Questa mattina due attivisti di Extincition Rebellion, sono saliti con una scala sul balcone di Palazzo Grandi Stazioni, sede della Regione Veneto, e hanno fissato sopra l’ingresso del palazzo uno striscione che recita “Piano siccità: temo la Regione anche quando porta doni”. Si sono poi legati al balcone e da lì, nelle vesti dei veggenti Cassandra e Laocoonte, hanno pronunciato un discorso ai cittadini: “Come Cassandra nel mito della distruzione di Troia, la scienza è inascoltata.
Come il veggente Laocoonte, mettiamo in guardia i cittadini” affermano. Nel piazzale sottostante è stato invece montato un cavallo di Troia di cartapesta ai cui piedi, quattro “soldati” portano su degli scudi le problematiche che si celano dietro al piano della Regione per contrastare la siccità. Sugli scudi si legge: “Ignorare la scienza”, “Non affrontare la crisi climatica”, “Soluzioni a breve termine”.
L’azione di oggi denuncia simbolicamente come il Piano “Provvedimenti di contrasto all’emergenza siccità” della Regione Veneto sia, similmente al cavallo di Troia, un’arma pericolosa presentata ai cittadini come dono. “Un decreto che non riconosce la crisi climatica come causa della siccità e degli eventi meteo estremi che stiamo sperimentando, non solo non affronta il problema ma lo aggrava” dichiara Irene. Gli attivisti intendono mostrare infatti che il Piano affronta gli effetti della crisi climatica come se fossero eventi isolati e in maniera non risolutiva. Nel frattempo offre soluzioni a breve termine per mitigarne solo i danni immediati. “Il Governo sia nazionale che regionale continuano a sminuire la gravità della crisi ecoclimatica e ad alludere invece a un fantomatico catastrofismo degli ambientalisti” continua Irene. Il riferimento è alle dichiarazioni rilasciate in agosto a La Repubblica dal ministro dell’ambiente Pichetto Fratin: “Come ho avuto modo di ribadire: non è il momento storico dei catastrofisti ma neppure quello dei negazionisti. Serve realismo. Il senso della responsabilità ci obbliga all’azione, senza seguire ideologie di sorta”. Un modo elegante per dire che il problema esiste, ma nessuno ha fretta di affrontarlo.
Eppure i gravi effetti della crisi ecoclimatica si sono resi progressivamente sempre più evidenti negli scorsi mesi: dagli eventi climatici estremi, come le alluvioni in Emilia Romagna di maggio, le forti grandinate che hanno interessato il nord-est e le forti piogge che si sono abbattute a Milano, alle ondate di calore che hanno reso questo luglio il mese più caldo di sempre. Vista la sua posizione, Venezia in particolare è una perfetta rappresentazione dei rischi associati alle conseguenze della crisi climatica.
Extinction Rebellion torna quindi ad agire a Venezia, dopo l’azione del primo luglio a San Marco e le azioni della Festa del Redentore, per tenere alta l’attenzione sulla fragilità della città e per evidenziare le precise responsabilità della politica regionale e nazionale. “Un governo che ignora o minimizza il richiamo della scienza sui gravi rischi a cui è esposto il Paese, e continua a impegnarsi a finanziare progetti su combustibili fossili non fa gli interessi dei cittadini, ma offre loro doni pericolosi” dice Silvia alludendo alla decisione del governo Meloni di continuare ad erogare sussidi pubblici al comparto dei combustibili fossili almeno fino al 2028.
“La necessità ci spinge a ribellarci e chiedere alla Regione e al governo azioni coerenti” dichiarano gli attivisti dal balcone del palazzo. “Ai falsi doni preferiamo le scomode verità” concludono.