell’alleanza atlantica a Firenze.
Siamo consapevoli dei rischi, oggi purtroppo molto concreti da quando il nostro paese, da sempre partner militare di Israele, ha scelto nei fatti di schierarsi in una guerra contro la federazione russa, fornendo non soltanto informazioni, supporto logistico e sistemi di armamenti ma anche partecipando ad un embargo unilaterale non deciso in sede ONU.
Non possiamo ignorare l’inevitabile impatto sulla vita dei cittadini anche solo a causa degli ovvi provvedimenti di sicurezza militare e antiterrorismo che un centro di coordinamento militare richiede.
E’ a nostro avviso fondamentale che le istituzioni cittadine esprimano il proprio dissenso all’installazione di un centro operativo e decisionale di una alleanza che difficilmente oggi può ancora dirsi puramente difensiva e che sempre più si configura come uno strumento di guerra per la difesa egemonica degli interessi delle classi dominanti occidentali.
Siamo particolarmente preoccupati dalla estrema superficialità non solo delle risposte in Consiglio ma anche delle informazioni che compaiono sulla stampa e che ricalcano le risposte date dal Ministro in sede istituzionale. In particolare l’accenno al basso impatto ambientale delle future costruzioni ci ricorda come tutte le emissioni relative alle produzioni e operazioni militari siano escluse da ogni conteggio, bilanciamento e valutazione di impatto. Fermare la guerra (anzi le guerre) avrebbe un impatto estremamente positivo sul clima assai vasto e diretto.
La volontà di proseguire il conflitto oltre le opportunità negoziali che si sono aperte in varie occasioni spinge oggi i governi europei e i media allineati a mettere in secondo piano la guerra in Ucraina nella speranza che l’opinione pubblica si abitui secondo il noto fenomeno della saturazione. I media si rifiutano pervicacemente di informare i cittadini sulle conseguenze politiche ed economiche della partecipazione dell’Italia alla guerra e dell’aumento vertiginoso delle spese militari oltre a disinformare i cittadini sulla forza l’estensione e le richieste chiare e inequivocabili di un gigantesco movimento per la pace che si è fatto sentire dappertutto tranne che sui media.
Chiediamo alla stampa e al Comune di non partecipare a questa campagna di disinformazione e prendere una posizione chiara che interpreti la capacità della città di essere effettivamente operatrice di pace e un punto di riferimento certo per le iniziative di ricerca del cessate il fuoco e la soluzione negoziata di questi ed altri conflitti che metta al centro le comunità afflitte dalle violenze.