Riprendiamo integralmente il bollettino odierno di ANBAMED, nostro partner, che dà una ampia panoramica dei vari aspetti di questo terribile conflitto.
Fake news
La notizia della decapitazione di 40 bambini a Kfar Aza è una fake news. Il racconto, con i particolari raccapriccianti, è stato diffuso dalla tv israeliana i24News. Il servizio non contiene foto, ma solo racconti di soldati e poi un portavoce dell’esercito da Tel Aviv, alla domanda dei giornalisti ha detto che aveva visto il servizio e che non ci sono ancora notizie certe sul numero delle vittime. Ma la notizia è divampata come il fuoco nelle redazioni in trincea, con descrizioni e commenti sulla disumanità dei palestinesi. Il movimento Hamas ha smentito categoricamente l’accaduto. “A Kfar Aza c’è stata una dura battaglia con i soldati ed i guardiani della colonia. Affermiamo categoricamente la falsità delle accuse promosse da alcuni media occidentali, che in modo non professionale adottano la narrativa sionista piena di bugie e calunnie verso il popolo palestinese e la sua resistenza, fra cui l’affermazione che siano stati uccisi bambini, alcuni decapitati”, afferma un comunicato delle Brigate al Qassam. L’agenzia turca Andalu ha contattato un portavoce dell’esercito che ha risposto: “Abbiamo visto la notizia, ma non abbiamo dettagli o conferme in proposito”. Un giornalista della BBC, Jeremy Bowen, che è andato nella colonia ha riferito che ha visto tanti cadaveri di soldati e civili israeliani e di militanti palestinesi ancora per le strade ed ha ascoltato i racconti dei soldati che sono arrivati all’interno delle case soltanto martedì dopo una lunga battaglia con il comando di Hamas che vi era asserragliato dentro. Ha riferito di non aver visto né cadaveri decapitati e neanche gli sono state mostrate foto o video di fatti simili.
Per rafforzare la loro presa di posizione, le Brigate Qassam hanno pubblicato un video nel quale viene liberata una donna israeliana e suoi due figli (uno in braccio e l’altro cammina a fianco). La scena sarebbe avvenuta nella colonia di Holit. Qui per vedere il video.
La Casa Bianca ha corretto le dichiarazioni del presidente Biden sulle asserite “foto di decapitazioni di bambini”, pronunciate davanti un gruppo di ebrei statunitensi. Il comunicato sottolinea che il presidente Biden non ha visto nessuna foto o video di decapitazioni, ma si è riferito soltanto alle dichiarazioni del portavoce di Netanyahu e dei rapporti della stampa israeliana.
La verità su questo massacro la sapremo più avanti quando giornalisti seri indagheranno con le loro inchieste sul campo, senza doppi standards e due pesi e due misure.
Guerra a Gaza
Gaza da ieri pomeriggio è senza elettricità. L’unica centrale elettrica per mancanza di carburante ha smesso di funzionare. Da sabato Israele aveva interrotto le forniture alla rete elettrica di Gaza e l’elettricità veniva razionata ed erogata per al massimo 3 ore al giorno. Gli ospedali hanno carburante sufficiente per 12 ore a far funzionare i generatori interni. La popolazione di Gaza è in ostaggio della macchina di morte israeliana con bombardamenti e privazione di cibo, acqua e elettricità. Una vendetta collettiva che si configura come un crimine di guerra. Gli appelli dell’ONU e delle sue agenzie e gli inviti dei paesi arabi e musulmani sono caduti nel vuoto. Dai paesi della Nato soltanto incitamenti ad andare avanti, per rendere più florido il loro mercato delle armi.
I bombardamenti dal cielo e dal mare non sono cessati, né di giorno né di notte. Gaza è stata trasformata in un cumulo di macerie. Il numero delle vittime è salito a 1085 e i feriti a oltre 5 mila. All’alba di oggi sono stati estratti da sotto le macerie i corpi di 10 vittime di un bombardamento su Jabalia, nel nord della Striscia. Appartengono tutti alla stessa famiglia. Secondo l’ONU, più di mille palazzi sono stati distrutti completamente soltanto a Gaza City e altre migliaia quelli danneggiati e non più abitabili. Il numero degli sfollati è arrivato a 263 mila. 13 le moschee rase al suolo sulle teste dei profughi che vi erano rifugiati. Non si sono salvate né scuole né strutture mediche e ambulanze. 11 gli operatori dell’ONU e tre giornalisti sono stati uccisi nei bombardamenti israeliani. Nei bombardamenti di questa notte sono stati uccisi 33 civili. Il disegno degli strateghi militari di Tel Aviv è quello di spingere la popolazione a scappare verso il confine egiziano, per entrare con le proprie truppe e rioccupare di nuovo Gaza.
Da Gaza sono continuati i lanci di razzi verso il territorio israeliano e le incursioni via mare verso le colonie della cintura della Striscia. Le sirene sono risuonate ieri all’aeroporto di Tel Aviv.
Cisgiordania e Gerusalemme est
Altri giovani palestinesi uccisi ieri a El-Khalil, Jenin e Gerusalemme est, portando il numero delle vittime da sabato a 29 persone. 3 contadini sono stati uccisi da coloni mascherati in un villaggio vicino a Salfit, altri 8 sono stati ricoverati in ospedale. I rastrellamenti compiuti dalle truppe israeliane in tutta la Cisgiordania hanno portato in carcere 500 militanti. Un’incursione a Jenin è in corso dalla mezzanotte e sono avvenuti scontri armati tra i soldati dell’occupazione e militanti palestinesi.
Frontiera col Libano
Un’altra giornata di tensione alla linea di demarcazione israelo-libanese. Lanci di razzi e scambi di artiglieria e attacchi con droni da tutt’e due le parti. Diverse colonie israeliane sono state evacuate e migliaia di libanesi sono fuggiti dalle loro città e villaggi a causa dei bombardamenti incrociati.
Diplomazia
I ministri degli esteri arabi riuniti ieri al Cairo hanno condannato tutti gli attacchi, “delle due parti”, contro i civili e hanno chiesto la fine dell’aggressione israeliana sulla popolazione civile di Gaza. Il comunicato è stato votato a maggioranza contro il parere di Iraq, Siria, Algeria e Libia.
Il principe saudita da Riad ha dichiarato che “l’attacco contro Gaza deve finire”. Il Cairo sta contattando Cina e Russia per la prossima discussione sulla situazione a Gaza al Consiglio di Sicurezza dell’ONU, convocato per domani venerdì.
È arrivato a Tel Aviv il Segretario di Stato USA, Blinken. Ha sottolineato nella sua conferenza stampa che Washington intende accertarsi che Israele abbia tutte le armi e le munizioni per “difendersi”, tradotto dal politichese di propaganda significa che gli Stati Uniti sono coinvolti nella carneficina che si sta compiendo a Gaza contro due milioni e mezzo di civili.
Prigionieri di guerra
Il numero degli israeliani, civili e militari, nelle mani di Hamas e Jihad Islamica non è stato ancora stabilito con certezza. Si parla di 130 persone, ma il numero dei dispersi è più alto. L’esercito israeliano ha comunicato che sono stati identificati con certezza 63 nomi, senza indicare se vi siano anche militari.
Sono in corso diversi tentativi di rilascio dei prigionieri. L’ultima mediazione annunciata è quella della Croce Rossa Internazionale, che ha affermato di aver contattato le due parti in qualità di un ente neutro. Anche i governi di Turchia e Qatar sono impegnati in contatti con Tel Aviv e Hamas. La proposta di Doha è quella dell’immediato rilascio di tutte le donne ed i bambini in mano di Hamas in cambio della liberazione delle detenute palestinesi nelle carceri israeliane. Il quotidiano israeliano Haaretz ha lanciato un appello al governo di lavorare con tutte le sue possibilità per lo scambio di prigionieri. QUI
Governo Israeliano
Netanyahu e Gantz hanno raggiunto un accordo per la formazione di un governo di emergenza e di un consiglio di guerra. Non è un governo di unità nazionale, perché una parte dell’opposizione (Lapid) non ha aderito. Del Consiglio di guerra faranno parte Netanyahu, il suo ministro di guerra, Galant, e l’ex generale Gantz. Sono stati esclusi gli alleati estremisti Bin Gvir e Smutrich, che rimarranno ai loro dicasteri ma non parteciperanno alle decisioni per le prossime mosse riguardanti l’offensiva di terra.