«Le guerre contemporanee stanno dentro le politiche di globalizzazione». L’attivista sociale Piero Maestri così esordisce nella prima giornata della “università” 2023 di Attac a Cecina Mare (Livorno).
Siamo dentro «la guerra fredda per l’egemonia mondiale», anzi proprio dentro una «guerra mondiale», ma «frammentata», prosegue.
Da questi conflitti l’esito è quello di un «grande disordine» – aggiunge Piero Maestri – e «un riarmo».
Difronte a questa situazione, conclude l’attivista, «il movimento contro la guerra è in difficoltà, e lo è da almeno quindici anni, perché soffre l’incapacità di incidere sulla politica».
Tombola, Weapon Watch: far conoscere localmente il peso del traffico di armi
Carlo Tombola di “The Weapon Watch”, nel proprio successivo intervento, ha insistito sul tema che «le armi sono considerate una merce come un’altra» e che tanto la legge italiana sulle armi, la 190 del 1985, che la normativa internazionale, vengono costantemente violate nella forma e nello spirito.
Ha rivelato, Tombola, il problema del transito di armi pesanti e munizioni verso l’Arabia Saudita, da Genova ma anche da altri porti italiani. Un transito, vietato per legge, contro il quale le Autorità Portuali non sanno intervenire per la presunta extraterritorialità delle navi battenti bandiera straniera che sostano nei porti nazionali, come da tempo denunciato da “The Weapon Watch” [1].
Eppure le denunce, come quella dei portuali di Genova, non mancano. Le navi passano attraverso nostri porti cariche di elicotteri, carri armati, bombe, armi, munizioni, a volte provenienti dall’America del Nord.
Per denunciare questa situazione esiste proprio l’Osservatorio sulle armi nei porti europei e del Mediterraneo [2] fondato da Carlo Tombola.
Nel settore delle armi, conclude «toccare la distribuzione finale», «la lotta per la logistica», è l’unico sistema per «mandare a monte» il traffico “legale” di armi.
Occorre «far conoscere il peso del traffico di armi» tra le comunità cittadine dei porti italiani coinvolti.
Concludendo la propria “lezione”, Tombola ha avvisato: «le prossime guerre saranno dove stanno andando le armi ora»!
No Base Coltano: Il ceto politico è asservito ai vertici militari italiani e NATO
Al microfono, poi, è andata Raffaella Nadalutti docente precaria di Pisa attivista di “No Base né a Coltano né altrove”.
L’attivista ha denunciato «un’accelerazione nel processo di militarizzazione e desertificazione del territorio Pisano» e, in particolare, «la svendita del territorio per una nuova inutile e dannosa infrastruttura militare» [3].
Non basta, insomma, la presenza a Pisa di «Camp Darby, il più grande arsenale statunitense fuori patria”, non basta «nel porto di Livorno il continuo transito di navi militari USA anche a propulsione nucleare» (con i rischi per la sicurezza e danni ambientali che ne conseguono) ma lo stato italiano sta procedendo al disboscamento di un’enorme area per la realizzazione di nuove tratte ferroviarie – tra la frazione di Marina di Pisa e Pisa stessa – al servizio del trasporto di armi nella base di Camp Darby.
Anche «l’ampliamento dell’aeroporto di Firenze» andrebbe nella direzione di rafforzare la presenza militare USA.
Raffaella Nadalutti poi si è soffermata sul nuovo centro di addestramento dei reparti speciali dei Carabinieri (190 milioni di euro, coi fondi per lo sviluppo e la coesione sociale) sempre nell’area pisana, «in un’area scelta perché già occupata da importanti strutture militari (Camp Darby, CISAM, COMFOSE, aeroporto militare di Pisa)».
Ma anche il pericoloso coinvolgimento delle scuole nella propaganda militare: «hanno bisogno di nuova carne fresca», ha denunciato. Tutto ciò ha «pesanti conseguenze sul piano educativo».
«Il ceto politico è asservito ai vertici militari italiani e NATO», ha aggiunto; E anche «i ceti politici locali sono al servizio delle clientele locali del cemento con le quali ci fanno i voti».
Insomma, tutti, «i gruppi politici di destra e di centrosinistra al governo e all’opposizione nelle istituzioni locali e nazionali hanno ancora una volta dimostrato la loro subalternità ai poteri forti senza tenere in alcuna considerazione l’interesse e la volontà di chi vive il territorio, poiché hanno dichiarato che la base si farà» è stato già affermato in una precedente assemblea [4].
Raffaella Nadalutti ha concluso il proprio intervento denunciando una difficoltà di «comunicazione» del Comitato, il disinteresse dell’ANPI rispetto alla battaglia dei “No Base Coltano” e, infine, annunciando una manifestazione – chiamata “Fermare l’escalation” -, a Pisa e in Sicilia, contro la guerra, le armi e il fossile per il prossimo 21 ottobre [5].
De Lellis, Attac Italia: la globalizzazione spinta crea guerra
La giornata di Cecina si è conclusa con l’intervento di Antonio De Lellis di Attac Italia che ha riferito un quadro della guerra in Ucraina.
«L’Ucraina sarà una colonia, comunque finirà la guerra, per il debito pubblico che sta contraendo coi paesi occidentali per sostenere la guerra, e per le devastazioni che sta subendo», ha affermato De Lellis.
Ma a pagare le conseguenze della guerra saranno anche i i cittadini – per l’inflazione – e i paesi africani per lo spostamento delle “eccedenze di liquidità” degli investitori verso il debito nazionale occidentale, «del nord del mondo», in conseguenza del rialzo dei tassi che produce un rialzo delle remunerazioni dei BTP.
Antonio De Lellis di Attac ha poi denunciato «la globalizzazione spinta che crea protezionismo mondiale e che è alla base dei conflitti economici, dell’aumento delle spese militari e quindi delle guerre».
Tornando alla situazione ucraina, ha spiegato che i “valori neoliberali” in quel paese erano presenti già prima della guerra ma che dopo l’esplosione del conflitto, con la proclamazione di due “leggi marziali”, sono state introdotte notevoli «restrizioni ai diritti sindacali e sul lavoro in Ucraina».
Lasciando l’anfiteatro del campeggio, a fine sessione, si respirava sì un area pesante ma si notavano anche delle luci stagliarsi sul “cielo” tetro descritto. Esistono infatti realtà, come No Base Coltano, The Weapon Watch, Attac, che non si arrendono e lottano per un cambiamento.
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Fonti e Note:
[1] “The Weapon Watch”, 5 maggio 2022, “Nessuno ha competenza sulle armi in transito”.
[2] “The Weapon Watch”, “Chi Siamo”.
[3] No Base Coltano, 7 settembre 2023, “Novità dopo il tavolo interistituzionale, verso l’assemblea pubblica del 14/09”.
[4] No Base Coltano, 19 ottobre 2022, “Muoversi nel conflitto in Toscana. Una piattaforma”.
[5] No Base Coltano, 15 settembre 2023, “Appello a una mobilitazione generale il 21 ottobre contro guerra, armi e fossile!”.