Nel pomeriggio di venerdì scorso si è snodato a Palermo, dopo il corteo studentesco per la pace del mattino (ne ha scritto Toni Casano sulle pagine della nostra Agenzia), un altro corteo, che ha attraversato il Borgo Vecchio, fermandosi alla Piazzetta della Pace, a ridosso del carcere dell’Ucciardone. Lì, nell’aula bunker, si teneva l’incontro dei ministri italiani Piantedosi (Interni) e Nordio (Giustizia) con rappresentanti di un’altra trentina di Paesi interessati alle rotte mediterranee dei migranti, per consolidare ed estendere i famigerati accordi di esternalizzazione dei respingimenti, simili a quelli già siglati con Libia e Turchia. Essi sembrano rievocare i foedera del tardo Impero Romano con i popoli germanici e asiatici limitrofi, patti che li autorizzavano a stanziarsi ai confini, purché ne garantissero la militarizzazione e l’impermeabilità alle grandi migrazioni dall’Est del continente. Ma questi attuali dimostrano un’inaudita ferocia, se si pensa agli abbandoni di donne e bambini nel deserto tunisino, che di nuovo riaccendono la memoria e ci riportano al primo genocidio del Novecento, quello degli Armeni ad opera dei Turchi.

Davanti al Centro Sociale Anomalia, sede tra l’altro di un ambulatorio popolare frequentatissimo durante la sindemia e dopo, tanta la rabbia nelle parole dei migranti, che rivendicano da troppo tempo il diritto universale alla mobilità, allo studio, al lavoro, alla dignità; tanta la vergogna, ma anche tanta la semplice offerta di accoglienza e convivenza da parte dei bianchi presenti…

Le iniziative, però, non finiscono qui. La Carovana Sicilia 2023 dal 28 settembre sta attraversando i luoghi simbolici (e non solo simbolici, purtroppo) che significano guerra e detenzione forzata degli stranieri: Pozzallo, Augusta, Sigonella, Pian del Lago (CL), Porto Empedocle, Campobello di Mazara, Cinisi. 

Lunedì 2 ottobre, con l’adesione dei movimenti No Muos e No Guerra, del Presidio di donne per la pace, dell’Associazione Gambiana, di Stravox e di tanti altri gruppi, africani e non, si terrà un sit in antimilitarista davanti ai Cantieri Navali, a mezzogiorno, all’uscita degli operai del primo turno di lavoro, per sottolineare la presenza (che non è eccezionale!) di una portaerei, la Cavour, in riparazione in vista della partenza per il Mar Nero, attuale fronte di guerra.

Nel pomeriggio, all’Orto Botanico, a cura di Stravox (gruppo di giovani migranti di vari paesi, molti dei quali studenti universitari) e di molte altre organizzazioni, si terrà un seminario per tavoli tematici: approfondimenti sul caso del 3 ottobre (strage dell’Isola dei Conigli nel 2013, nei pressi di Lampedusa, data divenuta pietra miliare in quanto dichiarata Giornata Internazionale in Memoria delle Vittime delle Migrazioni, ndr), discriminazione istituzionale, accordi Italia/Libia e Italia/Tunisia, cause dirette e indirette dell’immigrazione, accordi coloniali.

Esiste un link per scegliere il tavolo cui iscriversi: clicca quì

Martedì 3 ottobre, ci si ritroverà dalle 10.30 in poi al Foro Italico (lungomare di Palermo), vicino al porticciolo di sant‘Erasmo, per commemorare tutti i morti nel Mediterraneo e le vittime delle politiche di respingimento e di chiusura dei porti.

Nel pomeriggio, infine, a partire dalla 16.00, si susseguiranno a Piazza Verdi, di fronte al Teatro Massimo, molteplici interventi di denuncia ma anche, e soprattutto, di proposta per creare rete fra le comunità e progettare iniziative condivise.